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Overtourism, problema per residenti e ospiti

di | 2024-08-17T12:15:21+02:00 18-8-2024 5:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – Santorini, isola delle Cicladi nel Mar Egeo, è universalmente riconosciuta per i suoi spettacolari tramonti, le pittoresche abitazioni bianche e le iconiche cupole blu. Non sorprende, quindi, che sia diventata una delle mete turistiche più ambite al mondo. Tuttavia, questo fascino irresistibile ha portato a un problema crescente noto come overtourism, che minaccia di sovraccaricare le infrastrutture locali e di compromettere la qualità della vita degli abitanti dell’isola. Con oltre 3,5 milioni di turisti che visitano l’isola ogni anno, Santorini, che conta appena 15.500 residenti, si trova ad affrontare una pressione significativa sulle sue risorse. Durante i mesi estivi, in particolare, le strade strette e i punti panoramici più celebri, come il villaggio di Oia, diventano sovraffollati, causando lunghe attese e riducendo la qualità dell’esperienza turistica. Il fenomeno dell’overtourism non colpisce solo i visitatori, ma ha conseguenze tangibili anche per i residenti.

Stintino La Pelosa

L’aumento del costo della vita, la saturazione del mercato immobiliare e l’affollamento dei servizi pubblici sono problematiche ormai all’ordine del giorno. Inoltre, l’afflusso massiccio di turisti ha portato di conseguenza a un aumento esponenziale dei prezzi, rendendo la vita quotidiana più costosa per i residenti locali e influenzando negativamente l’accessibilità della destinazione per una fascia più ampia di viaggiatori. Le imprese locali, sebbene beneficino dell’afflusso turistico, rischiano di dipendere eccessivamente dal turismo stagionale, creando un mercato altamente volatile. Il sindaco di Santorini, Nikos Zorzos, ha messo in evidenza la necessità di misure di controllo per limitare l’impatto del turismo di massa e preservare l’integrità dell’isola.

Eppure, Santorini non è sola nella sua lotta contro l’overtourism. Altre città europee, come Barcellona, Venezia e Amsterdam, stanno affrontando sfide simili, dove il turismo di massa minaccia di compromettere la vivibilità e la sostenibilità delle comunità locali. A Venezia, l’introduzione di una “tassa turistica” ha suscitato innumerevoli proteste, mentre a Barcellona i residenti manifestano contro l’aumento degli affitti e l’impatto negativo del turismo sulle attività commerciali locali. Queste città stanno sperimentando diverse strategie per gestire l’overtourism, come limitare il numero di turisti giornalieri, promuovere il turismo fuori stagione e sviluppare politiche che distribuiscano equamente i benefici economici tra le comunità locali.

Ad esempio, Santorini si propone di limitare il numero di turisti delle navi da crociera a 8.000 al giorno, rispetto agli attuali 17.000, per ridurre la pressione sulle infrastrutture dell’isola e migliorare la qualità dell’esperienza turistica. Inoltre, c’è un crescente interesse nel promuovere aree meno conosciute dell’isola, incoraggiando i visitatori a esplorare luoghi al di fuori delle zone turistiche più affollate. Questa strategia non solo aiuta a disperdere le folle, ma supporta anche le imprese locali e le comunità al di fuori dei principali hub turistici. La questione dell’overtourism a Santorini è emblematico delle sfide che molte destinazioni turistiche popolari devono affrontare nel mondo moderno. Il fenomeno ci spinge a considerare come le nostre destinazioni turistiche possano gestire in modo più sostenibile l’afflusso di visitatori, un problema che sta diventando sempre più pressante. In un mercato turistico sempre più competitivo, l’Italia può distinguersi come destinazione che unisce bellezza naturale, sostenibilità e autenticità.

Le spiagge italiane, dai paesaggi selvaggi della Sardegna alle baie segrete della Calabria, passando per le incantevoli scogliere della Costiera Amalfitana, rappresentano un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore. Investire nella promozione e nella conservazione delle coste italiane non solo può arricchire l’esperienza turistica, ma anche sostenere lo sviluppo economico locale, offrendo opportunità lavorative e contribuendo al benessere delle comunità costiere. Così, le spiagge italiane non solo sono in grado di competere con mete come Santorini, ma diventano veri e propri modelli di sostenibilità e bellezza, garantendo un turismo di qualità e duraturo.

Ivana Tuzi

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