NAPOLI – Al via la 12. edizione del Napoli Teatro Festival, organizzato dalla Fondazione Campania dei festival guidata da Alessandro Barbano. Sede principale il Palazzo Reale, ma circa 40 siti dislocati nell’intera città e varie location regionali ospiteranno più di 150 eventi. Ben 11 le sezioni previste: dalla letteratura alla poesia, ai laboratori, alle opere sullo sport, al teatro internazionale e d’avanguardia. Uno scenario molteplice ed espressivo di arte e cultura per tutti i gusti: dal 6 giugno a metà luglio i teatri della città protagonisti per continuare le attività dopo il cartellone stagionale. Biglietti alla portata di tutti (8 euro a spettacolo) per diffondere la cultura teatrale che è alla base della nostra cultura sin dai tempi dei greci. Dai classici come”Orgoglio e pregiudizio” alla sperimentazione, agli inediti come “Il grande silenzio” (testo di Maurizio De Giovanni, regia di Alessandro Gassman con Massimiliano Gallo). Testi inediti, ma anche musica e danza.
Un’iniziativa importante e di successo per sensibilizzare gli utenti alla bellezza del teatro come arte privilegiata ad un rapporto diretto con il palcoscenico e gli attori come fruizione di emozioni e sentimenti. Il teatro è la più alta espressione emotiva per un tangibile pathos che si crea tra l’attore e il suo pubblico che diventa a sua volta protagonista della performance stessa.
A Napoli, la terra dei De Filippo e degli Scarpetta, che è stata immortalata nelle loro opere e tramandata e spesso mai mutata perché Eduardo seppe cogliere l’essenza dell’anima napoletana. Ancora oggi le sue opere sono modernissime e calate perfettamente con il gene di questa città, tanto amata (come un bravo padre fa) da metterne in risalto le tante contraddizioni.
Una città sempre ingrata verso i suoi figli che mai ha dato lustro e riconoscenza ai suoi artisti. Una compagnia stabile per esempio che mettesse in scena a ciclo continuo le opere di De Filippo per fruitori locali e viaggiatori come si fa per Shakespeare al Globe di Londra. Di attori ancora questa città ne sforna, più rari i drammaturghi, spesso nelle opere è proprio il testo a mancare per interpretare la complessità della nostra epoca. Ma magari tra le varie sezioni e proposte questo evento darà spazio e luce ai nuovi classici del futuro. Importante smuovere il torpore culturale latente in ognuno di noi è un’azione fondamentale.
Angela Ristaldo
Nella foto di copertina, il logo di Napoli Teatro Festival
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