REGGIO EMILIA – “C’è il suono del nuovo album Start anche in alcuni brani di repertorio, soprattutto nella parte ritmica che abbiamo molto controllato”. È l’assunzione di responsabilità da parte di Ligabue alla prova generale senza pubblico dello “Start Tour Stadi 2019”, alla Fiera di Reggio Emilia, che ha prende il via venerdì scorso. “Questo tour non lo dedico a nessuno in particolare – precisa –. Certamente ai miei fans e a chi mi viene a vedere; canto anche la nuova Mai dire mai un po’ più controllata, una canzone d’amore che racconta le prime volte e una storia che mi ha portato a sposarmi”.
“Start Tour Stadi 2019” di Ligabue parte dallo Stadio San Nicola di Bari con un grande show che poi il 17 sarà al San Filippo di Messina, il 21 all’Adriatico di Pescara, il 25 all’Artemio Franchi di Firenze, il 28 a San Siro a Milano, il 2 luglio all’Olimpico di Torino, il 6 al Dall’Ara di Bologna, il 9 all’Euganeo di Padova e il 12 allo Stadio Olimpico di Roma.
“Farò sei canzoni dal nuovo album Start – anticipa – poi ci sarà la liturgia della festa nel vedere cantare il mio pubblico con una selezione delle canzoni più conosciute. La scelta delle canzoni per la scaletta è sempre un problema e penso sempre a una cosa: viene anche gente occasionale, oltre ai fan, che forse non mi vedranno mai più, cui voglio far sentire buona parte del materiale nuovo e il resto delle canzoni più famose”.
Con Ligabue sul palco ci sono Luciano Luisi (tastiere, cori), Max Cottafavi (chitarre), Federico Poggipollini (chitarre elettriche, cori), Davide Pezzin (basso) e la nuova entrata Ivano Zanotti (batteria, percussioni). Sono ben 32 le canzoni previste in scaletta che il Liga ha proposto alla prova generale, comprese le cinque del medley chitarra e voce, le sette del medley rock club e le tre del bis.
“La parte chitarra e voce cambia ogni sera – confida –. È più semplice perché non c’è tanto da organizzare: alla prova generale ho proposto L’amore conta, Sogni di rock’n’roll, Il giorno di dolore che uno ha, Tu sei lei, Un colpo all’anima, ma sono previsti cambiamenti, anche per spaziare fra le altre 180 canzoni che ho pubblicato”.
Il medley rock club comprende Vivo morto o x, Eri bellissima, Il giorno dei giorni, L’odore del sesso, I ragazzi sono in giro, Libera nos a malo, Il meglio deve ancora venire e rappresenta una novità per i concerti dell’artista di Correggio che li presenta con tutta la band su una delle due passerelle che si incuneano fra il pubblico: “È un escamotage per farle ascoltare un po’ di più, diversamente rispetto al solito. Mi lascio andare durante i concerti su un predellino accanto alle due passerelle per avere un contatto più fisico con i fans”.
Il palco ha una lunghezza di 58 metri, una larghezza di 22 e una profondità di 20; l’impianto audio è di nuova generazione con la potenza di un milione di watt per garantire un impatto sonoro emozionante ma allo stesso tempo per contenere le emissioni sonore all’interno degli stadi. Questo è anche il tour di Ligabue con più luci con parametri modulari mai fatti per un tour italiano e per i video sono utilizzate ottiche cinematografiche e per la prima volta in Italia un carrello remotato fronte palco su cui è installata una telecamera remotata.
“Credo che questa prova generale sia stata anomala, senza pubblico – sottolinea – C’è una gran voglia di tutti per partire in questo tour, con il palco che viene smontato e rimontato. L’impianto audio non procurerà problemi a chi è fuori dagli stadi, nonostante la mole di potenza; ho sempre sognato di avere il suono di una band. Le luci sono state pensate per dare più ricchezza allo spettacolo. La scenografia comprende due ‘elle’ perché volevo farmi conoscere: scherzo, è una trovata di chi l’ha pensata, un elemento grafico con le mie iniziali che sono anche due sette all’incontrario”.
Lo show si apre con le nuove Polvere di stelle, con il ritornello Ho bisogno di te reso celebre da uno spot televisivo, e Ancora noi, ma non mancano i brani storici del Liga, da Balliamo sul mondo a Non è tempo per noi, A che ora è la fine del mondo, Fra palco e realtà, Urlando contro il cielo, fino a Certe notti.
“La voce è molto ferma – conclude l’artista -. L’ho tirata molto negli ultimi giorni ed è uno strumento molto solido, più degli ultimi anni. Riesco a gestire meglio le differenze e non c’è niente che mi fa divertire a fare concerti, dopo un anno e mezzo”.
Franco Gigante
Nella foto di copertina, un momento del concerto di Ligabue a Reggio Emilia
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