Per indagare e rilevare la presenza di eventuali patologie prostatiche legate anche all’inquinamento ambientale, come il cancro alla prostata, nell’uomo viene dosato, attraverso un prelievo di sangue, il PSA (Antigene Prostatico Specifico), proteina sintetizzata dalle cellule della prostata. Per indagare, invece, come l’inquinamento ambientale possa essere causa di numerose patologie femminili che colpiscono non solo l’organo riproduttivo (come l’endometriosi, l’ovaio policistico, l’infertilità, ecc), nella donna non esiste, ad oggi, ancora nessun indicatore precoce (di danno ambientale). Fino a qualche anno fa, si credeva che il PSA fosse presente solo nel maschio, e, invece, è dosabile a bassi livelli anche nelle donne. Alcuni studi hanno scoperto che una elevata percentuale di pazienti affette da carcinoma mammario presentavano valori di PSA nel siero cinque volte superiore a quello di donne sane e/o affette da patologie mammarie benigne, e che tale PSA diminuiva dopo intervento chirurgico per carcinoma mammario
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