Inutile negarlo, molti italiani (moltissimi, troppi) stanno già pensando ai regali di Natale. La tredicesima, per chi di questa si deve accontentare, servirà a soddisfare qualche parente e/o qualche amico. I più ricchi non baderanno a spese come fanno per il resto dell’anno. L’importante, comunque, è andare per negozi, fare shopping sotto cascate di luci sfolgoranti e abbuffarsi con il cenone di Capodanno.
Beh, sarò banale, scontato e (dirà qualcuno) anche ipocrita. Ma nessuno mi può togliere dalla testa e dal cuore quei numeri forniti dall’Istat, l’Istituto superiore di statistica, che ci dicono che molti altri italiani, moltissimi, troppi, a Natale dovranno accontentarsi del solito pasto, quello di tutti i giorni. Regali? Manco a pensarci, solo una chimera.
Nel Bel Paese nel 2017 vivevano in povertà assoluta oltre cinque milioni di persone e nell’anno in corso sono pure aumentate. L’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%). Ovverosia i giovani non trovano lavoro e per loro resta sempre più difficile avere un reddito che consenta una vita dignitosa. Cosa ancora più difficile nel sud d’Italia dove l’incidenza della povertà assoluta aumenta sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). Ma la povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
Secondo la Coldiretti il 18% degli italiani il prossimo Natale non farà alcun regalo. Come a dire che quasi un italiano su 5 non farà regali a causa principalmente delle difficoltà economiche che vedono nel Paese aumentare la forbice tra le fasce della popolazione benestanti e quelle a rischio povertà”. Insomma non è una bella immagine per chi a Natale sente sempre più usare a sproposito parole come amore, pace, amicizia, solidarietà.
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