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A Napoli la metropolitana è un’autentica opera d’arte

di | 2024-08-30T10:49:39+02:00 1-9-2024 1:20|Arte, Sezione 5|0 Commenti

NAPOLI – È stato sicuramente un progetto ambizioso per una città in trasformazione quello della realizzazione della linea 6 della metropolitana di Napoli che non è solo un’opera funzionale per la città, ma anche un progetto culturale che mira a riqualificare il tessuto urbano e a rendere l’arte (e l’architettura) accessibile a tutti. Le nuove fermate sono un esempio di come l’arte possa integrarsi nel quotidiano, trasformando il viaggio in un’esperienza estetica e culturale. Da tempo attesa e, comunque solo in parte completata, la nuova metropolitana di Napoli, nei suoi lunghi anni di sviluppo ha creato nuovi lidi, nuove mete per il turista che giunge in città. Non è più solamente la bellezza indescrivibile di Spaccanapoli, del Cristo velato, di Donnaregina o di Santa Chiara o di Piazza del Plebiscito o delle altre infinite tappe che meritano di essere vissute, ma ormai è consolidato, nel percorso che si idealizza attraverso le strade cittadine, il passaggio, il tempo da dedicare alle stazioni della nuova metropolitana.

Alla infinita e romantica immagine che Napoli ha profuso nel tempo, una bellezza nuova, moderna, tecnologica, si aggiunge: la bellezza della metro. Da qualche mese ormai è in funzione anche la linea 6 che permette di collegare al centro un altro pezzo di città, in particolare quella che si sviluppa ad occidente, verso il quartiere Fuorigrotta attraversando il quartiere Chiaia e lambendo Mergellina e Piedigrotta. Alle quattro fermate chiuse anni fa si sono aggiunte le nuove fermate di Arco Mirelli, San Pasquale, Chiaia e Municipio. Le quattro nuove fermate sono veri e propri musei sotterranei, dove architettura e design si fondono con opere d’arte contemporanea. Una bellezza articolata, una bellezza che s’impone inesorabile. Restano di sicuro perplessità su certe rappresentazioni artistiche che non riscuotono all’unanimità giudizi positivi.

Resta però un dato di fatto: le quattro nuove stazioni sono opere di architettura straordinaria. Una ventata di novità, di modernità (a Napoli, considerando il centro direzionale come ultima opera realizzata e poi l’ampliamento dell’aeroporto, a livello architettonico siamo fermi a cinquanta anni fa, se non di più). La stazione di Arco Mirelli che è un omaggio alla classicità progettata dall’architetto Hans Kollhoff, arricchita dall’opera dell’artista Rebecca Horn, costituita da una serie di coni di rame che ricordano tulipani metallici; la stazione di San Pasquale: un tuffo nel blu del mare. Opera dell’architetto Boris Podrecca, è un omaggio al mare e alla città di Napoli. Le pareti rivestite di mosaici blu e le colonne che ricordano le onde del mare creano un’atmosfera immersiva. L’opera dell’artista Peter Kogler aggiunge un tocco di surrealismo a questo spazio già affascinante.

La stazione Chiaia, progettata da Uberto Siola e arricchita dalle opere del regista Peter Greenaway; ci si ritrova in un viaggio mitologico nelle profondità della terra. Le installazioni, le sculture e le luci creano un’atmosfera incredibilmente suggestiva. La stazione Municipio, già attiva da qualche anno, aspetta la sua consacrazione con la realizzazione di un museo aperto con installazione di opere della classicità proprie della zona dove è sorta, è uno snodo di altissimo livello. Per questa resta il rammarico di una mancanza di spazi coperti in superficie. Una piazza in pietra lavica a Napoli senza ombra non si può concepire. Ma tant’è.

Il design moderno, gli ampi spazi, l’illuminazione naturale dove possibile o artificiale creata con effetti incredibili, i colori forti, eleganti creano nelle diverse stazioni ambienti accoglienti e carichi di vitalità.

Ma il punto che lascia pensare, al di là di tutto, è come il “Bello” s’imponga inesorabile. Lasciando da parte le diatribe politiche, i tempi e tutto ciò che viene fuori nelle chiacchiere quotidiane pervase di qualunquismo e beceri pettegolezzi pregni di preconcetto, ciò che sovrasta tutto questo è come la bellezza crei altra bellezza. Come la bellezza crei rispetto, rapporto, comunicazione. L’impressione più grande è come certe opere diano vertigine, vera emozione e non è certo per povertà di “modernità” che circola a Napoli.

Non per nulla il fatto che la nuova metropolitana sia diventata un punto di riferimento, un’occasione da non perdere nel tour cittadino, il fatto che alcune stazioni siano annoverate tra le più belle d’Europa non è scontato. Ciò che si vuole sottolineare è come si possa rimanere a bocca aperta di fronte ad opere che rompono con la routine quotidiana, con la “normalità” architettonica. Importante è che si sviluppi una mentalità artistica nuova rispettosa della tradizione ma carica di novità e bellezza. Un’arte che crei dialogo, che sia fruibile, che sia da visitare dalle scolaresche, che sia propositiva: una bellezza artistica, questo è ciò che si intravede finalmente qui a Napoli.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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