Premessa indispensabile: chi scrive non è un esperto di cinema, ma soltanto un appassionato. Quindi, non un cinefilo particolarmente qualificato nella materia. Non solo, ma nella valutazione generale (di un film o un libro o una mostra o anche una vacanza), gli unici parametri sono quelli che rispondono al criterio del “piace” o del “non piace”. E chi scrive, fra i tantissimi difetti, non ha sicuramente quello della presunzione, anzi appartiene ad una categoria abbastanza strana, quella che ha eletto a stile di di vita il “dubito ergo sum”. L’introduzione abbastanza lunga è per chiarire che le prossime affermazioni vanno prese per quelle che sono, senza avere la pretesa di giudicare “tutto sbagliato e tutto da rifare” quanto in ogni angolo di mondo esperti certamente più qualificati del sottoscritto hanno stabilito.
Allora, la questione è “Parasite”, pluripremiata pellicola sudcoreana: non mi è assolutamente piaciuto e la valanga di riconoscimenti ottenuti dappertutto mi sembrano totalmente immeritati. A cominciare dai quattro Oscar (miglior film, miglior film internazionale, miglior regista, migliore sceneggiatura originale) e dalla Palma d’Oro al Festival di Cannes 2019. Non riesco proprio a comprendere, nonostante tutte le buone intenzioni, quali possano essere state le motivazioni che hanno portato critici di tutto il mondo (perché i riconoscimenti ottenuti sono davvero planetari) a gratificare il lavoro di Bong Jonn-ho come meritevole di cotanta attenzione. Riconosco che l’idea di partenza è apprezzabile, una sorta di lotta di classe modellata ai tempi del ventunesimo secolo: la squattrinata famiglia Kim (padre, madre e due figli) contro i ricchissimi Park. La resa però è nettamente inferiore alle aspettative: dialoghi sciatti, fotografia minimal (ma questo potrebbe anche non essere un limite), costumi imperscrutabili, recitazione mediocre. Insomma, un film scarso e per molti versi addirittura insulso, per quanto mi riguarda.
Niente a che vedere con pellicole italiane che hanno conquistato la prestigiosa statuetta di Hollywood: da La grande bellezza a La vita è bella, da Mediterraneo a Nuovo Cinema Paradiso, tanto per citare solo film diretti da registi nostrani e in gran parte interpretati da attori italici. Parasite non ha alcun titolo per meritare neppure lontani accostamenti a quei film appena citati. Possibile che nel mondo nell’intero 2019 non sia stato realizzato niente di meglio? Chiedo scusa in anticipo ai tantissimi che lo hanno valutato come un vero capolavoro, ma sono profondamente d’accordo con il ragionier Fantozzi: “Per me è una boiata pazzesca”.
Buona domenica.
Perfettamente d’accordo