C’è chi addirittura paventava l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, adesso pare invece che il 2019 segnerà una data storica per il rilancio dell’intera categoria. Il Consiglio nazionale ha infatti approvato le linee guida per la riforma dell’Ordine presentate dallo stesso presidente Carlo Verna nel corso di una conferenza stampa.
Linee guida approvate con 43 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astensioni. Sono state inviate via Pec al Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio e dovranno essere poi discusse e votate in Parlamento per diventare legge.
Una volta tanto c’è unità d’intenti tra Ordine e sindacato anche se qualcuno resta diffidente e invita a vigilare “affinché – sono parole di Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana – non si cada nella trappola Ordine uguale casta”.
L’argomento è complesso è per gli interessati merita una lettura più approfondita. Per questo vi rimandiamo al link dell’Associazione Stampa Romana https://mail.yahoo.com/d/folders/1/messages/APOmPqdbfH6MW8g8jQNTkFfrqIY?reason=norrinuser. Qui possiamo solo anticipare quelli che sono gli aspetti più innovativi.
Prima di tutto cambia il nome, che diventerà Ordine del Giornalismo, poi cambiano le regole per facilitare l’accesso: sparisce l’obbligo del praticantato di diciotto mesi dal momento che ormai è diventato quasi impossibile essere assunti da una testata. L’esame di idoneità resta obbligatorio per l’iscrizione ma si potrà fare avendo conseguito una laurea di base (triennale) in qualsiasi facoltà in Europa, seguita da una pratica giornalistica all’interno di un corso universitario annuale e un master di giornalismo post laurea riconosciuto dall’Ordine.
Finché la riforma non sarà completamente attuata con la previsione di un Albo Unico, accanto all’Albo dei Professionisti resta in vigore quello dei Pubblicisti, anche per far accedere figure professionali cresciute nella Rete con nuove tecnologie. Per iscriversi all’elenco dei Pubblicisti, secondo le linee guida, serve una laurea di primo livello e lo svolgimento di attività giornalistica retribuita per un biennio (per evitare “lo scambio” ricattatorio che alcuni datori di lavoro propongono fra iscrizione e lavoro nero).
Se sarà accettato l’Elenco Unico, sarà previsto il superamento dell’esclusività professionale, quindi gli iscritti potranno svolgere anche altre attività purché non in conflitto di interessi con la professione giornalistica. Ogni Consiglio Regionale, inoltre, istituisce il Registro degli Uffici Stampa pubblici e privati con giornalisti iscritti all’Albo.
Adesso si apre il confronto, e non sarà cosa semplice, con il Governo e poi in Parlamento. Mai come in questo periodo si registra una sintonia tra Ordine e Federazione della Stampa, in difesa, ha sottolineato anche Beppe Gulietti, presidente Fnsi, “del nostro dovere di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente”. Alla luce delle nuove forme di comunicazione ma sempre con la garanzia di Ente di diritto pubblico che “normi l’accesso, la formazione e curi la vigilanza disciplinare”. Ma questo già è scritto nelle linee guida.
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