//L’esodo dei giovani cannibalizza il Sud

L’esodo dei giovani cannibalizza il Sud

di | 2019-07-13T18:26:28+02:00 14-7-2019 6:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Un vero e proprio esodo. Solo nel 2017 (l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati) oltre 150mila giovani hanno deciso di lasciare la terra in cui erano nati e cresciuti (il Sud Italia) per trasferirsi altrove. Esattamente 107.215  hanno scelto di andare verso il Nord Italia, mentre altri 42.593 hanno preferito emigrare all’estero. Cifre imponenti che mettono il dito nella piaga di un fenomeno che impoverisce i lembi meridionali della Penisola, anzi li cannibalizza perché li priva delle risorse migliori, di coloro cioè che rappresentano il futuro. E un futuro senza energie positive e “fresche” è inevitabilmente più povero e deludente.

Sono infinite le storie di chi, magari con più lauree e master in saccoccia, decide di cercar fortuna lontano. Perché non c’è lavoro, innanzitutto, o magari perché quello disponibile non è adeguato alle competenze acquisite e alle aspettative maturate in tanti anni di studio. Non c’è dubbio che al Nord la situazione sia ben più attraente: l’offerta è certamente più ampia e le chances per imporsi sono decisamente migliori. E quando non si trovano occasioni valide nelle regioni settentrionali (bisogna superare il Rubicone, per intendersi)  non resta che l’ipotesi di varcare le Alpi: Inghilterra, Germania, Paesi nordici, Francia, persino la Spagna… Tutti posti dove il mercato del lavoro è più ricco e attraente per un giovane.

Questa è la drammatica situazione in cui si trova il nostro Mezzogiorno, intendendo con questo termine anche alcune regioni del Centro e le isole. Lo certifica uno studio accurato pubblicato da www.truenumbers. it (sito creato e diretto dal giornalista Marco Cobianchi). Nel 2012 si registrò un picco di partenze (156.298 partenze: 131.616 al Nord e 24.682 all’estero), ma poi il fenomeno sembrava in calo per riacquistare nuovamente vigore nel 2016 e nel 2017. Va anche segnalato che i flussi migratori verso il Nord sono progressivamente calati negli ultimi 5 anni (in media da 132 a 110mila), ma contestualmente sono raddoppiati quelli verso l’estero (da 25 a 43mila).

Complessivamente in 5 anni sono andate via dal 879.712 persone: quasi 180mila ogni anno (esattamente 179.712). In realtà, la situazione è più ampia e riguarda tutta l’Italia: “Il saldo migratorio con l’estero degli italiani – scrive truenumbers – è negativo fin dal 2008 e ha prodotto una perdita netta di circa 420mila residenti in dieci anni. Circa la metà di questa perdita (208mila) è costituita da giovani dai 20 ai 34 anni e, di questi, due su tre sono in possesso di un livello di istruzione medio-alto”. Una perdita secca per l’intero “sistema Paese” perché, come raccontano molti di quelli che hanno tentato di tornare, gli spazi si restringono sempre più con scarsissime possibilità di reintegro nel tessuto produttivo italico e livelli retributivi più bassi rispetto all’estero. Con picchi preoccupanti che riguardano ricercatori e giovani in possesso di un solido curriculum. Il Sole 24 Ore quantifica che in 10 anni si sono persi 3,3 miliardi di investimenti in capitale umano…

Vien quasi da ridere (ma solo per non piangere…) quando si ascoltano i dati relativi all’occupazione perché la situazione reale è assai diversa. I grandi numeri inglobano una quantità enorme di occupazioni instabili e precarie, contratti a termine e altre (fantasiose) tipologie tutte accomunate dalla certezza che si tratta di lavori che non risolvono, se non momentaneamente, i problemi veri della vita. L’assunzione a tempo pieno e indeterminato, insomma, è spesso un miraggio che riguarda pochi fortunati. Le statistiche lo sanno, ma talvolta non lo dicono: meglio pensare ai grandi numeri che fanno colpo, ma non risolvono i problemi.

Sin dagli anni Sessanta, tutti i governi che mano a mano di insediavano a Palazzo Chigi ponevano la questione meridionale al centro dei loro programmi. E le litanie sul tema sono proseguite sino ad oggi, senza alcuna differenza derivante dal colore politico degli inquilini. La situazione non è affatto migliorata, anzi per molti versi è soltanto peggiorata. Con prospettive future tutt’altro che rosee. Questa è la triste verità.

Buona domenica.

 

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