VITERBO – Gli atleti italiani alle Paralimpiadi di Tokyo ci hanno inorgoglito ma, soprattutto, ci hanno dato la possibilità di riflettere sul fatto che da una fragilità si può giungere a vivere con dignità e forza. Gli atleti hanno dimostrato, al di là del ricco medagliere, di non essersi nascosti, ma di vivere senza barriere mentali e con grande tenacia. L’Italia è giunta al nono posto nel medagliere. Sul primo gradino del podio la Cina, con 207 medaglie, seguita da Regno Unito e Stati Uniti, rispettivamente con 124 e 104. Il record di medaglie vinte ai Giochi Paralimpici estivi è quello della prima edizione di Roma 1960, quando l’Italia arrivò prima vincendo 80 medaglie: 29 ori, 28 argenti e 23 bronzi, mentre a Seul 1988 le medaglie furono 58.
A Tokyo si è visto che proprio nella debolezza siamo e possiamo essere forti. Ognuno di loro ha una tragica storia alle spalle, eppure sono stati capaci di andare oltre, anche quando non hanno raggiunto il risultato prefisso, non si sono arresi. Basti pensare a Bebe Vio, che ha vinto due medaglie nella scherma, a dispetto di quello che ha passato mesi fa, quando era in ospedale, per essere stata aggredita da un pericoloso batterio. Il potere di risorgere, di rinascere attraverso lo sport come è accaduto nei 100 metri di Sabatini, Caironi e Contraffatto: semplicemente spettacolari. Ma c’è anche l’argento di Assunta Legnante che è riuscita a battere il record europeo nel lancio del peso: straordinario, per una donna che è diventata non vedente da adulta, quando era all’apice della sua carriera sportiva “normale”: le proposero le paralimpiadi e le sembrò una follia lanciare il peso senza vedere, eppure c’è riuscita.
Le Paralimpiadi hanno ricordato soprattutto che oltre allo Stato, ognuno di noi è chiamato a “fare gioco di squadra”, ad aiutare, a sostenere. Valori questi che si stanno affievolendo, anche con la complicità del Covid-19. La società è chiamata ad intervenire servono per affiancare e aiutare lo Stato. Una vera lezione di vita. Del resto il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli in una intervista ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è continuare a entusiasmare gli italiani con le storie e con le prestazioni sportive di questi fantastici atleti e confermare, con i risultati, il percorso di crescita del movimento paralimpico italiano divenuto ormai un punto di riferimento in Italia e nel mondo”.
Insomma, a dirla tutta, siamo l’immagine dell’Italia che si rialza.
Laura Ciulli
Nell’immagine di copertina, Bebe Vio pluricampionessa paralimpica
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