PALERMO – La vicenda che ha avuto il suo epilogo qualche giorno fa, era iniziata da un paio d’anni, quando gli studenti del liceo scientifico di Partinico, comune a una trentina di chilometri da Palermo, avevano proposto il cambio di nome del loro liceo, intitolato a Santi Savarino, giornalista e politico nato proprio a Partinico nel 1887 e morto a Roma nel 1966. Savarino, nel 1938, fu tra gli intellettuali firmatari della campagna razziale promossa dopo l’emanazione delle leggi fasciste sulla razza; poi, nel 1943, con il governo Badoglio, fu commissario dell’Ente Stampa col compito di vigilare sulla pubblicazione di “notizie non autorizzate” e successivamente, fino al 1962, direttore de “Il Giornale d’Italia”, mentre nel 1953 veniva eletto senatore nelle liste della Democrazia Cristiana. Di Savarino è nota anche una sua corrispondenza amichevole con Frank Coppola, boss mafioso originario di Partinico e vissuto molto tempo negli Stati Uniti.
Per togliere dalla scuola il suo nome, i liceali avevano proposto di intitolare l’Istituto al magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla Stidda mafiosa ad Agrigento nel 1990, oppure all’ex sindaca della città Gigia Cannizzo, morta nel 2021, paladina nell’amministrazione comunale della legalità e della trasparenza amministrativa; mentre i docenti proponevano il nome della scienziata Rita Levi Montalcini, Nobel per la Medicina nel 1986.
Dopo queste istanze iniziali, nel 2021 il Consiglio d’istituto votava a favore dell’intitolazione della scuola a Impastato e a sua madre Felicia Bartolotta, in una riunione però caratterizzata dalle assenze, senza un voto unanime da parte di tutte le componenti scolastiche. Procedeva quindi l’iter burocratico necessario per il cambiamento di nome, iter che comporta il parere anche della Giunta comunale di Partinico: la Giunta commissariale che allora amministrava Partinico, perché quella eletta era stata sciolta per infiltrazioni mafiose, esprimeva parere favorevole. La delibera però rimaneva bloccata nei cassetti del Comune e, quando perveniva alla Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la definitiva approvazione, il Direttore dell’Ufficio richiedeva una nuova votazione alla Giunta e al Consiglio d’Istituto.
Ed ecco i fatti recenti: la giunta comunale attualmente in carica (eletta nel novembre 2023) ha deliberato di lasciare il nome di Santi Savarino, mentre il Consiglio d’Istituto, nella seduta del 7 marzo scorso, ha riproposto il nome di Peppino Impastato (già votato nel 2021), proposta che ha registrato però i voti contrari dei quattro rappresentanti degli studenti. Il no a titolare la scuola a Peppino Impastato (che, a fine anni ’60, aveva frequentato il liceo classico oggi annesso) è stato motivato con gli esiti di un sondaggio interno alla popolazione studentesca dell’intero Istituto: il 73%, (977 alunni su 1335) si è espresso negativamente sul nome di Impastato, 181 i favorevoli (13,6%), 177 gli astenuti (13,3%).
Nella lettera indirizzata al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, al Prefetto e alla Consulta degli studenti colpisce però la motivazione avanzata dai rappresentanti degli studenti: sottolineandone lo schieramento politico, Peppino viene dichiarato: “personaggio divisivo”. Prima di essere assassinato, il 9 maggio 1978, Peppino si era in effetti candidato al Consiglio comunale di Cinisi nelle liste di Democrazia Proletaria, partito che considerava più idoneo per condurre la sua battaglia cristallina di onestà e di lotta alle infiltrazioni mafiose nel suo territorio.
Le parole degli studenti hanno suscitato l’amarezza del fratello di Peppino, Giovanni Impastato, che ha chiesto di incontrarli e ha dichiarato: “Altro che divisivo, Peppino è un personaggio amatissimo dai ragazzi perché combatteva battaglie in nome di tutti: l’antimafia, le lotte per l’ambiente, per la pace… Su molte cose era in anticipo di 50 anni: forse è opportuno che i ragazzi del liceo di Partinico tornino a studiare la sua storia”. Dopo il clamore mediatico suscitato dall’accaduto, i rappresentanti degli studenti hanno rettificato all’Ansa di non avere nulla contro Impastato, ribadendo però: “Avremmo preferito una persona meno divisiva, e non ci piace il metodo seguito”. Per evitare generalizzazioni e giudizi sommari, una vicenda così delicata e complessa comporterebbe un’indagine ancora più approfondita, finalizzata soprattutto a comprendere le motivazioni espresse dagli studenti.
Si può affermare comunque che a Partinico, in un modo o nell’altro, hanno perso tutti: i docenti e il Consiglio d’Istituto, che forse non hanno operato in modo efficace per costruire un’armonia d’intenti al loro interno; gli studenti, che avrebbero dovuto evitare di definire Peppino ‘divisivo’ (Peppino, infatti, se uno spartiacque lo ha segnato è stato quello tra mafiosi criminali e cittadini onesti e amanti della giustizia); la Giunta comunale, che avrebbe dovuto avere la lungimiranza etica di oltrepassare le appartenenze e le miopi logiche di partito; l’Ufficio Scolastico regionale, che avrebbe potuto seguire con maggiore attenzione formativa la vicenda; i cittadini e le cittadine di Partinico, che avrebbero avuto il diritto di avere intitolato il liceo cittadino a martiri della giustizia come Peppino Impastato o il giudice Rosario Livatino, o a donne simbolo come Rita Levi Montalcini o Gigia Cannizzo.
Ma per la felicità di un comitato spontaneo, composto da alcuni esponenti della politica e della società civile di Partinico, sorto contro l’ipotesi di far cambiare la denominazione dell’Istituto, il nome del liceo scientifico continuerà a evocare Santi Savarino, intellettuale in auge in epoca fascista, ai tempi del governo Badoglio e persino senatore con il partito di maggioranza negli anni ‘50: uomo non divisivo, buono per tutte le stagioni. Anche per quella di oggi.
Maria D’Asaro
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