ROMA – Il presepe, l’albero di Natale, le musiche, le luci e i colori… Eccoil Natale con la sua atmosfera magica, i suoi doni, il pranzo che riunisce tutta la famiglia. Perché nessuna festa è capace come questa di riunire tutti i membri familiari intorno al focolare, vero o immaginario che sia, fra tombole, panettone, pandoro, torrone e brindisi.
Posto che ogni famiglia ha le sue abitudini, una buon equilibrio si raggiunge riunendo intorno al tavolo della cena la sera della vigilia i parenti più intimi. Il primo nodo da sciogliere, a questo punto, è: a casa di chi? Questione non semplice. La miglior soluzione è valutare caso per caso, solitamente la risposta è “a casa mia però ….non ce la faccio a cucinare per tutti”. Soprattutto se, come nella maggior parte dei casi, si lavora (il 24 non è feriale, quindi non tutti hanno tempo di stare ai fornelli).
Ecco che allora la svolta arriva se ciascuno dei familiari porta qualcosa a cena allestendo un banchetto collettivo. Dallo scenario, però, sono escluse le eccezioni (si spera siano tali), ovvero quelle famiglie dove i rispettivi suoceri o cognati non si sopportano: in questo caso sono i padroni di casa a doversi guardare negli occhi e, con il massimo dell’onestà possibile, a dover trovare una soluzione, cercando di smistare qualcuno alla cena del 24 e qualcun altro al pranzo del 25 in modo da evitare di trasformare l’appuntamento natalizio in un incontro di boxe (solo nella proverbiale famiglia del Mulino Bianco ogni ingranaggio funziona alla perfezione: tutti si amano e si vogliono bene e non aspettano altro che vivere il Natale insieme)
Le feste in famiglia o sono una favola o sono un incubo, anche su questo difficilmente esistono vie di mezzo. Le rimpatriate e i pranzi con i parenti (anche con quelli che non si vedono dal 24 dicembre dell’anno precedente), infatti, possono essere delle giornate memorabili, piacevoli, divertenti, oppure possono rivelarsi di una noia mortale. In particolar modo se a tavola ci sono commensali che non si incontrano da 365 giorni e che non fanno altro che chiedere dell’università, del lavoro, del fidanzato che hai o non hai… Se poi ci sono cuginetti capricciosi che attaccano il tradizionale “piagnisteo”, se la compagnia, insomma, non è delle più entusiasmanti, ecco che le feste in famiglia possono diventare difficili, quasi impossibili da sopportare.
Tuttavia tutti entrano in casa con il sorriso stampato sulle labbra, con i regali per tutti ben impacchettati, felici, entusiasti di questa mega rimpatriata familiare anche se molti vorrebbero mettere il pigiama e andare a dormire. Ma il Natale nasconde una magia: sta ad ognuno di noi trovarla. Allora un bel respiro e non mettiamo limiti perché si può scoprire che le feste in famiglia sono persino piacevoli. Sicuramente succedono cose un po’ strane, come trovarsi seduto accanto a quel parente con cui non si parla da mesi e con il quale al massimo ci si è scambiato un like su Facebook (sempre che abbia Facebook).
Trascorrere il Natale in famiglia ha comunque anche i suoi vantaggi e basterà solo iniziare a vederli per vivere le feste con uno spirito diverso. Stare seduti a tavola con genitori, zii, nonni è una buona occasione per ravvivare il vostro rapporto, per scambiare qualche parola, fare qualche risata e fermarsi semplicemente a non dire nulla di che, cosa impossibile durante l’anno. Una cosa è certa: trascorrere il Natale in famiglia non ci fa sentire soli, perché c’è chi lo è la notte di Natale e forse cosa più triste non c’è.
Se la cena della vigilia è intima e complessa da organizzare, il pranzo di Natale è alla portata di tutti e semplice da combinare. Tanto per cominciare perché sono tutti più tranquilli: il 25 dicembre è vacanza per tutti, i regali sono stati scartati, i bambini sono felici, non devono andare a nanna (anche quelli che devono fare il pisolino sono di più facile gestione) e l’informalità del pranzo rende più semplice anche l’impegno in cucina, tanto che in tavola sono ammessi anche gli avanzi della cena della vigilia. Ecco perché il pranzo di Natale è perfetto per riunire tutti i parenti. Da quelli che non hanno potuto partecipare alla cena (perché a loro volta impegnati in altre cene) a quelli che si frequentano meno ma, almeno una volta all’anno, è bello vedere. Senza dimenticare gli amici intimi di famiglia, grandi alleati nello sdrammatizzare e stemperare eventuali tensioni.
Si può essere credenti o meno, ma una cosa è certa il Natale arriva e porta pace e serenità. E’ un modo, forse obbligato, per ritrovarsi. Non succede quasi mai durante l’anno, con le giornate frenetiche che tutti viviamo, di poter fermare il tempo, per ritrovarsi tutti insieme intorno alla tavola, a festeggiare, a parlare. Ci si incontra poco, ormai, e custodire il Natale in famiglia è importante proprio per non perdersi. D’altra parte a Natale non siamo tutti più buoni? O almeno dovremmo esserlo.
Adele Paglialunga
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