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Ninetta Bartoli, prima sindaca in Italia

di | 2023-02-05T20:21:44+01:00 5-2-2023 6:15|Personaggi, Sezione 4|0 Commenti

VITERBO – “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai”, scriveva l’indimenticabile giornalista Oriana Fallaci e lo è stato anche per una donna che negli anni Quaranta ha sfidato il suo tempo e si è candidata sindaca, scrivendo una pagina fondamentale nella storia. Ninetta Bartoli fu la prima donna sindaco in Sardegna e in Italia, esattamente nel comune di Borutta, un piccolo centro del Mejlogu, in provincia di Sassari.

 Nel 1946, i tempi non erano affatto facili per l’altro sesso, eppure con quella elezione inizia una vera e propria ascesa al femminile, nel mondo della politica italiana, tanto da mantenere la sua carica fino al 1958.
Ninetta Bartoli, minuta ed esile, ma con uno sguardo intenso e penetrante, ricopre un ruolo che in Italia era esclusivo appannaggio degli uomini. Una vera e propria rivoluzione se si tiene presente che da appena un anno era stato introdotto il suffragio universale che, grazie al decreto De Gasperi-Togliatti, apre a candidature di entrambi i sessi.

Quasi un plebiscito: 332 voti su 371 decretano la vittoria di Ninetta, nata a Borutta, il 24 settembre del 1896. Proveniente da una famiglia benestante, riceve una adeguata educazione per l’epoca, tanto da andare a studiare a  Sassari, presso l’Istituto Figlie di Maria. I suoi interessi vanno oltre e si prodiga sin da giovane ad aiutare le persone bisognose della parrocchia ed è proprio in questo frangente che conosce una figura molto importante, Padre Giovanni Battista Manzella, il sacerdote “continentale” che catechizzò per circa quarant’anni le anime sarde. Ma è donna Laura Carta Caprino ad influenzare le sue scelte, perché diventando la moglie di Antonio Segni, futuro presidente della Repubblica, la introduce, in quanto presidente regionale delle Dame di Carità, nella Democrazia Cristiana sassarese.

Il piccolo comune di Borutta

Ninetta Bartoli ha lasciato il segno, fonda persino la Latteria sociale del Mejlogu. Nel suo paese  riesce a far costruire fognature, scuole, case popolari ed acquedotti. Per non parlare della realizzazione del primo piano urbanistico nei suoi dodici anni di incarico. Diventa anche  presidente delle Dame di Carità e si dedica con amore, ad opere di formazione e assistenza.
Fu un sindaco molto amato e stimato, fino al giorno della sua morte, il 30 novembre del 1978, quando la sua salma, proprio in segno di rispetto, viene esposta nella Sala Consiliare.
Dal 1978 le sue spoglie mortali si trovano nel cimitero di Borutta.

Laura Ciulli

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