RIETI – Il nuovo anno è appena iniziato. Abbiamo lasciato un 2020 denso di pensieri e di difficoltà e tra mille ansie e paure abbiamo salutato il 2021 con la speranza che si ristabilisca lentamente un equilibrio che dia forza e riporti fiducia nel guardare al futuro. Ma se il nostro Capodanno si è appena annunciato con le sue tradizionali lenticchie e cotechini, il suo conto alla rovescia e qualche fuoco o sparo benaugurale, ben sappiamo che questo tipo di festività non presenta di certo le stesse caratteristiche in ogni paese del mondo. Partendo dal presupposto che il nostro capodanno coincide con l’ultimo giorno del calendario gregoriano (uno dei metodi per misurare il tempo più largamente utilizzati su questo pianeta), questo metodo non è però adottato ovunque. Molti calendari derivano da influenze religiose, alcuni si basano sul movimento della luna e altri del sole. Queste differenze fanno sì che alcuni capodanni siano sempre lo stesso giorno, mentre altri possano variare di data.
Ad esempio, l’anno nuovo etiope è sempre l’11 settembre, mentre il capodanno cinese può verificarsi tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. A proposito di questo paese, il Capodanno cinese è in realtà la definizione occidentale per quella che in Cina viene chiamata la Festa di Primavera o Capodanno lunare. Il motivo per il quale la data può subire una variazione così evidente è che il calendario cinese si definisce lunisolare e come tale indica come inizio di ogni mese il novilunio: dipendendo dalla luna, i mesi (e di conseguenza il capodanno) possono subire una variazione di più o meno 29 giorni. Il capodanno cinese deve coincidere infatti con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno: di conseguenza questa data, seguendo il calendario gregoriano, è tra il 21 gennaio e il 19 febbraio. Al contrario del capodanno occidentale, le festività per quello cinese durano per due settimane. Il capodanno cinese, nel 2021, cade il 12 febbraio, dando inizio all’anno del Bufalo (o del Bue) fino al 31 gennaio 2022.
Per proseguire la carrellata, prendiamo per esempio quello dell’Australia, il Capodanno Aborigeno. La tribù aborigena dei Murador mantiene la tradizione di festeggiare il nuovo anno un giorno preciso ogni anno, che secondo il calendario gregoriano sarebbe il 30 ottobre. Si tratta di una festa che sta gradualmente perdendo d’importanza presso i membri di questa tribù, anche se vengono spesso organizzati festival in onore del Capodanno Murador in diverse parti dell’Australia. Il Capodanno in India, che pende il nome di Diwali. Conosciuto da molti come il “Festival delle Luci”, il Diwali viene festeggiato in autunno, a seconda della posizione della luna per poi terminare cinque giorni dopo. Il terzo giorno, durante il Diwali vero e proprio, vengono espresse preghiere ai diversi dei e dee, e le case vengono illuminate da candele e lampade d’argilla. Dal primo giorno di Gennaio, grande festa per l’entrata del nuovo anno, in tutta l’India si tengono giornate di eventi, chiamati festival.
Il Capodanno nei paesi con popolazioni musulmane, denominato Hijri, che ricorre in agosto, preceduto in luglio dalla Festa del Sacrificio, celebra il nuovo anno musulmano con il viaggio intrapreso dal profeta Maometto da Mecca fino a Medina. È l’occasione per tutti i musulmani di esprimere i propri buoni propositi, anche se questa festa è vissuta in modo assai diverso dai due rami principali dell’Islam: per gli Sciiti, è il momento di recarsi in pellegrinaggio nei vari luoghi sacri a questa minoranza, mentre i sunniti celebrano la vittoria di Mosè contro il Faraone egiziano astenendosi dal mangiare.
In gennaio, precisamente il 14, cade invece il Capodanno Greco Ortodosso che coinvolge Russia, Macedonia, Serbia e Ucraina. L’ultimo dell’anno nei paesi di religione a maggioranza ortodossa cade in concomitanza con la fine del calendario giuliano, precedente a quello gregoriano. Nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio si festeggia con fuochi d’artificio, cenoni e grandi bevute in Russia, Macedonia ed in alcune delle ex repubbliche sovietiche, come la Bielorussia e la Moldavia. In Macedonia è tradizione mangiare una grande pita, al cui interno si nasconde una moneta: si crede che chi la trovi potrà godere di molta fortuna durante l’anno a venire.
L’11 settembre il popolo etiope festeggia il capodanno. La stagione delle piogge è quasi finita, il che contribuisce a creare un paesaggio verde e rigoglioso, con campi pieni di margherite di un giallo brillante. Questi colori hanno probabilmente ispirato il nome di questa festa: Enkutatash, significa infatti “dono di gioielli” in lingua amarica. L’11 settembre gli etiopi si scambiano mazzi di fiori e si incontrano per intonare insieme dei canti caratteristici del capodanno. Ma non dimentichiamo che anche in Etiopia il capodanno significa festa, cibo e tanti brindisi.
Per i paesi con popolazione di ebraica, la festa del Rosh Hashanah (Capodanno) ingloba il primo e il secondo giorno del nuovo anno ebraico. Non c’è una data fissa per questa particolare celebrazione, ma cade sempre all’inizio del settimo mese ecclesiastico. Durante il capodanno viene suonato lo shofar, un piccolo corno di montone, utilizzato come strumento musicale. Si mangiano anche prelibatezze come mele immerse nel miele, datteri e altri frutti molto dolci, per rappresentare la dolcezza dell’anno che verrà. Inoltre, i credenti si astengono dal lavorare e passano la giornata alla sinagoga, per poi recarsi in laghi e fiumi per fare delle abluzioni, come simbolo di purificazione dai peccati.
Il Capodanno Assiro invece, che coinvolge dell’Iraq, il nord-est della Siria, sud-est della Turchia, nord-ovest dell’Iran, definito Kha b’ Nissan, (che significa proprio “primo di aprile”) si svolge in primavera e il tema della celebrazione è, infatti, la rinascita della natura. Tra sfilate e festival, si possono osservare ballerini vestiti con i costumi assiri tradizionali che danzano nei parchi pubblici. È tradizione per le ragazze di cogliere diversi fiori e erbe selvatiche, per poi appenderle ai tetti delle case. Questo modo di addobbare gli edifici è chiamato Diqna d’ Nisan, che significa “barba di primavera”.
Il Capodanno thailandese è tra quei paesi in cui la festività cade in primavera è chiamato Songkran, che in sanscrito significa “passare” o “arrivare”. Alcune delle usanze thailandesi durante il capodanno possono suonare strane per noi, ma il loro significato è ammirevole. Ad esempio, viene versata delicatamente dell’acqua sulla testa degli anziani della comunità: questo atto è un simbolo di rispetto nei loro confronti e, in cambio, gli anziani concedono la loro benedizione. Le benedizioni vengono anche domandate a Buddha, cospargendo di acqua le statue che lo rappresentano. In Indonesia, il Capodanno coincide con la giornata dell’equinozio di primavera, il 14 marzo, festa del silenzio e Capodanno (Hindu).
Noi che siamo abituati a immaginare il capodanno come una festa grassa e rumorosa, concludiamo questa breve lista, con una tradizione che non è legata a fiumi di alcol, né ai fuochi d’artificio. In Indonesia il nuovo anno viene celebrato in un modo del tutto diverso: durante questo giorno di festa chiamato Nyepi, invece di soffrire dei postumi della sbornia, i balinesi restano in silenzio. I credenti più osservanti arrivano a passare l’intera giornata a casa, senza lavorare né svolgere nessuna attività che possa provocare piacere. L’obiettivo è di approfittare del capodanno per riflettere, meditare e digiunare. A volte, in fondo, non tutto il mondo è paese.
Stefania Saccone
Lascia un commento