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Natale, menù poetico e piatti della tradizione

di | 2023-12-22T18:00:16+01:00 24-12-2023 5:10|Attualità, Sezione 3|1 Comment

MILANO – Tanti piatti della tradizione italiana per il giorno di Natale, da Nord a Sud ognuno con le proprie caratteristiche e particolarità. Perché non preparare piatti prelibati e leggere poesie di grandi poeti che a Natale hanno voluto fare gli auguri in versi? Partendo dalla capitale e quindi dal Lazio non si può che citare Trilussa.

ER PRESEPIO

Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…

Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.

La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.

A Natale in Lazio si fa l’abbacchio al forno con le patate e i cappelletti in brodo, ma anche il bollito o il tacchino. Nel vicino Molise si mangia la zuppa di cardi, il brodetto alla termolese, a base di pesce, e il baccalà “arracanato”, fatto con mollica di pane, aglio, alloro, origano, uvetta, pinoli e noci, o quello al forno con verza, prezzemolo, mollica, uva passa e noci. Nelle Marche sono tradizionali i maccheroncini di Campofilone, ma anche i “vincesgrassi” e i cappelletti in brodo, che si usano anche in Umbria dove talvolta sono ripieni di cappone e piccione. In Abruzzo il protagonista è la zuppa di cardo, famoso cardone arricchito di uova, polpettine e fegatini, a cui fa seguito l’agnello arrosto e il bollito. Dolci tipici i “cacionetti”, ravioli dolci fritti ripieni di mandorle e purè di castagne oppure con purè di ceci, cioccolata o marmellata.

Dolce del grande poeta Gabriele Dannunzio è il parrozzo di pasta di mandorle ricoperta di fine cioccolata dalla forma tipica a cupola.

Il Presepio (Gabriele D’Annunzio)

A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La sera io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla nonna con dir: “Stanotte l’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra i guanciali.

In Toscana si gustano i crostini di fegatini, l’arrosto di faraona o di anatra e i fegatelli o cappone. Si cucina anche il bardiccio, che è una salsiccia di maiale speziata al finocchio. Una delle specialità valdostane legata alla festa di Natale è la “carbonade”, carne di manzo cotta nel vino rosso; rinomati anche i crostini al miele, da condire con salumi di capra o pecora essiccate e aromatizzate, nonché i famosi agnolotti laddove si risente dell’influenza piemontese. In Piemonte infatti non è Natale senza gli agnolotti e il gran bollito misto, condito con varie salsine tra cui il bagnet ross e verdi. Sulle tavole liguri troneggiano ravioli verdi o di carne, il cappon magro, verdure e pesce naturalmente.

Caffè a Rapallo (Eugenio Montale)

Natale nel tepidario
lustrante, truccato dai fumi
che svolgono tazze, velato
tremore di lumi oltre i chiusi
cristalli, profili di femmine
nel grigio, tra lampi di gemme
e screzi di sete…
Son giunte
a queste native tue spiagge,
le nuove Sirene!, e qui manchi
Camillo, amico, tu storico
di cupidigie e di brividi.
S’ode grande frastuono nella via.
È passata di fuori
l’indicibile musica
delle trombe di lama
e dei piattini arguti dei fanciulli:
è passata la musica innocente.

In Lombardia, oltre al tradizionale cappone famoso anche nel romanzo storico “I Promessi Sposi” di Manzoni, a sorpresa c’è l’anguilla cotta al cartoccio. Per finire in un degno pranzo di Natale non può mancare sulla tavola il tradizionale panettone milanese.

Buon Natale (Dino Buzzati)

E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.
E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa’ piano, Bambino, se puoi.

In Trentino-Alto Adige il posto d’onore è riservato ai canederli che si affiancano al capriolo o capretto al forno e per finire lo strudel o lo zelten a base di frutta secca e canditi. In Veneto piatto forte è la polenta con il baccalà e il lesso con le salse. In Friuli piatto tipico è la “brovada e muset”, una zuppa di rape e cotechino, con la polenta, e poi trippa con sugo e formaggio e il cappone.

 

Il magico Natale (Gianni Rodari)

S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
………..
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

Di passo in passo scendendo nello stivale si arriva in Emilia Romagna dove sono d’obbligo a Natale tortellini e passatelli rigorosamente in brodo ma anche tagliatelle e lasagne. Protagonisti della tavola pure tortelli di zucca e alle erbette, prosciutto e culatello. A Modena invece della carne si mangia pesce, soprattutto conservato. Nel menù delle feste così si trovano gli spaghetti con tonno, sgombro, acciughe e pomodoro, ma anche baccalà in umido o fritto. La Campania si presenta con mille prelibatezze tra cui brodo di cappone, spaghetti alle vongole, cappone imbottito con insalata di rinforzo e poi struffoli, “roccoccò” , pastiera e frutta secca.

Pesce, carne e verdure non mancano nemmeno nelle vicine Basilicata, Calabria e Puglia. La minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle sono i piatti lucani che culminano con il dolce: “scarpedde”, sfoglie di pasta fritte e condite con il miele. La Calabria va rinomata per i salumi, dalla pancetta al capicollo, dalla soppressata alla salsiccia, e poi spaghetti con mollica di pane e alici e capretto o pesce stocco accompagnati con broccoli calabresi saltati.

Posto d’onore in Puglia alle cime di rapa e alle pettole (o pittule), che sono frittelle di pasta lievitata farcite con pomodori, capperi, origano e alici, ma anche gamberi sgusciati, cime di rapa e ricotta. Si mangia poi anche l’anguilla arrostita e il baccalà fritto e poi l’agnello al forno con lampascioni, che sono delle cipolline leggermente amare. Infine, i dolci: turdilli o cannaricoli e la pitta ’mpigliata.

Natale (Salvatore Quasimodo)

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

Infine le isole. In Sicilia imperano insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e beccafico e come dolci cassate e cannoli. In Sardegna si possono assaporare i “culurgiones de casu”, che sono ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi gli immancabili malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia.

Non resta che augurare Buon Natale, buona poesia e buon appetito a tutti.

Margherita Bonfilio

One Comment

  1. Gaetana Giuseppa Figuccia 29 dicembre 2023 at 14:55 - Reply

    Leggendo questo articolo non posso che commentare per le rime:

    E’ Natale (Gaetana Giuseppa Figuccia)

    La magia si rinnova
    il Bambin Redentore
    accende nei cuori gioia e splendore.
    C’è chi fa un lungo viaggio
    come i Re Magi seguendo un miraggio
    per offrire un sorriso a chi attende paziente.
    C’è chi volge la mente
    a chi non è più presente.
    Ma i bambini non sanno
    cosa è ieri o domani
    sanno solo che oggi è Natale,
    nel cielo si accende quell’Astro Lucente
    tra faville e scintille
    attendon con ansia doni speciali.

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