Con l’arrivo dei primi tepori, quando le nevi si sciolgono, il territorio italiano inizia una lenta trasformazione cromatica dovuta alle tante fioriture di alberi da frutta, di colture specifiche diffuse e ovviamente anche grazie alla fantasia di chi ha progettato e realizzato i nostri tanti parchi e giardini. Un’esplosione di colore che in era social ha conosciuto una grande popolarità, grazie ai tanti contributi condivisi dai viaggiatori rapiti dai fiori delle lenticchie in Umbria, dai girasoli in Toscana o dalla lavanda in Piemonte.
Agrigento, nella Valle dei Templi patrimonio Unesco, è tra le prime in Italia a registrare una magnifica fioritura: già a fine gennaio, visto il clima mite della Sicilia, i mandorli anticipano la primavera, ricoprendo i rami di piccoli fiorellini bianchi dalle sfumature rosate. La vista d’insieme, di mandorli fioriti e tracce di antichità rappresentata dai templi, regala uno scenario unico al mondo, assolutamente da vedere.
Verso i primi di marzo, quando la neve si è completamente sciolta, in Abruzzo è il crocus a regalare una nuova, intensa fioritur. L’altopiano di Campo Imperatore, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, si ricopre infatti di piccoli, combattivi fiorellini dai toni violacei dai quali spuntano pistilli ricoperti di preziosissimo zafferano, che verrà poi raccolto con cura.
Il Giardino di Ninfa è un tipico esempio di giardino all’inglese in cui si susseguono fioriture lungo tutto l’arco della primavera, dai glicini alle bulbose, dagli alberi da frutta alle siepi: sono numerose le specie portate qui ad inizio ‘900 dall’ideatore Gelasio Caetani e piantate nell’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto diversi ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino. Attraversato dal corso del fiume Ninfa che sorge presso la città e scorre per 30 Km verso la pianura pontina, formando l’omonimo laghetto, in questo giardino ogni angolo fiorito sembra uscito dalla fantasia di un pittore rinascimentale.
Luogo d’incanto subito sopra Firenze, alle spalle di Palazzo Pitti, il Giardino di Boboli in primavera si arricchisce di magnifiche fioriture. Furono i Medici i primi a curarne la sistemazione, gettando le basi di quello che sarebbe diventato il “giardino all’italiana”, poi fonte di ispirazione per molte corti europee. La sua vasta superficie verde è suddivisa in modo regolare, ed è popolata da statue antiche e rinascimentali, ornata di grotte – come quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti – e di sontuose fontane come quella del Nettuno e dell’Oceano. Orchidee selvatiche, antiche varietà di rose, ninfee, la secolare collezione di agrumi medicei esposta all’aria aperta: sono alcuni dei protagonisti del Giardino di Boboli, che da marzo e poi per tutta l’estate, si riempiono di fiori dai colori sgargianti e dalle forme ricercate.
Ha diverse sfumature e tempi lunghi la fioritura che colora le valli intorno a Castelluccio di Norcia, in Umbria. Qui da fine maggio a dare spettacolo sono i campi coltivati a lenticchie, tesoro IGP della zona. Questo gustosissimo legume è nel suo habitat d’eccellenza e ogni anno ripaga di ogni sforzo chi ne mantiene in vita la coltura. Arendere magica questa fioritura contribuiscono anche i tanti papaveri, le genzianelle, i narcisi, la senape selvatica, le violette, i fiordalisi, i trifogli e altre erbe spontanee del luogo.
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