FIRENZE – Minecraft è un gioco che permette a chiunque di costruire il proprio mondo. Lo ha ideato Markus Persson, proprietario della casa produttrice di videogiochi Mojang, che ha fin da subito collaborato con Microsoft Studios, che a sua volta nel 2014 ha comprato il videogame per ben 2,5 miliardi di dollari. Il gioco ha una suddivisione in creativo e sopravvivenza, con varie modalità, entrambe giocabili in single player (giocatore singolo) oppure multiplayer (più giocatori).
Minecraft ha fatto breccia nel cuore degli videogiocatori, diventando popolare in pochissimo tempo, e nonostante il rilascio di nuovi giochi da parte di altre case, il gioco di “creazione libera” ha dominato le classifiche videoludiche per oltre dieci anni fino ad oggi, raggiungendo più di 112 milioni di utenti attivi ogni mese. Un numero di utenza quasi esagerato, che ha portato il famoso videogioco a vincere numerosi premi, aggiudicandosi il titolo di gioco più influente della storia.
La caratteristica principale di Minecraft è che il mondo in cui viene posto il giocatore è generato casualmente. Le possibilità sono infinite, si potranno creare piccole casette o veri e propri palazzi o castelli, diventare “imperatori” del mondo, costruendo e inventando ogni idea che passa per la mente, ma attenzione alle creature che potrebbero aggirarsi nella notte…
Grazie alla natura di Minecraft, il videogame ha trovato numerosi impieghi anche nell’ambito didattico, permettendo agli studenti di immergersi a 360° in vari scenari. In un istituto romano, ad esempio, sono stati ricreati vari scenari dell’antichità: l’antico Egitto e l’impero romano. Ma non solo, grazie al “creatore di mondi”, gli studenti hanno appreso i confini delle regioni e addirittura il DNA. Un valido strumento quindi, non solo per l’insegnamento di numerose materie, ma anche per l’acquisizione delle competenze digitali, importantissime nel mondo moderno.
Anche i genitori sono soddisfatti, trattandosi di un gioco che, a differenza degli sparatutto, non incita alla violenza, e che permette anche i più giovani di acquisire numerose competenze, come la leadership, il team working ed il problem solving. Il videogioco dei cubetti risulta quindi molto più di un gioco e, come dimostrato, può essere utilizzato anche in ambito scolastico e creativo.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, una locandina di Minecraft
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