RIETI – Quest’anno ricorrono i vent’anni dall’Istituzione del Giorno della Memoria da parte del Parlamento italiano (legge n. 211 del 20 luglio 2000). Un lungo percorso “di cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado” (art. 2) che è stato volto a onorare la Memoria di tutte delle vittime della Shoah e delle persecuzioni razziali. A tale proposito, lo scorso 20 gennaio si è tenuto, presso il Teatro degli Arcimboldi, a Milano, un evento rivolto alle scuole, nell’ambito della rassegna di eventi che l’associazione “Figli della Shoah” organizza ogni anno in vista della Giornata della Memoria.
Organizzato con il MIUR e con il Corriere della Sera, partner dell’iniziativa, ha visto come ospite d’eccellenza la senatrice Liliana Segre e l’intervento del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. L’evento poteva essere seguito in diretta dagli istituti scolastici di tutta Italia sul sito del Corriere della Sera e su quello del MIUR ed è ora a disposizione il video sul canale youtube del Ministero della Pubblica Istruzione.
Grande l’impatto della testimonianza della senatrice Segre che, in più occasioni, si è riferita ed ha citato Primo Levi come grande riferimento di forza per sostenere la sua volontà e determinazione alla vita. Il messaggio che più volte ha rivolto ai giovani studenti è stato quello di non disperdere la memoria di ciò che è stato, ed alimentarla con una sempre più profonda conoscenza storica. “Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire da dove nasce, e stare in guardia – spiegava Primo Levi -. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Attraverso lo studio dobbiamo comprendere le ragioni profonde che portarono allo sterminio nei campi di concentramento. E’ necessario farlo per evitare che tutto ciò si ripeta.
Liliana Segre è autrice di numerosi libri in cui ha raccontato la sua terribile esperienza di vita (“Fino a quando la mia stella brillerà”, “Scolpitelo nel vostro cuore”, “Dal binario 21 ad Auschwitz e ritorno”, “Viaggio nella memoria”, “Il mare nero dell’indifferenza”, “Sopravvissuta ad Auschwitz”, “La memoria rende liberi: la vita di una bambina nella Shoah”) e molte volte, durante l’incontro con i giovani studenti ha raccontato episodi della sua vita vissuta come prigioniera ebrea. Partendo dall’inizio: “Il 5 settembre 1938 ho smesso di essere una bambina come le altre”.
Cosa accadde in quella data? In Italia fu emanato Regio Decreto, Legge 5 settembre 1938, n. 1390, per la difesa della razza nella scuola fascista. Migliaia di studenti e centinaia di insegnanti non poterono più accedere alle scuole pubbliche. La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali del suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di Milano e sarà l’unica bambina di quel treno a tornare indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi, ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare.
In più occasioni la senatrice a vita ha usato parole forti per descrivere tutto l’universo delle emozioni contrastanti che hanno attraversato il suo animo negli anni di segregazione forzata. Ha raccontato un momento per lei particolarmente importante in cui si è delineato il suo destino futuro : “Mi ero nutrita di odio e di vendetta. Sognavo la vendetta, quando il mio carceriere buttò la pistola ai miei piedi, io la vidi e pensai: ‘Adesso lo uccido’. Mi sembrava il giusto finale di quello che avevo sofferto. Fu un attimo irripetibile. Ma capii che non avrei mai potuto uccidere nessuno. Non raccolsi quella pistola, da quel momento sono diventata quella donna libera, quella donna di pace che sono anche adesso”.
Durante tutto l’incontro, la Segre si è sempre rivolta direttamente ai giovani all’ascolto esortandoli alla conoscenza della Storia del popolo di appartenenza ed invitandoli soprattutto alla riflessione profonda sul rispetto dell’altro, sul significato della vita intesa come sacra e come dono: “Ritengo che non si debba mai disgiungere la lotta all’antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose”. Per questo è bene che studenti, comunità scolastica tutta e famiglie diffondano la cultura del rispetto dell’altro, la necessità di combattere le discriminazioni di ogni genere e la conoscenza storica come unico antidoto al razzismo. Infine un’esortazione ai ragazzi: “Pensate con la vostra testa, non con quella di chi grida più forte. Siate persone libere”.
Stefania Saccone
Nell’immagine di copertina, la senatrice Liliana Segre al binario 21 della stazione di Milano
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