//Per Fontana di Trevi numero chiuso e ticket

Per Fontana di Trevi numero chiuso e ticket

di | 2024-09-08T13:49:00+02:00 8-9-2024 2:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Totò che “vende” la Fontana di Trevi ad uno sprovveduto turista: è una delle scene più iconiche e divertenti del cinema italiano. Il cavalier Antonio Trevi (interpretato dal mitico principe De Curtis) organizza il raggiro in combutta con il ragionier Girolamo Scamorza (uno strepitoso Nino Taranto) ai danni del danaroso e imbranato italo-americano Decio Cavallo (sullo schermo Ugo D’Alessio). Totò sostiene di essere il legittimo proprietario della Fontana, Scamorza gli tiene botta e “Cacio Cavallo” (così nel surreale dialogo gli storpiano il nome) ci casca in pieno comprando il monumento per 500mila lire, salvo ritrovarsi gli infermieri intorno quando proclama a tutta la piazza di essere il nuovo “padrone” e viene preso per pazzo. “Totòtruffa 62” è un film del 1961 di Camillo Mastrocinque.

Totò “vende” la Fontana di Trevi

Oggi, anno di grazia 2024, la Fontana di Trevi potrebbe diventare davvero a pagamento: ingressi con un ticket e una prenotazione elettronica dal costo di uno o due euro solo per i turisti, gratis per i romani e le romane, magari con slot da 30 minuti. L’assessore al Turismo di Roma Capitale Alessandro Onorato spiega, con un video su Instagram, l’ipotesi su cui sta lavorando insieme al sindaco Roberto Gualtieri per tutelare e proteggere l’opera di Nicola Salvi, una delle più belle e famose del mondo, facendola diventare a numero chiuso. Secondo il primo cittadino, la situazione “sta diventando tecnicamente molto difficile da gestire, come sostiene anche la Polizia locale. C’è un accumulo di persone che rende difficile una adeguata fruizione del monumento ed è spesso fonte di degrado”. “Sarà necessario studiare – aggiunge – la soluzione tecnica migliore per gestire i flussi di turisti a supporto della Fontana di Trevi che va tutelata, ma anche della qualità della sua fruizione. Con l’assessore Onorato ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di esplorare queste soluzioni tecniche su cui stiamo lavorando”. Se ne parla dall’estate dello scorso anno, ma adesso sembra che si stia per chiudere il cerchio.

In realtà, la goccia che fece traboccare il vaso fu l’ennesimo tuffo nella fontana: era luglio del 2023. “Uno spettacolo indecente, una pura barbarie. E’ giunta l’ora di stabilire una limitazione all’accesso”, sbottò Onorato. Già allora si ragionò sulla possibilità di introdurre un numero chiuso quanto meno per la parte più interna delle gradinate, quelle che spesso diventano un luogo di bivacco. L’assessore ha fatto diversi sopralluoghi e la folla è sempre troppa, specie in questi mesi in cui il turismo a Roma ha fatto il boom. Per cui l’idea della Fontana di Trevi a numero chiuso ha avuto una forte accelerazione. Una foto da lontano, all’altezza dei negozi e delle gelaterie, si potrà sempre fare. Ma per godere della Fontana di Trevi da vicino, nel ‘catino’ gradinato vero e proprio, servirà una prenotazione, magari con un QR code, e pagando un ticket simbolico, ma solo se si è turisti. Per i romani invece avvicinarsi all’acqua della fontana più famosa del mondo sarà sempre gratuito. E forse, dopo le 22 quando la folla in genere sciama, l’ingresso potrà essere libero per tutti come al solito: un modello che potrebbe anche essere esportato in altri luoghi della città.

Tornelli? Barriere? Le ipotesi su cui si sta lavorando sono diverse perché ogni soggetto coinvolto dovrà dire la sua, a partire dal parere decisivo della Soprintendenza. Una riunione non è stata ancora fissata, ma l’assessore Onorato è deciso ad andare avanti. Ciò che al momento trapela è che l’orientamento non sarebbe certo quello di chiudere l’intera piazza, e dunque la Fontana sarà comunque visibile, più da lontano, gratuitamente da tutti. Ma l’esperienza di viverla ‘da dentro’, e con maggiore tranquillità, sarà a numero chiuso con prenotazione nominale. C’è anche il tema della sicurezza: in caso di vandalismi (o di tuffi) garantirebbe una tracciabilità del responsabile. Si pensa a una cifra simbolica di 1 o 2 euro e anche all’integrazione con il RomaPass (la card turistica). Il denaro potrebbe essere reinvestito almeno in parte per pagare degli stewart, ma anche personale che darebbe informazioni turistiche sulla fontana stessa.

A proposito delle monetine gettate nella vasca (secondo un’antica tradizione, chi lo fa girato di spalle è sicuro di doverci ritornare), l’incasso è stato 1,4 milioni di euro nel 2022, mentre l’anno successivo, il 2023, ha fatto salire la cifra a ben 1,6 milioni. Circa 33 mila chili di monete, provenienti da tutto il mondo. Questi soldi, al netto dei costi di gestione, vengono devoluti alla Caritas, che li utilizza per finanziare progetti a sostegno delle persone più vulnerabili nella città di Roma. E non mancano le curiosità raccontate dal personale che provvede alla raccolta e alla pulizia della Fontana: insieme agli spiccioli, trovano di tutto: braccialetti, anelli, persino una dentiera e anche un vibratore.

Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam ma successivamente l’incarico passò a Salvi: si dice che il cambiamento fosse dovuto al fatto che il pontefice non voleva affidare l’opera a uno straniero, invece un’altra versione spiega che Adam doveva ritornare in Francia. Cominciata nel 1732, fu infine affidata nel 1759 a Pietro Bracci aiutato da suo figlio Virginio. La Fontana venne inaugurata nel 1762. Il tema dell’intera composizione è il mare: la scenografia è dominata da una scogliera rocciosa che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro si trova una grande nicchia delimitata da colonne. Qui si erge una grande statua di Oceano di Pietro Bracci (1759-1762, su progetto iniziato da Giovanni Battista Maini), dalle forme muscolose e opulente e dallo sguardo fiero e altezzoso: il dio, ammantato in un drappo che gli copre appena il bacino e il pube, è colto mentre incede su un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, soprannominati rispettivamente cavallo agitato (quello di sinistra) e cavallo placido, in riferimento agli analoghi momenti del mare a volte calmo e a volte burrascoso. Quattro grandi colonne corinzie sorreggono il prospetto superiore, sul quale si trovano, in corrispondenza di ogni colonna, quattro statue allegoriche più piccole: da sinistra a destra, l’Abbondanza della frutta di Agostino Corsini, la Fertilità dei campi di Bernardino Ludovisi, la Ricchezza dell’Autunno di Francesco Queirolo e l’Amenità dei giardini di Bartolomeo Pincellotti (1735).

L’introduzione di ticket di accesso è una delle tattiche adottate per gestire l’overtourism: il sovraffollamento turistico concentrato in alcuni momenti dell’anno e in luoghi iconici che, oltre a essere dannoso per l’ambiente e i posti visitati, genera disagi ai residenti. In Italia, al momento, è in corso la sperimentazione del biglietto per entrare a Venezia. La misura, introdotta a fine aprile e attiva, in giorni specifici, fino a luglio, ha portato più soldi al comune, ma non ha effettivamente limitato l’arrivo dei turisti giornalieri. La gestione dell’overtourism è un problema che riguarda tutto il mondo. In Spagna da luglio sono in corso manifestazioni di protesta. Da Barcellona a Palma di Maiorca i cittadini spagnoli si lamentano del troppo turismo che rende invivibili le città per chi le abita. Le motivazioni alla base della rabbia dei residenti vanno dall’aumento dei prezzi del mercato immobiliare al razionamento dell’acqua nel periodo di siccità fino alla trasformazione del commercio urbano, incentrato sui souvenir.

In Grecia il governo ha realizzato una nuova app, MyCoast (attualmente disponibile solo in greco), per visualizzare le spiagge libere e gli stabilimenti balneari: attraverso l’applicazione si può anche segnalare attività abusive o situazioni di sovraffollamento. Clamoroso ciò che accade a Pomfret nel Vermont, dove le autorità hanno deciso di chiudere le strade ai non residenti dal 23 settembre al 25 ottobre, il periodo in cui di solito viene invasa da turisti e influencer. La piccola città degli Stati Uniti è celebre in tutto il mondo per il foliage autunnale e per questo è diventata meta di centinaia e centinaia di turisti. La location di Sleepy Hollow, che permette di ammirare i mille colori delle chiome degli alberi, è diventata virale negli ultimi anni. Gestire un flusso di persone così ingente in un periodo così ristretto è impossibile per un paesino di circa 900 abitanti, per questo la decisione del blocco stradale.

Insomma, la strada sembra ormai imboccata: e se proprio si dovrà spendere qualche spicciolo per poter continuare ad ammirare da vicino Fontana di Trevi, ce ne faremo una ragione. Perché, comunque, ne vale davvero la pena.

Buona domenica.

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