ROMA – Va proprio detto che il balletto “Notre-Dame de Paris”, coreografato nel 1965 da Roland Petit a Parigi, e riallestito l’anno scorso al Costanzi di Roma, ha fatto più scalpore del famoso film del 1956, realizzato in coproduzione Italia-Francia, con l’allora popolarissima Gina Lollobrigida? Probabilmente i più anziani di noi avranno ancora stampato nella memoria e nei sensi il voluttuoso corpo dell’attrice, allora giovanissima e irresistibile nella sensualità dei suoi movimenti di zingara nata. Sono valori che difficilmente potrebbero essere scavalcati da impianti ideologici razionali, propri di una mente socialmente consapevole.
Nel romanzo di Victor Hugo, da cui nasce la trama del film e del balletto, Esmeralda è capace di sconvolgere un giudice integerrimo, e spingerlo al delitto: ma è anche buona, compassionevole, incapace di male, e così è vista dai coreografi moderni. Il balletto ideato dal francese Roland Petit, con allestimento moderno, immesso su geometrie tipiche del Novecento, crea personaggi socialmente ritagliati, identificabili, tutti agli angoli della società e respinti da essa. Dal 21 luglio (fino al 3 agosto), il Teatro dell’Opera a Caracalla ha infatti ripreso – grazie a Luigi Bonino, direttore artistico del repertorio Roland Petit – “Notre-Dame de Paris” (1965) del grande coreografo francese, con i costumi del celebre Yves Saint Laurent e le monumentali scene di René Allio: mentre la buona musica di Maurice Jarre, peraltro eseguita dall’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma e diretta da Kevin Rhodes l’anno scorso, viene trasmessa registrata.
Esmeralda è interpretata dalla nostra recente étoile Susanna Salvi, ed il personaggio – deforme, sordo, perseguitato da Dio e dagli uomini – del campanaro Quasimodo, ballato la prima volta nel 1965 dallo stesso Roland Petit – è Bakhtiyar Adamzhan, primo ballerino della compagnia del Teatro dell’Opera di Astana, in Kazakistan: a turno con lui ha danzato Michele Satriano. Il ruolo di Frollo è retto da un’altra recente nostra étoile, Alessio Rezza: figura infida e crudele, è interpretato a turno con Claudio Cocino. Giacomo Castellana è stato Phoebus l’amato dalla bella Esmeralda, che si è alternato con Simone Agrò. Nel balletto ha grande parte il Corpo di Ballo del Teatro, che incarna il ruolo davvero parlante (anche attraverso i forti e contrastanti colori) del popolo di Parigi.
Il balletto presenta la zingara Esmeralda come unica creatura innocente e pietosa verso l’infelice Quasimodo, nonostante l’apparente esternata sensualità. Quando il campanaro viene accusato ingiustamente di furto, e duramente frustato in pubblico, solo la zingara gli porge da bere (e lui se ne innamora senza speranza). La perfidia del giudice Frollo sottolinea la distanza fra i miseri nella loro bontà, e i potenti nella loro fredda disumanità. Già Roland Petit aveva eliminato dalla coreografia gli aspetti pantomimici e il medievalismo di maniera, per porre in luce la drammaticità del testo di Victor Hugo. Accanto alla bravura tecnica e all’espressività misurata di Bakhtiyar Adamzhan, si pone la calda e intensa interpretazione di Susanna Salvi e la matura e calcolata crudeltà di Frollo, che come previsto nella trama, dopo l’esecuzione di Esmeralda viene individuato dal disperato Quasimodo e scaraventato giù dalle mura di Notre-Dame. Non è mancato nel finale il pezzo di bravura della danza di lui, palpitante e vivo, col corpo (apparentemente) morto di Esmeralda.
L’intero spettacolo ha riscosso pieno successo, come sempre in passato.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, Susanna Salvi e Bakhtiyar Adamzhan che interpretano Esmeralda e Quasimodo in Notre-Dame de Paris
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