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Le virtù e i (tanti) vizi di Wagner, genio sregolato

di | 2024-09-08T13:58:41+02:00 8-9-2024 1:20|Cultura, Sezione 5|0 Commenti

ROMA – Come Wagner ci appare vicino e in parte caro, dopo la lettura di “Richard Wagner il cane e il pappagallo. Una biografia emotiva”, appena uscito per le Edizioni ETS nel maggio 2024! L’autore è Valerio Vicari, attuale direttore artistico delle stagioni musicali della RomaTre Orchestra, e appassionato di Wagner dall’infanzia. In certo modo egli è stato indotto a comporre un ennesimo libro sul grande tedesco, per la penuria di traduzioni italiane di importanti testi su di lui: innegabile però riconoscere il più importante movente alla stesura del libro da parte di Vicari, quello di aiutarci a conoscere l’uomo.

Richard Wagner con la moglie Cosima

Un uomo che però, ahimè, nonostante il convincente affetto per gli animali – e il titolo del libro ne è espressione – nonostante l’affezione che ha sempre immesso nelle amicizie, musicali e non, non ci persuade per la gravità dei difetti: né il suo genio artistico basta a celarli. Esempio ne è la dispendiosità fuori misura, tollerata dalle due mogli – per la seconda, Cosima Liszt figlia del conclamato pianista e compositore, egli nutrì autentico e duraturo amore senile – dispendiosità che lo metteva continuamente in condizioni di fuggire da una città all’altra, per evitare i creditori.

A Parigi nel 1840 finì in galera per debiti: ma come fu uscito, gli giunse la notizia che il suo “Rienzi” era stato accettato a Dresda. Inizia così la serie di colpi di fortuna dell’ormai noto Wagner, da tutti riconosciuti. Ad esempio la generosità degli amici come Otto Wesendonck (con la cui moglie il musicista ebbe una relazione), che per lui acquistò una villa a Zurigo, serbandogli un affitto irrisorio e chiamandola “Asyl”, presto frequentata da innumerevoli artisti. Nel 1864 a Vienna, coperto di debiti che questa volta Otto si rifiuta di sanare (Wagner fu aiutato dalla comunità ebraica, nonostante l’antisemitismo, perché egli era uomo di contraddizioni), egli volle far comprare un intero guardaroba in raso rosa, che non esitò a chiedere persino all’amico Nietzsche.

Organizzò poi un’altra fuga per debiti in Svizzera da Stoccarda, ma ecco un altro ‘miracolo’: giunge a lui un segretario di Ludwig II di Baviera, giovane Re che gli promette un aiuto economico enorme, e per sempre. Tra Wagner e Ludwig nasce un’empatia, quasi un rapporto d’amore (ma solo il Re era omosessuale), che per il compositore acquista una villa presso Monaco mettendogliela a sua disposizione nel 1865, indi l’edificazione del Teatro di Bayreuth, dove Wagner potè infine rappresentare tutto il “Ring”.

Il teatro di Bayreuth

E’ il momento in cui il Maestro, che tutto vuole e non bada a limiti, definisce il suo rapporto coniugale con Cosima Liszt sposata con Hans von Bülov direttore dell’Orchestra di Monaco: e per poco tempo vanno a vivere in tre nella villa donatagli da Re, coi figli di Cosima e von Bülov. Nascono poi quelli di lei e Richard (tre), mentre le rappresentazioni delle sue creazioni vanno in porto, ed egli vive gli ultimi 13 anni in tale pienezza vitale , anche di idee culturali e politiche. È il Wagner artista che molto apprezziamo, quello umano e morale forse meno: ma della precisione di dati, eventi, idee, ripresi da lettere, diari e quant’altro, vada un sentito grazie a Valerio Vicari.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, Valerio Vicari, autore di una brillante biografia di Richard Wagner

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