LORETO APRUTINO (Pescara) – Il Museo dell’Olio è uno dei Musei Civici di Loreto Aprutino, nel Pescarese. Inaugurato nel 2005, esso testimonia il grande impegno e l’infinita passione per la terra e l’olio di Loreto Aprutino, riportando in vita un antico frantoio costruito nel 1880. Fu Raffaele Baldini Palladini proprietario terriero e produttore di olio che si impegnò ad organizzare una linea di produzione propria utilizzando mezzi e strumenti decisamente all’avanguardia per il secolo XIX e fece costruire per questo scopo un edificio in stile neogotico grazie al progetto del suo amico pittore Francesco Paolo Michetti.
La singolarità di questo edificio, che ora ospita il Museo dell’olio, rappresenta un “unicum” in Abruzzo ed è sicuramente un prezioso esempio di cultura applicata ad un’attività produttiva. Nelle diverse sale gli oggetti e gli strumenti del tempo ancora impregnati del profumo dell’olio di oliva delle colline lauretane inducono il visitatore una volta tornato all’aperto a volgere lo sguardo verso le valli e i colli dove gli ulivi si ergono in tutta la loro bellezza e ad assaggiare l’olio direttamente dove si produce, magari su una fetta di pane casareccio. Ma in questo paese della provincia di Pescara, a soli 30 minuti di macchina dalla città, dal mare e dall’aeroporto, c’è dell’altro.
Per esempio, il Museo delle Ceramiche (denominato Museo Acerbo), compreso nel polo museale civico e allestito con la ricca collezione di ceramiche di Castelli raccolta dal barone Giacomo Acerbo a partire dagli anni ’30 del ’900 e donata alla città. La collezione comprende il vasellame da farmacia, acquasantiere, mattonelle istoriate, servizi da tavola opera dei maestri Grue e Gentili. La collezione di maioliche è composta da 570 pezzi, quasi tutte di produzione della città di Castelli databili fra la metà del XVI secolo e il XIX secolo. L’allestimento fu curato dall’architetto Leonardo Palladini e il Museo fu inaugurato nel 1957 nell’edificio dove tuttora è ospitato. Sei sono le sale espositive, tutte di straordinaria bellezza.
Nella prima sala si trovano alcuni dei pezzi di maggiore prestigio della collezione. Si tratta di grandi piatti realizzati in istoriato da Francesco Grue nella metà XVII secolo. La seconda sala si affaccia all’esterno attraverso un grande balcone dove grazie ad uno specchio posizionato in modo strategico è possibile ammirare il paesaggio circostante. Nelle sale successive si trovano una serie di raffinatissime opere realizzate da Carmine Gentile e da Gesulda Fuina, ceramista innovatore che, fra XVIII e XIX, secolo introduce sulla maiolica di Castelli il colore rosso.
Nella quarta sala si può ammirare il pezzo di maggior pregio del Museo: la vaschetta frigidaria decorata con episodi della vita di re David, realizzata dalla bottega Grue. Nell’ultima sala sono contenute grandi cornici con più mattonelle dello stesso soggetto: scene di caccia, soggetti marini, soggetti biblici. Fra tutte le mattonelle con scene di caccia è possibile trovare quella di dimensioni più piccole che rappresenta un momento di caccia al cervo, realizzata da Carlo Antonio Grue.
Tutti pezzi pregevoli amorevolmente collezionati e custoditi dal barone Acerbo che generosamente ne ha fatto dono alla cittadinanza perché diventasse patrimonio dell’umanità.
Margherita Bonfilio
Nell’immagine di copertina, il Museo dell’Olio a Loreto Aprutino in Abruzzo
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