MILANO – Paola Zan, biologa, artista e curatrice di mostre, eventi poetici ed antologie, raccoglie nel volume “Filastrocca sciocca e farlocca” il lavoro dell’ultimo lustro, poesie di genere diverso scritte dal 2016 al 2021. L’autrice dice di se stessa: “Osservo il mondo intorno con una semplice lente di ingrandimento, come una piccola entomologa curiosa. Mi accade di intercettare frullii d’ali, il sentire comune. Il registro è leggero e burlesco… ed è l’unico che posso adottare. Indico luoghi, invito a una visione collettiva: c’è una terra da difendere, un patrimonio comune da salvare! Nemmeno l’intreccio di fatti e misfatti privati potrà distogliere l’attenzione dal dato globale… C’è un tessuto sociale sfibrato da ritessere; ci sono vizi molto privati da sanare”.
Ed è nascosta proprio qui la chiave di lettura delle sue poesie a volte scanzonate, a volte sferzanti e audaci, a volte dal tono ironico. Il tutto ha origine da una serie di fogli sparsi che chiedono di prendere forma, di essere ordinati in modo composto e consegnati a un pubblico di lettori che abbai voglia di sfogliarlo come se fosse un album fotografico che trattiene tra le righe immagini e idee. La forma scelta è quella della filastrocca come si evince dal titolo, dal tono scanzonato eppure pungente che racconta di lei, di Paola Zan, ma anche di quello che vede, che sente e che vive. Lo fa con occhio attento e critico, cogliendo aspetti inusuali della realtà che la circonda. “La poesia è nell’aria e si compie, liberandosi, dopo aver attraversato l’anima, e caricandosi dei nostri profondi intenti”.
La certezza dell’autrice è che ciascuno di noi possa ma anche debba dare il proprio contributo al bene comune. Per questo si fa carico di trattare temi di carattere socio-ambientale nei propri scritti, per scuotere le menti, denunciare ed enunciare verità a volte scomode. I suoi testi si propongono anche come esercizi interattivi, è così che si legge in quarta di copertina, volendo così sottolineare il valore educativo che essi hanno. L’autrice infatti intende instaurare un dialogo formativo con le nuove generazioni perché, come lei stessa sottolinea, la poesia civile se non scade nella retorica può avere una sua spiccata funzione sociale, didattica, educativa.
Quindi ecco che dalle poesie della raccolta si leva alto il grido di incitamento ad agire per il mantenimento del patrimonio comune da salvare, sia esso quello culturale che quello ecologico e geografico. Il suo è un modo nuovo di trattare argomenti di attualità, un modo che a tratti ricorda il tono del famoso Cecco Angiolieri. Cosi “Filastrocca sciocca e farlocca “ viene seguita da “gratta gratta che ci s’imbrocca” a voler ribadire che la filastrocca può essere il mezzo più opportuno per arrivare all’obiettivo, incantando e divertendo. Non bisogna quindi pensare ad una poesia giocosa e banale, tutt’altro. Il suo messaggio è profondo e passa attraverso storie e immagini raccontate con apparente leggerezza con lo scopo di affascinare e irretire chi legge.
“C’è un tessuto sociale sfibrato da ritessere; ci sono vizi domestici e molto privati da sanare”, dice l’autrice che così prende carta e penna e dà forma ai suoi pensieri. A volte sono quasi dei racconti di vita vissuta o “rubata” a chi le passa accanto in uno sfondo che è quasi sempre quello di una grande città, Milano. Paola Zan sottolinea che “l’ironia rimane, credo, una buona arma per combattere il disagio e la paura” e lei questa arma la conosce bene e sa utilizzarla in modo sapiente tanto da divertire mentre parla di cose serie, per avvicinare il lettore e indurlo ad una riflessione spontanea senza essere sopraffatto dalla paura di temi importanti che a volte schiacciano e sovrastano.
Margherita Bonfilio
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