FIRENZE – Gli orologi pubblici non sono più così diffusi, tra quelli da polso, gli smartwatch e gli smartphone ormai l’ora è nella tasca di chiunque.

A Firenze però, fin dal 1935 è in funzione un orologio che ha segnato l’inizio dell’epoca digitale: è quello della Stazione di Santa Maria Novella: Considerato un semplice abbellimento di facciata, ha avuto invece in passato un ruolo molto importante nella storia della città e nell’evoluzione della società, permettendo a tutti gli abitanti, di vivere la vita puntualmente e non perdere mai un treno.

Questo orologio, infatti, è stato il primo orologio digitale in Italia, mosso da un meccanismo elettromeccanico posto al suo interno, che fa ruotare delle palette con su scritti i numeri delle ore e dei minuti. Un meccanismo che lo ha reso celebre in tutta Italia (e sfruttato anche per altri piccoli orologi dislocati in tutta la stazione fiorentina).

Questo strumento di misurazione del tempo fu studiato dall’architetto Nello Baroni nel 1935 e venne montato nella facciata esterna che si riversa sulle “scalette” (che permettono la salita fino all’interno della stazione).

L’orologio ha permesso ai fiorentini di leggere l’ora con un colpo d’occhio, diventando un punto di riferimento nel cuore della città, anche se, quelli all’interno della stazione segnavano un’ora successiva (di qualche minuto) rispetto al capolavoro di Baroni.

Insieme alla stazione, costruita negli anni Trenta da un team di professionisti denominato “Gruppo Toscano”, l’orologio è considerato uno dei capolavori del razionalismo italiano.

Boris Zarcone

Nell’immagine di copertina, l’orologio della Stazione di Santa Maria Novella a Firenze