NAPOLI – Le Olimpiadi invernali del 2026 si svolgeranno in Italia. L’annuncio è stato dato a Losanna dal presidente del Cio Thomas Bach. Il voto dei membri del Comitato olimpico internazionale ha fatto prevalere l’Italia sulla Svezia. La candidatura di Milano-Cortina è stata preferita a quella di Stoccolma-Are: 47 voti per l’Italia contro i 34 della Svezia.
“Siamo orgogliosi di questo grande risultato. Ha vinto l’Italia: un intero Paese che ha lavorato unito e compatto con l’ambizione di realizzare e offrire al mondo un evento sportivo memorabile”: ecco il primo commento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Inutile sottolineare quanto di positivo c’è per l’Italia in questa scelta. Una continua promozione dello sport, un incentivo per tante società di vedere realizzare i propri sogni di gareggiare in terra nostrana. Uno stimolo a preparare adeguatamente un tavolo in cui, speriamo seriamente e lealmente, si possa strutturare una nuova politica abbinando sport e denaro in maniera proficua.
Ma è anche opportuno sottolineare quanto business si creerà attorno a questo evento. Lo sport – si sa – non è solo atletica, calcio giocato o qualsiasi altra disciplina; in questo caso, trattandosi di sport invernali, si assisterà a gare di sci, bob, slittino, l’entusiasmo verrà inesorabilmente anche da quanta ricchezza frutterà questo evento. Lo vogliamo buttare? Vogliamo trascurare il fatto che le Olimpiadi porteranno soldi nelle tasche dell’Italia. C’è chi ancora si scandalizza del “vil denaro” a cui bisogna attingere per svolgere un’attività. “Senza soldi non si cantano messe” si diceva un tempo, ma vale anche adesso. Vogliamo distaccarcene volendo fare i puritani? Oggi non si può. Oggi non si deve. In un periodo economicamente difficile come quello che stiamo attraversando, una boccata di ossigeno non può essere disprezzata. Dal 6 al 22 febbraio 2026 le gare dei XXV Giochi olimpici invernali si distribuiranno tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige; verranno impiegate dodici diverse sedi: sette già esistenti, due temporanee e due che saranno oggetto di ristrutturazioni. Prevista una sola costruzione ex novo. La possibilità, quindi, di creare nuove strutture, nuove infrastrutture, collegamenti, posti di lavoro (si prevedono 20.000 occupati per un giro d’affari pari a circa 5 miliardi di euro). La necessità di organizzare tale evento necessita di personale, idee, progetti. E’ un mondo che si muove. Come disdegnare tutto questo?
30Le gare, l’agonismo, lo sport puro e praticato; la vittoria o la sconfitta terranno gli spettatori incollati alla tv. Siamo un popolo che non sa stare senza l’evento sportivo. E questo non deve farci vergognare.
Poi, certo:, di buono c’è pure che se un organismo internazionale importante come il Cio riconosce all’Italia tutto il rango che pur serve per ottenere l’affidamento di un evento di simile importanza, è segno che il mondo ancora si fida dell’Italia.
Innocenzo Calzone
Nella foto di copertina, il momento della proclamazione
Lascia un commento