NUORO – L’impatto rosa nello sport e nella politica, tra valori e discriminazioni. Un rosa sempre più pallido. La donna non è una specie in via d’estinzione o una categoria protetta da tutelare con leggi o quote discriminanti. Sebbene siano stati abbattuti molti muri in merito alle differenze tra uomini e donne (basti pensare che le donne votano da appena 50 anni), invero numerose sono le leggi e gli atteggiamenti volti a sottolineare questo enorme divario tra i sessi. Dai dati Istat si evince che, nel primo governo Conte erano presenti tra sottosegretari e ministri solo 11 donne, nel nuovo governo Conte bis il numero delle donne si è ridotto a 7, molte hanno ministeri di peso, ma le consultazioni sono state tutte al maschile; inoltre, in tutta Italia, sono presenti soltanto 14 sindaci donne. E per nostra fortuna sono state introdotte le quote rosa… La loro stessa presenza è indice di ulteriore marginalizzazione. Infatti, se fosse un diritto naturale, questo non avrebbe bisogno di essere affermato e regolarizzato.
Le cose non cambiano nel mondo dello sport. Federica Pellegrini, Tania Cagnotto, Carlotta Ferlito sono conosciute come professioniste di assoluto valore. E invece no. In realtà sono dilettanti. A dirlo è la legge 91 del 23 marzo 1981 che demanda alle Federazioni il riconoscimento del professionismo nello sport solo per gli uomini e non per le donne. E’ infatti stabilito che, nel firmare un contratto sportivo, una donna debba garantire di non rimanere incinta, pena l’esclusione dalla Federazione. E’ il caso di Nikoleta Stefanova, 11 volte campionessa nazionale di tennis da tavolo, esclusa dai giochi olimpici di Rio in quanto neo mamma. Anche dal punto di vista economico il guadagno è diverso. Una medaglia d’oro vinta da una donna vale meno rispetto a quella vinta da un uomo. Eppure le donne nel corso del tempo hanno sempre dato prova di sé nei più svariati ambiti.
“In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna”, affermava da Margareth Thacher. E mai frase tanto vera può essere considerata come incitamento per emergere e rendere coscienti le donne delle loro infinite risorse. Se non si persegue la parità, se uomini e donne non hanno le stesse opportunità economiche, politiche e sportive, la tanto declamata democrazia rimane esclusivamente una democrazia a metà.
Virginia Mariane
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