Mai come in questa estate rovente ancora in corso ci siamo resi conto di quanto sia importante la prevenzione e la rapidità d’intervento in caso di incendi. La siccità e più in generale i cambiamenti climatici mettono a rischio gli ambienti urbani, i boschi e le campagne del territorio italiano e con maggiore preoccupazione veniamo a sapere che a fronte di questo aggravarsi di una situazione da sempre difficile ci troviamo a dover fare i conti con una reale e pericolosa carenza di mezzi e personale. A dirlo sono gli stessi Vigili del Fuoco che accusano i nostri governanti di dedicare poca attenzione e poche risorse a una questione di vitale importanza. Secondo l’Unione Europea le attività di soccorso urgente necessitano della presenza di un vigile del fuoco ogni 1500 abitanti. In Italia l’attuale rapporto tra vigili del fuoco e popolazione è di un vigile ogni 15.000 abitanti.
Secondo gli esperti i tempi di soccorso una volta che viene diramato l’allarme devono essere al di sotto dei 20 minuti e quindi vale a dire che ogni posto in Italia deve avere lo stesso tempo di risposta al soccorso. I vigili del fuoco quotidianamente operativi su tutto il territorio nazionale devono garantire la sicurezza ambientale e personale a 60 milioni di persone. E’ evidente che attualmente l’organico a disposizione è insufficiente, è evidente che bisogna intervenire al più presto.
Il problema è stato più volte segnalato dagli stessi sindacati di categoria ma al momento non sta – con la crisi di Governo in atto – sull’agenda dei nostri parlamentari. Un quadro complesso con Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf che il 26 luglio scorso hanno proclamato lo stato d’agitazione. Decisione comunicata tramite una lettera inviata alla ministra dell’Interno e ai vertici del Dipartimento, con la quale i rappresentanti delle sigle sindacali, Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf), hanno spiegato le motivazioni alla base di questa protesta. “Abbiamo manifestato più volte l’esigenza, oramai improcrastinabile – si legge nella missiva – di ottenere stanziamenti specifici indirizzati ad incrementare gli organici del Corpo, in atavica carenza sia nel settore operativo, sia in quello del Ruolo Tecnico Professionale”.
Il problema principale riguarda proprio la carenza di personale, motivo per cui i sindacati chiedono un piano triennale di assunzioni, che possa colmare il vuoto esistente tra la dotazione organica teorica (39.500 unità) e quella reale (35.000 unità). “Servono altre 4.500 unità per lavorare nell’ordinarietà e comunque in emergenza – aggiungono i sindacati – ecco perché auspichiamo in un potenziamento che possa contare almeno 40.000 unità operative e 5.000 unità del ruolo Tecnico Professionale”.
E nel sindacato c’è chi ci va giù ancora più duro: “”Alle promesse non sono seguiti i fatti – dice qualcuno – L’assenza di due direttori centrali, quello delle risorse umane e dell’amministrazione generale, oltre all’ormai prossima uscita per collocamento a riposo del direttore della difesa civile, rappresentano una condizione senza precedenti. Il personale anche in questi giorni di grandi emergenze, con grande sacrificio e senso di responsabilità è costretto a sopperire alle carenze, facendo ricorso a estenuanti turni aggiuntivi mettendo a rischio la propria incolumità con l’unico scopo di garantire la tutela e la salvaguardia dei cittadini contribuenti”.
Lascia un commento