GRAFFIGNANO (Viterbo) – L’Italia è la nazione dei Comuni: ce ne sono in totale 7904 sparsi in tutto il Paese e di questi circa il 70% ha una popolazione inferiore a 5000 abitanti. Ed è proprio nelle piccole realtà locali che si avverte in maniera più forte il senso di appartenenza, il legame con il territorio circostante e con le antiche tradizioni popolari. Tanto è vero che, soprattutto qui, nasce il desiderio di aggregarsi per far fronte a tutte le necessità del caso e, in particolare, come da tempo hanno fatto le ragazze dell’associazione “Le Filo Sofie” già attive nel comune di Graffignano (in provincia di Viterbo, poco più di duemila abitanti), per venire in aiuto a tutti quei soggetti della comunità bisognosi di assistenza, proponendo soluzioni e subito rendendosi disponibili per i propri concittadini in questo particolare momento di disagio dovuto al Covid-19.
“L’associazione Le Filo Sofie nasce con lo scopo di aggregare persone di tutte le età – afferma la presidente Flavia Maggio Aprile – cercando di condividere saperi e conoscenze legati al mondo della creatività e della tradizione locale, seguendo le tecniche legate a tutte le arti tessili, culinarie e artistiche, peculiari nell’universo delle donne. L’idea di creare un’associazione che ci rappresenti appieno nasce proprio per riunire donne, idee, energie e competenze. E questo insieme di cose genera una fucina di progetti ed eventi di successo e di rilevanza sociale fondamentale, apprezzata da tutti nel nostro piccolo territorio di provincia”.
Quali sono gli obiettivi dell’associazione e quali cittadini cercate di coinvolgere nelle vostre attività?
“E’ evidente che tutto questo gruppo di persone diventa crogiolo di idee che poi sviluppa tecniche e le traduce in progetti rivolti all’intera Comunità, con l’intento e la sensibilità di coinvolgere davvero tutti e in modo particolare le fasce più fragili di essa. L’obiettivo dell’associazione è comunque sempre quello di condividere le conoscenze, gli usi e le tradizioni e tramandarle affinché le stesse non si perdano nel tempo. La manualità è per noi il filo conduttore di ogni nostra iniziativa”.
Come avete pensato di intervenire nel vostro territorio per aiutare realmente i cittadini in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus?
“In questa lunga quarantena, che ci vede distanti solo fisicamente, abbiamo sentito l’esigenza di aiutare la nostra comunità creando degli strumenti di protezione come le mascherine per evitare ulteriori possibilità di contagio. Attraverso il web abbiamo ricercato i modelli migliori di mascherine per poi riprodurle. Quindi ognuna di noi ha dato fondo alle proprie riserve di tessuti e così abbiamo cominciato ad organizzarci con i ruoli per realizzare le mascherine in un momento in cui non era facile reperirle per tutti. Le mascherine che abbiamo creato, dopo averle utilizzate, devono essere lavate accuratamente con il sapone e sanificate, poi una volta asciutte vanno stirate prima di poterle indossarle nuovamente”.
Quante mascherine avete realizzato e come vi siete organizzate, stando a distanza, per portare a termine il vostro progetto?
“Siamo riuscite a realizzare circa 800 mascherine, orgogliose anche questa volta di aver potuto fare qualcosa di concreto per la nostra comunità di Graffignano e Sipicciano, dimostrando così che la forza di un’idea si può esprimere anche senza vederci e lavorando ognuna da casa sua. C’era chi tagliava i pezzi di stoffa poi li lasciava fuori dalla porta di casa di altre persone che cucivano, altre ancora ritagliavano i pezzi realizzati e li imbustavano con le istruzioni d’uso. Il prodotto finito veniva ritirato a domicilio dalla nostra Protezione Civile e consegnato a chi ne faceva richiesta. Il tutto in maniera completamente gratuita e con la nostra raccomandazione: restate a casa, andrà tutto bene”.
Quali sono ora i progetti e le idee su cui state lavorando e che, a breve, pensate di realizzare?
“Stiamo progettando di fare anche qualcosa per venire incontro alle esigenze dei bambini. L’idea è quella di realizzare mascherine adeguatamente preparate proprio per i più piccoli, per difenderli il più possibile dalla possibilità di contagio”.
La vostra associazione si esprime attraverso le idee: come gestite i processi per portare a compimento un progetto?
“Ragioniamo sempre insieme su un progetto, lo ottimizziamo, poi ognuna di noi si prende un compito in base alle competenze e alla propria disponibilità perché alcune lavorano mentre altre hanno più tempo da poter dedicare all’associazione con l’unica speranza, che adesso unisce tutti, di poter tornare presto ad abbracciarci, vederci, viverci e condividere ancora nuovi progetti solidali. Nell’attesa che la situazione migliori è importante che la nostra comunità si senta supportata e sappia con assoluta certezza che Le Filo Sofie ci sono e su di noi e sul nostro impegno si può sempre contare con fiducia”.
L’Italia è anche questa: un gruppo di donne che si unisce liberamente per il bene della propria collettività, senza altri scopi se non quello di portare un messaggio positivo, dando un apporto concreto e di speranza a chi ne ha davvero bisogno.
Paolo Paglialunga
che bella idea le mascherine per i bambini!
Come sempre le Grandi Donne diventano
IMMENSE nel momento del bisogno…
Paglialunga come sempre riesce a cogliere il fulcro del momento.
Grazie