NAPOLI – Negli ultimi anni, in particolare nel periodo post pandemia, la città di Napoli è stata letteralmente presa d’assalto da una quantità enorme di turisti provenienti da ogni parte del mondo, entusiasti della spettacolarità e della, strano a dirsi, vivibilità della città, della sua vivacità, del cuore caldo degli abitanti, della straordinaria ricchezza di edifici e di arte. I luoghi classici da visitare sono ormai presenti anche sui menu, sulle cartine. A San Gregorio Armeno viene istituito nel periodo natalizio il senso unico a piedi perché non si riesce letteralmente a camminare per la folla. Spaccanapoli, via dei Tribunali, il Mann (Museo Archeologico), il Cristo Velato, il murales di Maradona nei quartieri spagnoli: solo per citarne alcuni.
Ma Napoli, affascinante in ogni suo angolo, si è sviluppata nei secoli non soltanto in epoca greca e poi romana. La città ha avuto una crescita, come ben si sa in epoca Angioina e Aragonese ma ha continuato fino ai giorni nostri a mostrare la sua ecletticità. Ha avuto uno splendore anche agli inizi del secolo nella zona collinare lì dove sono presenti dei capolavori architettonici spesso dimenticati. La presenza di edifici in stile Liberty ha dato un carattere di modernità all’espansione non sfigurando affatto rispetto a città italiane che magari portano una bandiera di adeguamento costruttivo che poi s rivela essere di poco conto.
Nel quartiere Chiaia, location celebre per le sue strade eleganti, nonché punto di riferimento per lo shopping di lusso, sorge infatti, uno fra i palazzi storici monumentali più belli della città. Napoli è una metropoli che offre tanto dal punto di vista architettonico e culturale al punto che, anche il turista o residente più distratto, non può rimanerne indifferente. Si sta, in tal caso, parlando di palazzo Mannajuolo, un meraviglioso edificio antico che cattura, senza fatica, l’attenzione del pubblico passante. Il palazzo, situato in via Filangieri, all’angolo tra quest’ultima e via dei Mille e a pochi passi dai gradini Francesco d’Andrea, è uno splendido esempio di architettura liberty con influenze provenienti dalle più prestigiose esperienze neo – barocche.
Con i suoi oltre cento anni d’età, l’edificio fu tra i primi ad essere realizzato in calcestruzzo armato, a quell’epoca la più moderna e innovativa tecnica di costruzione. Il merito di questo gioiellino nel cuore della città è di Giulio Ulisse Arata, oltre che uno fra i pionieri dello stile liberty napoletano. L’architetto piacentino tra il 1909 e il 1911, in collaborazione con l’ingegnere nonché proprietario del terreno, Giuseppe Mannajuolo, diede vita a quest’importante progetto urbano con l’intento di donare a via dei Mille un fondale scenico memorabile. L’esterno dell’edificio parla da sé; l’interno, invece, è spettacolare per la presenza dell’imponente scala elicoidale in marmo che rapisce lo sguardo del visitatore, coinvolgendolo in un incantevole gioco vortiginoso da far quasi girare la testa. Il suo corpo bianco a forma di spirale è avvolto lateralmente da una balaustra decorativa in ferro battuto che richiama lo stile barocco.
L’unicità della forma elicoidale, la “stranezza” dei blocchi di marmo dei gradini posti a sbalzo rispetto alla muratura perimetrale vanno a formare una scala “sospesa” che lascia a bocca aperta. Posta in un edificio già di per sé bellissimo che domina l’angolo tra via dei Mille e via Filangieri, la scala è letteralmente il fiore all’occhiello di un gioiello dell’intera città. Sono stati girati diversi film all’interno, l’ultimo di Ozpetek “Napoli velata” ne mostra i caratteri fondamentali, caratteristici dell’edificio in sé e di un’intera città.
Dirà il regista: “Napoli è una città velata che deve essere scoperta, ascoltata, gustata nei suoi più intimi angoli nascosti”. Palazzo Mannajuolo è uno di questi, l’invito è di scovarli e conoscerli.
Innocenzo Calzone
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