//Matera, un referendum per entrare in Puglia

Matera, un referendum per entrare in Puglia

di | 2024-10-13T02:57:44+02:00 13-10-2024 2:00|Punto e Virgola|0 Commenti

“Volete che il territorio del Comune di Matera sia separato dalla regione Basilicata per entrare a far parte della regione Puglia?”. E’ il quesito corredato da 64 firme e posto da due ex senatori, Tito Di Maggio e Corrado Danzi, alla segreteria del Comune di Matera: di fatto, si tratta della richiesta di indizione di un referendum che consenta alla città dei Sassi di lasciare la Basilicata e di aggregarsi alla Puglia.

Salvatore Tito Di Maggio

“Siamo stanchi di subire lo strapotere di Potenza”: i promotori del cambiamento motivano in maniera molto semplice la scelta di sottoporre al voto il futuro della città. L’idea di base nasce per favorire lo sviluppo economico e culturale di Matera, inserendola in un contesto regionale più competitivo e vivo. “La città deve ricevere le attenzioni che merita, è stanca di subire – aggiungono -. Soprattutto, visto il momento storico che sta vivendo Matera che potrebbe determinare un effetto domino nella decomposizione di un sistema regionale che sta mostrando tutti i suoi limiti”.

Corrado Danzi

Salvatore Tito Di Maggio nel 2013 viene candidato al Senato nelle liste di Con Monti per l’Italia nella circoscrizione Basilicata e approda a Palazzo Madama per la rinuncia di Pier Ferdinando Casini (che opta per la circoscrizione Campania). E’ un imprenditore ed è fratello del giudice Francesco Di Maggio. Corrado Danzi, medico specialista in allergologia e pneumologia, dal 15 giugno 2000 subentra al Senato  in sostituzione di Giuseppe Brienza, viene riconfermato senatore anche nella legislatura successiva, sempre nelle fila del Ccd-Cdu.

I due ex parlamentari non la mandano a dire: “C’è una chiara volontà da parte dei politici potentini di recuperare a sé il centro della Regione. Il che può essere anche legittimo, ma noi materani non possiamo assolutamente tollerare che si vada oltre. Noi siamo e ci consideriamo apripista per quello che è il progetto delle macroregioni: oggi la gente soffre, non arriva a fine mese. In questo quadro avere venti regioni non ha alcun senso. Riteniamo che la spesa pubblica non inciderebbe assolutamente sulle tasche dei cittadini se le Regioni diventassero di meno. Siamo quindi a favore dell’ipotesi della Fondazione Agnelli che noi condividiamo pienamente”.

Il primo passo è stato dunque compiuto, ma il cammino per arrivare ad una effettiva separazione è ancora molto lungo e per tanti versi complicato. Entro 15 giorni, il Consiglio comunale dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità per materia e sulla formulazione del quesito che dovrà essere breve e comprensibile. Ma questo è il minore dei problemi, visto il testo stringato ed efficace della richiesta. Nei successivi 15 giorni, la decisione dovrà essere comunicata ai proponenti che, a quel punto, avranno 60 giorni di tempo per raccogliere le firme necessarie (50mila) che saranno validate sempre dalla segreteria comunale nei successivi 30 giorni. Infine, il referendum dovrà essere indetto nei 120 giorni successivi alla presentazione delle firme.

“Il nostro è un progetto che vuole stimolare il protagonismo della città di Matera con azioni dirompenti che riteniamo necessarie a far sì che vengano accelerati i progetti di sviluppo locali – dichiarano Di Maggio e Danzi a La Repubblica –. Non è una provocazione, ma una vera e propria azione che vogliamo concretizzare senza indugi e senza sosta fino al raggiungimento dell’obiettivo finale”. I due ex senatori sono i rappresentanti dell’associazione ‘Matera Terra d’Otranto’ che già dal nome richiama il passato geopolitico della città lucana.

Domenico Bennardi, sindaco di Matera

Abbastanza contrario Domenico Bennardi, sindaco della città dei Sassi: “Piuttosto che di annessioni, dovremmo parlare di connessioni, anzi di interconnessioni, di facilitare la mobilità, i trasporti, la circolarità del sapere tra i nostri giovani, tra le nostre imprese, tra le nostre università, tra i nostri viaggiatori. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi bellissimi, che meritano di essere connessi e collegati tra loro, e questo lo si può fare condividendo progettualità, patti di amicizia, come quello siglato tra Matera e Bari e tra Matera e Taranto”. E ancora: “La proposta dei senatori Di Maggio e Danzi è interessante sul piano di una suggestione storica, naturalistica e, se vogliamo, anche politica, vista la non sempre facile interlocuzione e considerazione tra il territorio materano, dell’intera provincia, e l’ente Regione Basilicata. Per quanto i senatori definiscano concreta la loro proposta, mi pare sia destinata a rimanere una provocazione”.

Non è la sola Matera a non sentire la sua identità totalmente legata alla regione di appartenenza e per questo a ipotizzare di lasciarla. Nel 2017 il Comune di Sappada è passato dalla Regione Veneto a cui apparteneva alla Regione Friuli Venezia Giulia e, più recentemente, si è parlato della possibilità che il Molise si ricongiunga con l’Abruzzo.

“E’ una forte provocazione politica – rimarcano i promotori – che tiene conto dell’oggettivo strapotere di Potenza, forte solo del fatto di avere una doppia popolazione. Ma Matera è stanca di subire”. Elenca poi le ragioni della scelta, ripercorrendo questioni ormai all’ordine del giorno nel dibattito pubblico, dalla crisi della sanità materana, alla carenza di infrastrutture, ai finanziamenti fino all’Apt e alla Lucana Film Commission.

Come andrà a finire, non si sa: di certo il panorama sta cambiando e la cosiddetta “autonomia differenziata” sembra destinata a provocare ulteriori novità. Intanto la suggestione di Matera in Puglia è tutt’altro che peregrina.

Buona domenica.

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