Una bevanda che non è solo una bevanda. Piuttosto una tradizione che si tramanda da sempre. Un gesto e un momento di condivisione, piuttosto. Qualcosa che conta molto più di un’abitudine. Si parla dell’espresso napoletano che, in base ad una proposta avanzata dalla giunta della Regione Campania e firmata dal presidente Vincenzo De Luca, potrebbe diventare patrimonio mondiale dell’Unesco.
Il dossier della candidatura (redatto da un gruppo di esperti, professori universitari e giuristi) è stato inviato alla Commissione italiana per l’Unesco per una valutazione preliminare. Nella richiesta si fa riferimento al fatto che il caffè rappresenta in realtà “un rito, una vera e propria cultura, una tradizione che è diventata anche simbolo e sinonimo di ospitalità, solidarietà e convivialità”. Il dossier fa anche riferimento a temi strettamente attuali come lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale, la preservazione degli ecosistemi. “Il caffè in Italia non è soltanto una bevanda – si legge in una nota – ma esprime una vera e propria cultura, un rito tutto napoletano che ha dato vita a tradizioni diffuse ovunque, come quella del caffè sospeso che evoca il senso dell’ospitalità, solidarietà e convivialità. Il dossier racconta “il valore identitario della cultura del caffè, per i napoletani, i campani e tutti gli italiani”.
Va ricordato che l’ultima conquista in ambito Unesco da parte della cultura napoletana, ovvero l’Arte del Pizzaiolo Napoletano, è stata riconosciuta nel 2017 dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Il processo, avviato nel 2014, è divenuto in 3 anni la più popolare petizione della storia dell’Unesco con oltre 2 milioni di sostenitori che da 100 Paesi hanno aderito alla petizione e alla campagna.
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