PALERMO – Se fosse vissuto oggi, avrebbe sicuramente concorso al premio per il miglior maestro del mondo. Ma Michele Crimi, maestro e pedagogista siciliano, nato a Trapani nel 1875 e morto a Pescara nel 1963, non ha avuto da vivo i riconoscimenti che avrebbe meritato per la sua opera di promozione umana, sociale e pedagogica. La riscoperta e la valorizzazione delle intuizioni didattiche di Michele Crimi si deve soprattutto agli studi delle professoresse Maria Tomarchio e Gabriella D’Aprile, rispettivamente docente ordinaria e docente associata di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento di Scienza della Formazione dell’Università di Catania, autrici dei testi: Michele Crimi: Pagine inedite di pedagogia siciliana (Bonanno editore, 2007) e Lo sperimentalismo pedagogico in Sicilia e Michele Crimi (Anicia, 2008).
Chi è stato, dunque, Michele Crimi? Dal 1896 al 1909 è un semplice maestro elementare nella sua città natale, Trapani, dove ha la possibilità di osservare da vicino la situazione reale dei ragazzi. In uno scritto di quegli anni, ha il coraggio di denunciare lo sfruttamento del lavoro minorile in Sicilia. La sua attività di sperimentazione didattica e di riflessione teorica si inserisce nel movimento di rinnovamento pedagogico che si sviluppa tra fine Ottocento e inizio Novecento, sulla base dei principi dell’attivismo pedagogico. I docenti che si riconoscevano in tale indirizzo formativo, cercavano di rivedere organizzazione, contenuti e metodi della scuola perché essa potesse rispondere ai bisogni sociali emergenti.
Crimi prosegue la sua formazione laureandosi in Filosofia nel 1907; ottiene poi nel 1908 l’abilitazione all’ufficio di Direttore Didattico e nel 1909 il Diploma di Magistero in Filosofia. Nel 1911 il ministro della Pubblica Istruzione lo nomina Direttore del Regio ginnasio magistrale di Marsala, dove lavorerà sino al 1923. Fonda nel 1923 l’associazione “Pro-schola” per sostenere i maestri e le maestre che operano nelle scuole rurali. In questa fase, comprende profondamente i gravi problemi della realtà contadina e partecipa alla lotta contro il latifondismo condotta dal movimento contadino siciliano.
Alla luce delle esperienze di insegnante, matura quella consapevolezza dell’interdipendenza tra scuola e ambiente socio-culturale che è alla base dei suoi progetti educativi, sia all’interno che all’esterno della scuola. Fuori dalle Istituzioni scolastiche, Crimi si occupò attivamente dell’Educatorio-ricreatorio ‘Giuseppe Garibaldi’, dell’Opera “Pro-Infantia”, dello Schedario degli obbligati, delle Colonie estive e dell’ambulatorio medico-pediatrico realizzato con la sezione catanese della Unione femminile nazionale. Dal 1923 al 1927 è nominato Regio Ispettore Scolastico della Circoscrizione di Trapani.
La sua intuizione pedagogica principale, importante anche per le implicazioni sociali e sanitarie, è quella di istituire per primo in Sicilia le classi all’aperto. La possibilità per i ragazzi di apprendere all’aria aperta si realizza a Marsala, nel giardino di via Frisella; a Trapani, nel campo dell’Educatorio Garibaldi; a Lanciano, in provincia di Chieti e in Abruzzo presso i Giardini pubblici “Villa Margherita”.
Il principio della ‘scuola aperta’ è quello di far uscire dalla struttura scolastica gli alunni, per porre i bambini e il loro operare al centro della pratica educativa, che dovrà quindi valorizzare il carattere sperimentale dell’apprendimento attraverso il gioco, il lavoro, la ricerca, il lavoro manuale e la creatività. Tra le attività da svolgere all’aperto, particolare importanza ebbe la cura di piccoli orti: attraverso la coltivazione delle piante, secondo il pedagogista siciliano, i ragazzi coniugavano sapere scientifico, nozioni pratiche, attività manuali.
Tale attività didattica si struttura come esperienza d’avanguardia di scuola attiva in ambito formativo e testimonia l’esistenza di una peculiare e feconda tradizione di sperimentazione pedagogica nella Sicilia del Primo Novecento. La vita all’aperto, insieme agli insegnamenti sull’igiene personale e ambientale, è proposta anche per la prevenzione e cura della tubercolosi, assai diffusa nei primi trent’anni del 1900. In questa prospettiva, sono istituite in Sicilia diverse Colonie marine. Allo scopo di reperire i finanziamenti necessari al loro funzionamento, Crimi promosse a Marsala una sezione dell’associazione “Pro Infantia”.
Per un certo periodo Michele Crimi continua a ricoprire il ruolo di Ispettore scolastico anche in epoca fascista, ma nel 1939 viene destituito e posto in pensione forzata, in quanto rifiuta la tessera del partito. Alla fine della II guerra mondiale, con la caduta della dittatura fascista, Crimi viene richiamato nel suo ruolo e continuerà sino al 1947 a battersi per una scuola attiva ed inclusiva.
Una recente ricerca curata dal Laboratorio di ecologia affettiva dell’Università della Valle d’Aosta, realizzata nella scuola primaria di Gressoney-La-Trinitè, attesta che i bambini che studiano all’aperto sviluppano una maggiore attenzione, incrementano le facoltà cognitive e migliorano le relazioni sociali.
Ma questo il maestro Crimi lo aveva intuito già 100 anni fa…
Maria D’Asaro
Complimenti, Maria
Ottima ricostruzione. E acute le conclusioni