MILANO – Francesca Gallo è l’unica donna in Italia ad essere in grado di realizzare fisarmoniche nella sua bottega di Treviso. Pregiati strumenti costruiti interamente a mano e composti da due casse di legno unite da un mantice. Francesca parte dalla scelta dell’albero con cui realizzare lo strumento, per poi passare all’armonizzazione dello stesso. Ogni pezzo è unico, costruito su misura per il musicista a cui è destinato. Lei è un esempio di donna intraprendente, determinata e con una grande passione per l’artigianato e la manifattura. Una donna che ha deciso di portare avanti una professione altrimenti scomparsa. Il suo è un lavoro particolarissimo, in un ambito quasi esclusivamente maschile, un mestiere che richiede ore e ore di impegno, minuzia e una smisurata passione. Il suo modo di lavorare è tutto al femminile e nasce dalla sua sensibilità che la porta a collegare lo studio degli alberi, dei pianeti e delle lune con l’analisi minuziosa di vecchie scritture elaborate da storici costruttori musicali.
Francesca è molto esperta di musica. Nata a Treviso nel 1976, si è diplomata in canto lirico presso il conservatorio di Castelfranco Veneto ed ha imparato a suonare la fisarmonica fin da bambina. A sedici anni ha iniziato a coltivare la passione per la musica di tradizione orale, quella tramandata di generazione in generazione, che lei ha cercato di recuperare attraverso interviste fatte a persone semplici e genuine. Con un registratore in mano ed una fisarmonica sulle spalle ha percorso migliaia di chilometri in bicicletta per recuperare canzoni e brani musicali della tradizione che stavano rischiando di essere irrimediabilmente perdute.
“Tutto iniziò – racconta – con mio padre Luciano Gallo che, fisarmonicista sin da bambino e poi falegname e arredatore di antiquariato, alla fine degli anni Settanta iniziò a produrre i primi strumenti a Preganziol, in provincia di Treviso”. Ricorda di quando era piccola e di come trascorreva il suo tempo e lo fa con parole semplici ed efficaci lasciando intuire il suo sentire e l’ammirazione per suo padre e per la sua attività. “Quando stavo pomeriggi interi a guardare mio padre a costruire fisarmoniche… Quando ascoltavo musicisti suonare ore e ore al caldo della stufa a legna… E ancora quando bambina discutevo con i grandi, di musica… In silenzio a cercare un nome per spiegare quella magia che emanava dagli strumenti che avevo visto nascere… Mai avrei creduto di avere il coraggio di fondare una bottega di artigianato artistico unica in Italia Ma è bello così. Fare ciò che mai avremmo pensato di fare, tanto per stupirci come bambini… “.
E così, quattro anni fa, ha deciso di riportare in vita la bottega dismessa del padre per salvare questo mestiere che sicuramente sarebbe andato perduto senza il suo intervento. Dal 2011 infatti ha riportato in vita i due marchi di produzione “Galliano” e “Ploner” fondando la bottega omonima, unica bottega artigiana col 90% di autonomia, almeno a livello nazionale, per la costruzione di fisarmoniche, organetti, armoniche a mantice. Tutto è cominciato con un esperimento che lei stessa ha condotto con degli alunni della primaria. Venti bambini di 9 anni hanno costruito ognuno la propria armonica diatonica con schema triestino (predecessore della fisarmonica) e dopo un anno scolastico di lavoro si è arrivati alla realizzazione della prima orchestra di bambini con strumenti ad ancia libera costruiti da loro. Da lì la spinta a ripartire riportando in vita due grandi marchi.
Ma non si è fermata qui. Ha deciso di continuare a sperimentare per dare nuova vita a strumenti che non potevano essere lasciati nel dimenticatoio, coinvolgendo la gente comune, non musicisti e direttori d’orchestra. Così nel 2013 ha deciso di far rivivere un albero di noce tagliato quasi vent’anni prima. E’ partita analizzando la storia di quest’albero piantato in occasione della nascita di una bambina, morta poi durante la seconda guerra mondiale. Quindi ha deciso di dedicare quest’albero a un progetto educativo sociale piuttosto articolato. Con l’albero sono state costruite dodici armoniche diatoniche, quindi ha creato il corso “Armonicamente donna” realizzando così un progetto di avvicinamento alla musica per donne che non abbiano mai suonato uno strumento musicale.
La vita di Francesca è molto articolata, sempre impegnata nella sua attività di concertista che concilia con quella da svolgere in bottega e nei boschi. In bottega crea i suoi strumenti, nei boschi va a scegliere gli alberi e, abbandonati gli scarponi e il grembiule, indossa abiti da sera e tacchi a spillo per i suoi concerti. E’ a dir poco affascinante vederla scegliere gli alberi, mapparli e progettare la loro stagionatura, cosa d’altri tempi, ma lei sostiene che tra albero e musicista debba esserci sintonia e sinfonia. Non è infatti possibile lasciare al caso la realizzazione di uno strumento che permette al fisarmonicista la riuscita o meno della sua espressione artistica La sua è un’articolata e strana organizzazione del tempo in base alle fasi lunari, al movimento dei pianeti, allo studio di cielo e terra che la vede impegnata tra boschi e palchi, campagna e bottega, dividendosi tra l’Italia e l’estero. E proprio in un momento tanto difficile economicamente ha deciso di riportare in vita un mestiere di alto artigianato artistico ed è perfino arrivata al punto di scegliersi i musicisti a cui affidare le sue creazioni.
Francesca Gallo è definita folk singer, musicista, etnomusicologa, storica, artigiana, maestra, forse perché è difficile trovare un termine unico che la definisca. Di se stessa Francesca dice: “Ciò che mi aiuta molto è l’essere anche musicista, sono la prima a testare il nuovo strumento e mi trasformo così in giudice severo del mio operato: mi metto dall’altra parte e devo convincere me stessa di aver fatto un buon lavoro”. Amore, passione, tenacia, caparbietà, studio e dedizione: tutto questo ha portato Francesca ad essere una donna unica nel suo genere.
Margherita Bonfilio
Una storia molto interessante, tanta passione, arte e manualità.