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Paperone e la realtà, Platone e il mito

di | 2023-07-27T11:21:17+02:00 30-7-2023 5:10|Personaggi, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – La comunicazione verbale e non ha assunto forme diverse nel tempo allo scopo di essere sempre più efficace. Oggi, tra i tanti modi di esprimere concetti e veicolare informazioni, uno che cattura maggiormente l’attenzione è soprattutto il fumetto che utilizza un linguaggio scarno e diretto e completa l’informazione attraverso immagini visive d’effetto. Ecco quindi che personaggi dei fumetti possono diventare miti e punti di riferimento. Alcuni sono diventati addirittura immortali, resistendo al tempo e ai cambiamenti sociali come Paperon de’ Paperoni, suo nipote Paperino, Qui, Quo, Qua e tanti altri della famiglia Disney. Chi ha creato il personaggio gli ha dato un aspetto fisico riconoscibile e affabile ma soprattutto gli ha confezionato un abito che sa resistere al tempo, gli ha dato un carattere e gli ha permesso di lasciare un messaggio.

Mito intramontabile sicuramente è Paperone. Nasce in Scozia nel 1867 a Glasgow. Famoso perché guadagna la “Numero Uno” (una monetina da 10 cents) a 10 anni. Per lui questo è motivo di orgoglio e sarà di insegnamento per i suoi nipoti, soprattutto i più piccoli. Viene da chiedersi se possa esserlo anche per le nuove generazioni forse troppo abituate a ricevere dalla famiglia tutto ciò di cui hanno bisogno ed anche di più, senza troppa fatica. Sicuramente sì, visto che tanti giovani si rimboccano le maniche e cercano un lavoretto per poter disporre di un piccolo guadagno e cominciare proprio da quella piccola moneta che con coraggio e determinazione può diventare l’inizio di un bel gruzzolo.

Paperone si presenta come un personaggio che affronta con determinazione, creatività e intraprendenza ogni tipo di circostanze, anche e soprattutto quelle avverse. In poco tempo diventa un affarista accanito che dell’onestà fa il suo fiore all’occhiello. Attraverso i fatti dimostra che il suo successo è dovuto alla fatica e al coraggio di scommettere su idee innovative. Questo certamente è un messaggio importante e stimolante per tutti. Incentivo a mettersi in gioco con grinta e dando spazio a idee nuove per crescere. Pur essendo un personaggio molto anziano Paperone resta sempre attuale tanto che anche nel 2023 gode ancora di ottima salute, sempre attivo e a proprio agio con le rivoluzioni tecnologiche del XXI secolo. Paperone è noto però per essere uno spilorcio, avaro fino all’inverosimile. A ben guardare si scopre invece che sa essere molto generoso e a volte fa anche investimenti faraonici in nome della sua creatività e ricerca di un obiettivo sempre più alto da raggiungere.

Si potrebbe dire che Paperone non è avaro ma semplicemente è contrario allo spreco. Non è forse questo un altro messaggio importante da tramandare, soprattutto nella società odierna dove lo sguardo è rivolto molto al superfluo? Paperone è però un personaggio a-sociale, burbero e solitario. Rifiuta la società come insieme di regole imposte allo scopo di difendere la mediocrità dei più. Lui è consapevole di essere nato dal nulla, o meglio da quella monetina d’oro che rappresenta l’inizio, il principio della sua ascesa, sa di non appartenere alla comunità dei ricchi, dai quali è spesso visto con sospetto. Paperone è dinamite pura di idee e di iniziative per accumulare denaro. Vive in simbiosi con il metallo giallo che gli consente di tuffarvisi dentro, nuotare e fare il pesce-baleno. Poco incline alle smancerie e agli affetti, un personaggio che non sempre suscita simpatia, a differenza di suo nipote Paperino sempre squattrinato, pigro e pasticcione.

Paperone non dubita mai, è sicuro di sé e vive la propria esistenza appieno. Il tempo, quello che a ciascuno viene assegnato, ha valore e niente può essere sprecato; il momento è adesso e va vissuto intensamente. Può mai un personaggio dei fumetti essere analizzato da un punto di vista filosofico e messo a confronto con un grande della filosofia come Platone? Qualcuno ci ha provato ed è arrivato alla conclusione che i due hanno delle analogie ma si evidenziano nelle differenze che alla fine vedono primeggiare la figura di Paperone per la sua concretezza e per la sua determinazione nel mettersi in gioco.

Tra i due personaggi, Paperone e Platone, ci sono curiose analogie. Entrambi sono celibi, dedicano la propria esistenza alla loro opera. Entrambi hanno per erede un nipote nato dal matrimonio della sorella. Ognuno ha una propria filosofia di vita. Al concreto Paperone si contrappone Platone il quale crede che la realtà sia illusione e mette in moto il pensiero speculativo, instillando il dubbio e conducendo a una indagine interiore. Platone individua due gradi di conoscenza: l’opinione e la scienza. L’opinione è una verità mutevole e imperfetta perché si basa sulle “cose”, anch’esse mutevoli e imperfette, che si percepiscono attraverso i sensi. La scienza invece ha per oggetto le idee e attraverso la ragione riesce ad elevare l’uomo dal mondo sensibile fino a farlo arrivare a raggiungere una conoscenza immutabile e perfetta. Le idee rappresentano il criterio di giudizio delle cose, poiché per identificare un determinato oggetto come un libro, bisogna riferirsi all’idea di libro. Le idee sono la causa delle cose, ovvero le cose del mondo sensibile sono imitazioni imperfette delle idee.

Ma come si conoscono le idee? Secondo Platone “conoscere è ricordare”. Infatti il filosofo, attraverso la dottrina della reminiscenza, sostiene che l’anima, che è immortale, prima di calarsi nel corpo è vissuta nell’iperuranio e, tra una vita e l’altra, ha avuto modo di accrescere la sua sapienza. Una volta incarnatasi, però, l’anima dimentica quasi completamente ciò che ha visto e conserva solo un pallido ricordo che deve essere riscoperto. Questo diventa conoscenza. Paperone invece è molto concreto. Nel suo mondo non esistono idee trascendenti. Per lui tutto è realtà, azione, causa ed effetto. La vita di Paperone è anti narcisistica, laddove il platonismo è una elaborazione metafisica del narcisismo; cercare rifugio dal quotidiano fuggendo verso la trascendenza. Il mito della caverna di Platone promette una liberazione che rende timorosi dell’esistere. Paperone non teme il finito: lo abbraccia. È qui e ora che l’esistenza si consuma.

A Paperone non interessa la propria immagine; è l’antitesi della dottrina della forma di Platone. Scontroso e abbastanza misantropo va avanti per la sua strada non curandosi dell’opinione altrui. Non usa la ricchezza per pavoneggiarsi davanti alla società. Paperone ha conosciuto la realtà, l’ha vinta, e questo gli basta. Nel suo mondo non esistono idee trascendenti. Per lui tutto è realtà, azione, causa ed effetto. Paperone nuota nell’oro, per lui il denaro è oro, moneta sonante, sostanza prima, ma non è mai uno strumento di potere. Non è forma, ma materia. Si potrebbe quindi dire che Paperone è presocratico. Così se per Talete il mondo è acqua e per Eraclito è fuoco, per Paperone è l’oro. Come il tempo.

Platone non vive un’esistenza all’altezza dei suoi ideali; si rivolge ai potenti perché realizzino i suoi sogni, ma messo di fronte alla realtà, fallisce. I rapporti con il potere lo lasciano amareggiato. Per questo si ritirò in una dimensione accademica dove poter perseguire il sapere come dialogo, piuttosto che come azione. Paperone invece è in continua crescita. La vita è azione, o non è. Ogni avventura è scoperta. Anche da ultracentenario non è mai sazio né di vita né di oro. Vivere è finire, ma è anche fare il nuovo. Questo l’insegnamento che passa attraverso le vicende di un papero che ha fatto la storia. Paperone, al di là dei suoi anni, possiede la caratteristica fondamentale della giovinezza: pensare al futuro. In questo senso, Paperone è eterno. Ben diversa la prospettiva esistenziale di Platone che, con sguardo conservatore, guarda a un mondo ideale fuori dal tempo, perfetto ma chiuso, compiuto e morto.

Margherita Bonfilio

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