NUORO – “Ops” è un breve romanzo scritto da Roberto P. Tartaglia, professionista della scrittura e della comunicazione. È un giornalista, coach membro della International Coach Federation e autore di racconti e romanzi di successo. “Ops” appartiene al genere giallo noir e avventura, e con un linguaggio semplice ma esaustivo affronta temi personali e sociali come il bullismo, la violenza, le molestie, l’amicizia, l’amore per il prossimo e l’inclusione delle diversità. Edito da Youcanprint, pubblicato per la prima volta nel 2019, torna nelle librerie e viene suggerito come percorso educativo e di formazione nelle scuole.
È un breve testo di 116 pagine che i ragazzi leggono e discutono senza grandi difficoltà, un romanzo di formazione dei tempi moderni, facile da leggere e scorrevole. Racconta la vita di Axel, un ragazzo speciale dai comportamenti singolari, un ragazzo particolare affetto dalla sindrome di Tourette. Spesso è in contrasto, per non dire netta opposizione, con i compagni di classe che lo vedono diverso e distante da loro anni luce, perché la diversità spaventa, ci inibisce o, talvolta, nei casi estremi, monta in noi una rabbia iperbolica e incontenibile per allontanare ciò che più ci spaventa e con cui non abbiamo la forza di confrontarci. Il romanzo racconta che, alcuni giorni prima di Natale, per sfuggire all’aggressione di due bulli, Alex si ritrova prigioniero nella sua stessa scuola, all’interno di una escape room. L’esperienza della solitudine e dell’isolamento sarà una grande prova di vita dove suspence, mistero, comicità, empatia, collaborazione, amore per il prossimo e integrazione si fonderanno e cambieranno la vita del ragazzo e di tante altre persone.
La storia è in continuo divenir con colpi di scena, sorprese ed emozioni che si accavallano. “Ops” è un thriller che parla delle differenze e del bisogno di ascolto, che alla fine ci regala un messaggio meraviglioso: “Siamo tutti diversi, ed è proprio questo a renderci uguali“. La scrittura è fluida, intensa, ritmata. Leggerezza e sintesi si comparano, così le parole coinvolgono il lettore rendendo il libro accattivante in quanto racconta situazioni che troppo spesso restano sconosciute ai più oppure passate sotto silenzio con vergogna ed indifferenza ma qui ci rapiscono, si fanno spazio nella mente e occupano la nostra coscienza per rimanere li e ricordarci ogni giorno come va il mondo. I protagonisti di “Ops” sono divertenti ma capaci di offrire grandi insegnamenti di vita, per questo il romanzo è indicato per gli adolescenti dai 10 ai 17 anni, ma anche per gli adulti.
Alex è un ragazzo vivace, intelligente ma affetto dalla sindrome di Tourette, una malattia neurologica che lo rende diverso. Chi si confronta con lui e non conosce il suo stato spesso sbaglia, non lo comprende, lo isola o lo bullizza. Grazie a lui il lettore si immergerà in un mondo parallelo, in un’esperienza di vita che presenta molte stranezze che, una volta spiegate, rendono l’universo di Alex affascinante e comprensibile ai più. Al suo fianco Ela, una ragazza timida ed insicura. È la compagna che farebbe qualsiasi cosa per sentirsi parte di un gruppo, anche snaturarsi e soffocare il suo vero io, per non divenire più bersaglio di scherzi e attenzioni indesiderate. Sarà proprio lei a costruire un percorso di ascolto e dialogo prima con Axel, in seguito con Dino ed Elvio. Si parlerà così delle insicurezze degli adolescenti, del bullismo, dei sentimenti che soffocano o permettono di librarsi in volo, così i coetanei capiranno che chi ritenevano “diverso”, così tanto lontano da loro non è e in lui potranno riconoscersi e rispecchiarsi.
La vicenda si svolge in una scuola, pertanto un ruolo importante nella vicenda lo svolgono anche i professori che, in quanto esseri umani, offriranno ai giovani sia esempi positivi quanto fortemente negativi. Sono educatori, persone addette alla formazione che spesso sbagliano ma che devono essere capaci di rivedere le proprie posizioni se lavorano con i giovani. Tutto ciò in un ordito che nasconde l’intrigo del thriller, nel buio dei corridoi silenziosi, dove figure misteriose e pericolose si muovono furtive, dove la trama descrive quanto sia complessa l’esistenza e l’intimità di ognuno di noi e quanto sia semplice instaurare rapporti di amicizia solo se ci fermiamo a dialogare con qualcuno e ci premuriamo di volerlo conoscere davvero, fino in fondo. Perché, come dice sempre Roberto P. Tartaglia, “siamo tutti diversi, ed è proprio questa diversità a renderci simili, complici, compagni, uguali”. Solo parlando possiamo davvero conoscerci e superare le barriere, solo cercando di metterci nella mente degli altri, rivestendone i panni, potremo vincere le paure, superare le incomprensioni, capire chi sono gli altri e chi siamo noi stessi.
Questo romanzo è un libro di formazione perché attraverso la sua lettura possiamo davvero migliorare come persone, investendo nel modo migliore il nostro tempo. Il libro permette di conoscere la sindrome di Tourette e altri disturbi, accettare, valorizzare e amare le diversità altrui ma, soprattutto, amare la propria “diversità”. Ci consente di entrare in empatia con i personaggi per poi esternare e condividere queste emozioni nella vita reale, di rispettare e amare compagni e amici “diversi” e speciali, di imparare come agire al meglio da insegnate e genitore. La pubblicazione del libro ha dato vita a un progetto educativo dedicato alle scuole italiane di tutti i gradi per far conoscere la sindrome di Tourette, il tema del bullismo, il valore dell’uguaglianza e l’importanza della diversità, attraverso la realizzazione di varie attività didattiche. Questa sindrome è un’occasione per parlare di diversità e di inclusione perché, come diceva Franco Basaglia “siamo tutti diversi e nessuno è normale, in fondo… cos’è la normalità? Visto da vicino, nessuno è normale”.
Il progetto, dunque, chiede alle scuole la collaborazione degli insegnanti, in particolar modo dei referenti cyberbullismo, per una corretta educazione alle “diversità”. Roberto P. Tartaglia, affetto anch’egli dalla sindrome di Tourette, afferma che è importante portare questo libro per ragazzi nelle scuole perché troppo spesso viene definita come “malattia”, o ridotta alla sola manifestazione delle parolacce che, in realtà, interessa solo una parte residuale dei tourettici. Essa è un insieme di sintomi, non una malattia, e alcuni sono disturbanti e possono essere trovati anche in altre condizioni simili come l’autismo o al di fuori di esse come l’ADHD, i disturbi specifici dell’apprendimento, i tic, i disturbi ossessivo-compulsivi, l’ecolalia e altro ancora, ma è bene sapere che alcuni sintomi, invece, sono assolutamente potenzianti.
Per questo motivo, la Tourette necessita di un’informazione positiva, che faccia conoscere soprattutto le potenzialità che i ragazzi affetti mostrano. Le unicità che contraddistinguono i tourettici e le loro potenzialità dovrebbero essere riconosciute e valorizzate nella vita di tutti i giorni, nel percorso scolastico degli studenti, nel mondo del lavoro. Si parla di un quoziente intellettivo più alto della media, di una creatività spiccata, di un pensiero “divergente” e di una sensibilità molto accentuata. Conoscere la sindrome di Tourette è nell’interesse comune perché parla al cuore e mostra che non esistono diversità, perché siamo tutti diversi, ciascuno a modo suo. Alexander Lurija, fondatore della neuropsicologia, affermava che “la comprensione di tale sindrome amplierà necessariamente, e di molto, la nostra comprensione della natura umana in generale. Non conosco nessun’altra sindrome che abbia un interesse paragonabile”.
Perciò, se si vuole osservare e comprendere il mondo con occhi nuovi, o si vuole che lo facciano i propri figli o i propri studenti, la scelta di leggere “Ops” e di discuterne le sue tematiche è la scelta giusta che ci aprirà un mondo e soprattutto il cuore.
Virginia Mariane
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