L’ingresso nel mondo del lavoro è il traguardo più agognato da parte dei giovani e delle loro famiglie che, molto spesso, hanno sopportato sacrifici consistenti per consentire il completamento del ciclo di studi. Non di rado accade che il conseguimento della laurea, anche specialistica, nei tempi previsti e con votazioni eccellenti non comporti nell’immediato la conquista di un’occupazione in linea con gli studi effettuati e con le competenze acquisite. E dunque, per tirare avanti, ci si deve accontentare di “lavoretti” sottopagati e spesso anche in nero. Da qui frustazione, delusione, rabbia…
Ma davvero le cose stanno così? O invece bisogna andare ad osservare la situazione con una lente diversa? Una risposta arriva attraverso le indicazioni del Sistema informativo Excelsior, che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. A rendere di facile accesso e comprensione le dinamiche del mercato del lavoro c’è poi il portale Excelsiorienta, lo strumento per l’orientamento dedicato a studenti e docenti. Il primo dato che balza subito agli occhi è che, in realtà, il primo requisito richiesto è la qualificazione. Tanto per scendere subito nei dettagli sono ricercatissimi laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, diplomati del sistema moda, qualificati nell’indirizzo legno. Sono stati questi i titoli di studio più difficili da trovare nel 2024, con tassi di “irreperibilità’ che arrivano anche al 70%. Tra i più ricercati coloro che sono in possesso di una qualifica o di un diploma del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFF): le imprese dell’industria e dei servizi ne cercano 2 milioni e 100mila, ma per la metà fanno fatica a trovarli.
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese, con 205mila profili ricercati. Seguono i diversi indirizzi di ingegneria, per una richiesta complessiva di 143mila entrate, suddivise nei 47mila laureati in ingegneria industriale, 43mila in ingegneria civile, 34mila in ingegneria elettronica e dell’informazione e quasi 19mila in altri indirizzi. Tra i più richiesti ci sono poi insegnamento e formazione (111mila), sanitario e paramedico (55mila). Una quota importante della domanda di lavoro delle imprese è riservata anche ai laureati di altri ambiti scientifici, come lo scientifico-matematico-fisico-informatico (39mila) e il chimico-farmaceutico (28mila). In un caso su due la ricerca di laureati da inserire in azienda presenta difficoltà, con circa 352mila figure difficili da trovare. Il maggiore gap tra domanda e offerta emerge per i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione e nell’indirizzo sanitario e paramedico, con difficoltà che riguardano oltre il 70% delle ricerche. Poco inferiori intorno al 67%, le difficoltà per i laureati nell’indirizzo medico-odontoiatrico e in quello statistico.
Ma anche per i diplomati le imprese incontrano difficoltà nel reperimento. Negli ambiti dei diplomi tecnico-professionali, condividono difficoltà di reperimento superiori al 60% le ricerche delle imprese di diplomati nel sistema moda, in meccanica, meccatronica ed energia, in elettronica ed elettrotecnica e in costruzioni, ambiente e territorio. Ma si collocano a poca distanza, circa al 55%, i problemi nel trovare i diplomati in turismo, enogastronomia e ospitalità e in informatica e telecomunicazioni. L’ambito formativo della meccatronica, con quasi 23mila ingressi previsti, è il più ricercato dalle imprese, seguito da tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei dati (18mila ingressi previsti), e da servizi alle imprese e agli enti senza fine di lucro (16mila ingressi previsti).
Inoltre, raggiunge il 61,1% la difficoltà di reperimento per i tecnici superiori ricercati dalle imprese. I maggiori problemi segnalati riguardano l’ambito tecnologico energia, dove sono difficili da trovare l’87,5% dei diplomati Its. Si attesta poi intorno a 7 tecnici superiori su 10 difficili da reperire il gap per gli ambiti sistema moda, chimica e nuove tecnologie della vita e meccatronica. Con 462mila posizioni programmate, è l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing il diploma quinquennale più ricercato dalle imprese italiane. Seguono gli indirizzi turismo, enogastronomia e ospitalità, meccanica, meccatronica ed energia e trasporti e logistica, rispettivamente con 274mila, 139mila e 107mila assunzioni. Tra i licei, l’indirizzo artistico, con quasi 72mila assunzioni programmate, è quello a maggior domanda da parte delle imprese.
“La difficoltà di reperimento del personale – commenta Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere – rappresenta un serio problema per il sistema produttivo nazionale. In questo scenario, l’invecchiamento demografico sarà uno dei fattori più rilevanti nei prossimi anni. Per farvi fronte serve un mix di interventi dedicati: orientamento ai giovani, miglior dialogo scuola-impresa e una strategia nazionale per trattenere e valorizzare i giovani talenti, premiandone le competenze e soddisfacendone le legittime aspirazioni”.
La situazione, dunque, è un po’ meno grave rispetto al sentire comune, anche se permangono profonde differenze tra Nord e Sud. In Lonbardia e Veneto, ad esempio, il mercato del lavoro è vivacissimo e consente di trovare opportunità importanti; in tutto il meridione, invece, si continuano a scontare ritardi, inefficienze e carenze che limitano fortemente le possibilità di espansione e di crescita. Qualche consiglio pratico può aiutare a districarsi nella precedente valanga di numeri e percentuali: nella scelta dell’indirizzo di studio (sia per il diploma che per la laurea) appare opportuno orientarsi verso specializzazioni che, pur tenendo conto delle personali inclinazioni, offrano realmente opportunità lavorative. E talvolta, anche se a malincuore, bisogna allontanarsi dal prprio abituale luogo di residenza. Non solo, ma bisognerebbe anche puntare ad una reale interazione tra scuola e tessuto produttivo, due entità che (purtroppo spesso) dialogano poco e male.
Le occasioni ci sono: basta andarle a cercare.
Buona domenica.
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