PETRELLA SALTO (Rieti)– Ci salvano la vita tra le macerie e tra la neve; ricercano i dispersi, scovano spacciatori, ci strappano un sorriso con la pet therapy, ma per loro è sempre difficile trovare posto nei locali pubblici, in spiaggia, in albergo e questo è spesso causa di abbandono, quando i proprietari si rendono conto che cani e gatti non sono dei peluche e l’amore, verso chiunque, richiede sacrificio.
Tutto questo non succede all‘Oasi di Bianca a Fiumata, stabilimento per utenti con cani. Se tranquilli e ben educati i nostri amici pelosi possono scorrazzare liberi, diversamente restano al guinzaglio (l’Oasi è frequentata anche dal mondo felino), ma nessuno viene mandato via. E Bianca, una meticcia di colore bianco, era la padrona assoluta di questa area tranquilla, immersa nel verde, sulle rive del lago del Salto. A 16 anni è volata serenamente ‘sul ponte dell’arcobaleno’ (come recita una leggenda dei nativi d’America, un ponte dove i nostri amici ci aspettano, accogliendoci scodinzolando), sotto l’ombra di un tiglio, accanto alla sua famiglia umana, Alma Di Pietro e Jacopo Dimonte, educatore cinofilo. Ancora adesso, tra i tavoli, è ben visibile il cartello “non date le patatine a Bianca”, perché Alma e Jacopo non riescono proprio a toglierlo.
Area sosta camper, area pic nic, affitto pedalò, barbecue, pranzo, aperto da aprile a novembre, questo luogo ha qualcosa di speciale, oltre ad essere dog friendly. Qui si vendono e si scambiano libri: nell’area camper, in una cassetta sotto un albero, c’è lo ‘scambialibri’, dove si portano e si prendono libri di ogni genere, anche in lingua straniera, vista la frequentazione di molti turisti, soprattutto europei. Vicino all’area pranzo, l’esposizione di libri di Aporema edizioni, società cooperativa di Legnano, il cui titolare si è trasferito a Pace di Pescorocchiano. Tra le pubblicazioni di Aporema “La ragazza della Valle del Salto” di Terry Salvini, ambientato durante la seconda guerra mondiale, mentre il fiume Salto aveva appena sommerso la valle della protagonista Evelina.
La casa editrice ha deciso di devolvere il 30% della vendita al progetto “io adotto un nonno”, nato all’interno dell’associazione ‘Una cuccia per la vita’ di cui Alma è presidente. Questa associazione si occupa da dieci anni di salvare i cani anziani nei canili, che in Spagna sono nella lista di soppressione, trovando loro una famiglia. In dieci anni ne hanno salvati 1200. ‘Io adotto un nonno’ è dedicato ai cani che hanno trascorso una vita in un canile, per dar loro l’affetto di una famiglia, un sorriso, prima di ‘volare sul ponte’, perché anche i cani piangono. Nella stessa area si vendono calendari, tazzine, gadgets, bomboniere e c’è un salvadanaio per l’offerta libera, sempre a favore dei nonni. Insieme a Sabina Guidotti e con le illustrazioni di Rita Cardelli (Minerva Editore) nel 2020 Alma ha pubblicato il libro “Un occhio verde e uno blu”, ispirato alla storia vera di una cagnolina ‘diversa’.
Il libro, già alla seconda edizione, in vendita nelle librerie e online, è adottato nelle scuole elementari come testo di educazione civica per veicolare messaggi di sensibilità verso gli animali e la diversità. Nella prima pagina la dedica di Francesco Guccini (noto gattaro) e la moglie Raffaella: “La favola di Sabina e Alma racconta con immagini e parole spigolose, colorate, essenziali e poetiche, l’adozione di una cagnolina anziana da parte di un bambino. Un occhio verde e uno blu insegna all’umanità un’altra via, un’altra possibilità di vita”. E quella di Antoni Faeti, anch’egli bolognese, classe 1939, primo professore ordinario della neonata cattedra di letteratura per l’infanzia all’Università di Bologna presso il dipartimento di scienze dell’educazione fino al 2000, in seguito l’incarico come docente all’Accademia di belle arti di Bologna dove insegna “Grammatiche della fantasia: “Nel contesto dell’attuale letteratura per l’infanzia – scrive Faeti – Un occhio verde e uno blu può dirsi unico, perché è didatticamente efficace ed anche limpidamente elegante”.
Nel sito www.unacucciaperlavita.it (info@unacucciaperlavita.it) mercatino online e tante storie a lieto fine. “Noi salviamo gli ultimi, i dimenticati. Ci hanno chiamato il gruppo dei miracoli. Oggi siamo impegnati anche in Italia, interveniamo nelle situazioni di estremo disagio, prevalentemente nel Sud Italia e ci occupiamo di realtà locali nelle Marche, in Veneto e in Emilia Romagna”. La Perrera di Granada sacrifica, ossia uccide, migliaia di cani ogni anno, come unica soluzione al randagismo, dopo solo 10 giorni di permanenza in un canile. L’aspettativa di vita di un randagio in una perrera spagnola è quindi il nulla, se non viene riscattato entro un breve lasso di tempo finirà in cenere: ucciso con un’iniezione letale, quando non sarà finito a bastonate come accade nelle peggiori perreras. Il più sfortunato finirà vivo nel forno crematorio. Per l’unica colpa di essere nato. Un piccolo gesto, anche 1 euro al mese, salva una vita. Per aderire: https://www.teaming.net/unacucciaperlavita.
“Puoi aiutarci diventando la madrina o il padrino di uno dei nostri cani ospitati al rifugio, in attesa di una famiglia, inviando ogni mese una piccola cifra, anche soltanto 5 euro, per garantire loro un posto sicuro e le cure necessarie. Oppure una donazione una tantum con bonifico associazione Una cuccia per la vita, IBAN IT94J0832749633000000002279 Banca di Credito Cooperativo”. Possibile diventare socio con un tesseramento di 20 euro l’anno.
Francesca Sammarco
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