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Le meraviglie della zecca di Todi

di | 2023-07-13T17:28:07+02:00 16-7-2023 5:00|Cultura, Sezione 1|0 Commenti

PERUGIA  – Todi e Gubbio sono state in Umbria, alla luce delle testimonianze archeologiche, le sole città a godere di una propria zecca.
La sezione numismatica del museo civico cittadino, ospitata nell’imponente Palazzo del Capitano del Popolo, rappresenta un interessante tuffo nella storia antica delle monete. Le teche tuderti ne ospitano ben 1.450: preromane, greche, romane, ostrogote, bizantine, medievali. Ma se ne trovano altre – lo approfondisce in una interessante ricerca la studiosa Margherita Bergamini – in collezioni pubbliche e private (in Italia e all’estero, tra cui Inghilterra, Francia, Germania, Austria), sui cataloghi d’asta e sui listini di vendite.

Particolarmente significativi i 135 pezzi della zecca locale – dall’aes grave alla semoncia di minor valore – sia coniati, sia ottenuti per fusione (tra le conquiste di Quinto Fabio Massimo Rulliano nella regione e la “battaglia delle Nazioni” a Sentino e forse fino al periodo iniziale della seconda “guerra punica” con la discesa dei cartaginesi di Annibale Barca sul suolo italico), esposti nelle teche comunali. Quasi tutte riportano, o per intero o abbreviato, il nome della città: Tutere, Tuter, Tute, Tut, Tu. Aquile ad ali spiegate (il rapace rappresenta, oltre a Zeus, anche il totem identitario della città), scrofe, sileni, cornucopie, cani, rane, cicale (figura senza riscontro su altre monete in Italia), tartarughe, clave, mani col cesto, tridenti, ancore, teste con pileo sono le immagini maggiormente ricorrenti stampigliate sul dritto o sul verso delle monete.

Avamposto etrusco in Umbria, o umbro al confine con l’Etruria, sul Tevere, Todi entrò nel terzo secolo aC sotto l’orbita romana, ma vantava già dal VI-V secolo aC una tradizione bronzistica, documentata archeologicamente, significativa, se non importante. Fedele a Roma, risultò tra le prime città alleate ad ottenere la cittadinanza romana (90/89 aC con la “lex Iulia“ e la “lex Plautia Papiria”) ed inserita nella tribù Clustumina (dall’antica città scomparsa a nord di Roma, sulla riva sinistra del Tevere, zona Settebagni).

Il Museo Civico di Todi

Nella Guerra civile tra ottimati (Silla) e populares (Mario), Todi parteggiò per questi ultimi e venne saccheggiata da Marco Licinio Crasso (poi triunviro con Caio Giulio Cesare e con Gneo Pompeo Magno). Dedotta in colonia per i soldati di Ottaviano Augusto, che avevano combattuto e vinto Marco Antonio tra l’Africa e l’Oriente, venne definita “Colonia Iulia Fida Tuder“ e, successivamente, come riporta una lapide recuperata a Villa San Faustino, “Splendidissima Colonia Tuder“. I ritrovamenti archeologici suggeriscono che la città fosse legata in particolare ad Ercole, a Marte ed al dio Tiberino (uno dei guadi e comunque dei passaggi con barche o zattere del “fiume sacro ai destini di Roma“ si trovava proprio ai piedi del colle e per transitare viaggiatori, commercianti, pastori e quanti altri dovevano versare un pedaggio).

Oltre che nel territorio tuderte e limitrofo (Collevalenza, Massa Martana, Izzalini, Scoppieto tanto per citare alcuni luoghi), monete uscite dalla zecca dell’antica città sono state ritrovate in scavi ad Ancarano di Norcia, a Val Fuino di Cascia, a Nocera Umbra, (tutte località lungo percorsi di transumanza, insomma), e tuttavia una persino nella lontana Napoli. Purtroppo anche Todi subì le “requisizioni“ napoleoniche e non è casuale che diverse monete tuderti appartengano, ora, a collezioni pubbliche in Francia. Le fonti testimoniano la presenza di banche (“taberne argentariae”) nel foro di Roma già nel 310 aC e raccontano che il famigerato Gaio Licinio Verre, rapinatore vorace da propretore delle ricchezze della Sicilia, otteneva il 2% di interessi mensili (in epoca a ridosso del primo triunvirato) e che Marco Tullio Cicerone, per mandare il figlio a studiare in Grecia si fece prestare i soldi dall’amico banchiere Attico e per comprare la villa sul Palatino (costata tre milioni e mezzo di sesterzi) dovette persino compiere sforzi finanziari molto più rilevanti ed impegnativi.

Elio Clero Bertoldi

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