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Mentana investe su “Peppino nostro”

di | 2020-07-12T06:46:43+02:00 12-7-2020 6:15|Cultura, Sezione 4|2 Comments

MENTANA (Roma) – C’è chi lo considera un eroe e chi un gran furbacchione che ha saputo costruirsi l’immagine giusta per ogni occasione. La storica inglese Lucy Rial, nel suo libro “L’invenzione di un eroe”, lo descrive come il prototipo di chi, sapendo manipolare le masse per ottenere il consenso, ha saputo creare il mito di se stesso e c’è riuscito meglio di tanti politici che oggi hanno a disposizione più strumenti di quanti ne avesse avuti lui. Sicuramente fu un uomo fuori dall’ordinario e probabimente per questo Giuseppe Garibaldi, vuoi o non vuoi, è il personaggio storico cui sono state dedicate più statue in assoluto, come risulta, e in tutto il mondo. In Italia ce n’è una in ogni città, anche a Orzinovi, nella Bassa Bresciana e poi a Sanremo, a Palermo, a Gallarate. Insomma, ogni località, anche la più piccola, ha la sua rappresentazione in bronzo o marmo dell’eroe dei due Mondi, posizionata là dove si possa vedere meglio: in un giardino, in una piazza o in un incrocio, al centro di una rotonda, a ricordare il simbolo – sebbene molto discusso – dell’Unità d’Italia.

La battaglia di Mentana

 

Una statua non manca nemmeno in molti altri posti dove non ce lo aspetteremmo: a New York, a Buenos Aires, a Nizza, dovunque insomma. Ma c’è un luogo dove davvero dovrebbe essere e invece la sua assenza quasi stride con la realtà e la illustre storia locale. Si tratta di Mentana, paese di 23mila abitanti a 20 chilometri da Roma, annoverato negli annali per una famosa sconfitta, il 3 novembre 1867, delle Camicie Rosse al seguito di Garibaldi. Sconfitta che però non ha tolto dignità né alla città né al protagonista di cui tutti i mentanesi vanno orgogliosi e forse non sanno neanche perché. Esperti e studiosi parlano ancora oggi del motivo di quella defaillance, in cui morirono 270 combattenti: c’è chi la attribuisce ad una mossa che il nizzardo non si sarebbe aspettata, chi ad una strategia bellica sbagliata. Senza stare a discutere qui problemi tattici o politici che possano spiegare quella disfatta c’è un particolare, però, che a Mentana salta agli occhi dei visitatori che arrivano in cerca di curiosità da scoprire o da vedere. Si tratta dell’assenza di una statua dedicata a Garibaldi, nonostante la cittadina abbia tante cose inneggianti a colui che gli ha conferito un posto nella storia.

L’assessore Barbara Bravi

Come ci si giri, infatti, a Mentana tutto ricorda il suo passaggio qui: il Casale di Vigna Santucci per averlo ospitato, il roccolo di via Paribeni per essere stato sede di un episodio di quella battaglia, il colore delle divise della banda folkloristica, rosse come le camicie dei garibaldini, la piazza centrale del paese, a lui dedicata come la trattoria antistante. “Parlare di Garibaldi – spiega l’assessora alla Cultura Barbara Bravi – equivale parlare di Mentana e viceversa: sfido chiunque a smentirmi”. E’ lei stessa, però, a far notare l’assenza di una immagine di Garibaldi in una città dove tutto parla di lui: il Monumento ai caduti costruito subito dopo l’unità d’Italia quando a queste opere fu affidata la funzione di riunire intorno a sé la comunità appena nata; l’ossario, il museo dove sono custoditi i reperti di quella guerra, con tanto di armi e poi le note camicie rosse.

L’assessora parla di questa come di una omissione gravissima da parte di tutte le amministrazioni passate, incapaci di intuire che su quel personaggio potevano fare un investimento per rilanciare un territorio privo, in realtà, di altro su cui contare. Ha cominciato a farlo lei, però, da quando si è messa in testa di trasformare “Peppino nostro”, nell’attrattiva principale della città, capace di portare storici, studiosi o semplicemente curiosi e di mettere in moto il turismo e l’economia locale. E così, da quando si è insediata nel febbraio 2016, la Bravi ha deciso di rilanciare quel personaggio e di farne il volano di crescita di un territorio che non ha saputo approfittare finora di questa opportunità. Innanzitutto ha rivoluzionato tutto ciò che lo riguarda togliendo la polvere che si era depositata in più di un secolo sulle teche del museo (ora si chiama Mu.Ga., acronimo per Museo Garibaldino), che risultava per lo più chiuso a chi lo voleva visitare e trasformandolo in luogo di convegni con apparato multimediale. Poi ha fatto praticare un restauro conservativo delle camicie, su cui sono ancora visibili i buchi delle pallottole ma che rischiavano di polverizzarsi ed ora sono al sicuro, ha fatto riaprire l’ossario e il monumento dotando quest’ultimo di una illuminazione notturna che lo rende un affascinante luogo adatto ad eventi serali.

L’Antica Trattoria Garibaldi

Con questa operazione la storia è passata dai libri di scuola alla vita di tutti i giorni ed è diventata pretesto di incontri culturali che vanno dalla musica al teatro e ad ogni forma di creazione artistica. Garibaldi è stato solo l’inizio, un pretesto “Ma è una vergogna – afferma l’assessora – che proprio Mentana non abbia una sua statua”. E così la Bravi sta pensando seriamente anche a questo. L’area su cui dovrà sorgere il monumento equestre potrebbe essere un incrocio o una rotonda in una delle entrate della città. “E così – fa notare – anche Mentana, che doveva essere la prima a farlo, si presenterà come la città di Garibaldi”. Della disputa tra estimatori e detrattori dell’eroe dei due Mondi, Barbara Bravi non è interessata a parlare. Per lei su di lui non si discute, cosa che vale più o meno per tutti i mentanesi. “Garibaldi per noi è un simbolo al di là dei suoi meriti e da sempre, basta andare in giro e chiedere a chiunque– conclude – ma è arrivato il momento di contestualizzare il suo passaggio qui ricordando che da quel momento la storia è cambiata ed ha bisogno di essere raccontata in un modo nuovo e più funzionale”.

Gloria Zarletti

2 Commenti

  1. Sergio 12 luglio 2020 at 16:57 - Reply

    Non sapevo che a nentana non ci fosse una statua che lo rappresentasse. Non essendo io di qua, ma so di aver fatto molte volte rappresentanza militare (aeronautica militare con i vari picchetti d’onore), nei vari miei anni di servizi… Rimango stupito per non essermene accorto. Concordo con ciò che hai scritto Gloria e felice che l’assessore Bavi faccia di tutto e di più per questa giusta causa.

  2. Sandro 13 luglio 2020 at 12:39 - Reply

    Sono d’accordo con l’assessore Bavi ,io la metterei alla rotonda vicino ai carabinieri

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