PERUGIA – Una mobilitazione straordinaria, fondata sulla solidarietà. È la Marcia Perugia-Assisi, che si svolge solitamente all’inizio dell’autunno. Quest’anno è in programma per il prossimo 10 ottobre, sarà dedicata all’Afghanistan e a Gino Strada e avrà come slogan ‘”Cura è il nuovo nome della Pace”. Vent’anni di guerra in Afghanistan, dove chi ha creduto alla promessa di libertà, diritti e democrazia ha, invece, pagato un prezzo molto alto. Giovani e donne, soprattutto, che si sono impegnati per la promozione dei diritti umani, per una società più civile.
Il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti, ha dichiarato che l’appuntamento del 10 ottobre sarà dedicato anche a Gino Strada, considerato proprio il simbolo “della cura gratuita e disinteressata verso il prossimo”. Ed è proprio il prendersi cura il live motive, con il quale si inaugura quest’anno il decennio della cura, in nome della pace e della fraternità. Una storia che inizia nel 1961, quando viene organizzata la prima marcia Perugia-Assisi, per iniziativa del pacifista Aldo Capitini. L’intento era quello di manifestare la propria testimonianza per l’amore, per la pace e per la fratellanza tra i popoli. Uniti contro la guerra, la miseria e la negazione dei diritti umani, perché la pace è riconoscere e rispettare le esigenze di tutti. Perché, purtroppo, le ingiustizie ma anche la crescita delle diseguaglianze rappresentano una grave minaccia per la pace nel mondo.
L’intento è, anno dopo anno, quello di percorrere il cammino del cambiamento attraverso nuove proposte politiche, avviando concretamente un’economia civile e solidale per il bene comune. Il percorso è di circa 25 chilometri, ma nessun premio a chi arriva per primo: semplicemente una meravigliosa catena umana, che si snoda lungo la strada che unisce Perugia e Assisi, per dare voce a chi si impegna e vuole continuare a farlo, a costruire una nuova società, ma soprattutto prendersi cura dell’ambiente e degli esseri umani.
Una mobilitazione comune, quindi, fatta di iniziative ed azioni concrete, da donne ed uomini di pace, mossi da spirito di fratellanza. Del resto, anche Papa Francesco lo scorso 1 gennaio ha affermato: “Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura. Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri”.
Sessant’anni di marcia, sessant’anni mossi a passo di pace.
Laura Ciulli
Lascia un commento