PALERMO – Mentre il Governo nazionale è in cerca di soluzioni per il futuro dell’ex ILVA di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, il 17 gennaio scorso medici tarantini di varie specializzazioni hanno inviato una lettera/appello alla premier Giorgia Meloni: “La fabbrica – hanno scritto – lascia dietro di sé una scia di morti a causa dell’inquinamento di suolo, aria ed acqua. Gli ultimi studi epidemiologici (tra cui lo studio ‘Sentieri’, da poco aggiornato), in questi decenni hanno messo insieme migliaia di dati su mortalità e ospedalizzazioni. Taranto ha morti in eccesso per tutti i tumori maligni, del fegato, respiratori. E anche nei tumori infantili”. I medici, dunque, si appellano al governo nazionale perché, oltre e prima dell’eventuale rilancio industriale dell’acciaieria, si pensi innanzitutto allo stato di salute dei cittadini.
A Taranto si verificano inoltre disturbi del neuro-sviluppo in eccesso rispetto alla media e, secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità condotto con le ASL locali, anche un abbassamento di 14 punti del Quoziente Intellettivo. Rispetto ad altri territori, ci sono poi maggiori diagnosi anche di malformazioni alla nascita e un maggior numero di ospedalizzazioni, che aumentano con l’avvicinarsi delle abitazioni e delle scuole alla fabbrica.
Ecco cosa ha dichiarato a tal proposito, in un’intervista al TG scientifico Leonardo, la dottoressa Maria Grazia Serra, dell’Associazione Medici per l’Ambiente: “C’è un aumento dei linfomi e delle leucemie e l’età in cui si verificano è sempre più bassa. É un dato veramente preoccupante. Ma soprattutto la cosa importante è che c’è un aumento dei disturbi dello spettro autistico e questo ci preoccupa molto”.
I medici hanno evidenziato inoltre il problema dei limiti tollerati di tossicità per i metalli pesanti o le emissioni inquinanti come l’anidride solforosa, limiti che sono tarati su adulti maschi di 80 chili, non su neonati di neanche quattro… “Non esiste un limite al di sotto del quale un inquinante non sia tossico. Ma che questo debba essere uguale per bambini e individui adulti è inaccettabile – ha ribadito la dottoressa Serra -. Dal 1998, come scritto allora persino nella Gazzetta Ufficiale, Taranto era stato dichiarato sito di bonifiche urgenti. Invece queste bonifiche non le abbiamo mai viste, abbiamo visto soltanto aumentare le malattie e, purtroppo, abbiamo visto aumentare le problematiche di salute nell’infanzia. Noi medici siamo il termometro della salute a Taranto ed è un dovere del governo ascoltare quello che noi abbiamo da riferire. Poi il problema deve essere risolto tecnicamente, su questo non ci sono dubbi, però non si può prescindere assolutamente dallo stato di salute dei cittadini. I medici hanno una responsabilità deontologica sulla salute dei cittadini: per questo chiediamo di essere ascoltati”.
Infine, a sostegno dell’appello dei medici, si ricorda che persino le Nazioni Unite hanno classificato la città di Taranto come zona di sacrificio per i livelli altissimi di inquinamento. All’inizio degli anni ’90, un’associazione italiana tentava di coinvolgere gruppi e famiglie in scelte etiche sostenibili con lo slogan “Quando l’economia uccide, bisogna cambiare”. Che questa innegabile verità, a partire dall’appello dei medici, possa farsi strada nelle Istituzioni politiche affinché sia restituito ai tarantini il diritto alla salute.
Maria D’Asaro
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