NAPOLI – È una realtà consolidata quella delle Donne di Forcella non solo qui a Napoli: una realtà oggettivamente bella da vedere e da ascoltare. Un gruppo di mamme che, guidate dall’instancabile Marina Rippa, ha cominciato, in maniera molto semplice ma seria, a prendersi in considerazione, a guardare la singolarità della propria vita. Non certo in modo egoistico, ma con l’unico intento di “rendere la propria vita un capolavoro”. Avere un punto fermo settimanale in cui ognuno ha la possibilità di esprimersi, di riflettere, di porsi, un momento della vita in cui si è capito che amare i propri figli, la propria famiglia non può cominciare se non amando se stessi. Sconvolgente, logico, bello. Sembrerebbe quasi un momento egoistico. Lo sarebbe se non avesse alcun fine e invece è un amore a sé che porta ad abbracciare tutto il resto.
Non c’è forma più adeguata di educazione se non il fatto di guardare qualcosa di buono e utile per se stessi. Educare i figli insegnando loro che solo dal desiderare qualcosa di buono per sé può far nascere un inaspettato interesse per la propria esistenza. “Non sapevo nulla del teatro se non per averlo visto in Tv – sottolinea una delle protagoniste del progetto -. Da allora è iniziata questa avventura che oggi coinvolge me e i miei figli. All’inizio mio padre soprattutto e mio marito, allora ero ancora sposata, erano contrari al fatto che io uscissi di casa. All’inizio alle prove c’erano pure le baby sitter, per cui andavo con i miei figli e nonostante mio padre fosse contrario pian pano se ne è fatto una ragione perché io non ci ho rinunciato, era una cosa mia che mi faceva e mi fa stare bene. Il gruppo è diventato una famiglia, le altre mamme le conoscevo di vista, siamo dello stesso quartiere, ma non ci frequentavamo. Con il teatro questa unione è diventata forte e come in famiglia litighiamo anche tanto, ma abbiamo imparato a volerci bene tra noi e soprattutto a voler bene a noi stesse e a prenderci lo spazio che ci spetta. Non per questo siamo mamme, figlie o mogli, anzi è tutto più bello anche il rapporto con i nostri cari”.
E aggiunge: “A partire dai minori, dai figli che hanno il diritto di avere madri non vessate, con un senso di sé e la capacità di migliorarsi. Siamo convinti che attraverso l’arte si possa agire sulla qualità della vita e poiché le donne non vanno mai in giro solo con se stesse, ma si portano sempre dietro una comunità familiare, sociale, relazionale, la consapevolezza conquistata attraverso il laboratorio teatrale diventa patrimonio per tutta la comunità” .
Seguire le loro performance, vedere come una donna semplice riesca a “tenere” la scena, muoversi su un palco con maestria e padronanza inorgoglisce loro e noi spettatori. Una signora contenta dell’esperienza che sta svolgendo dice che ormai è un punto fermo nella sua vita e guai a chi glielo tocca. Lascia la suocera a casa con la domestica per partecipare alle prove; un’altra afferma sorridendo che finalmente non sbaglia più i congiuntivi; che imparare le parti, i copioni, le ha dato quel quid di certezza sulla sua persona che non avrebbe mai sospettato.
Dal 2012 “La scena delle donne” trova casa nello Spazio Comunale “Piazza Forcella” di Napoli, per il progetto “Piazza bella piazza” che ha coinvolto una rete di associazioni, cooperative e l’Istituto Comprensivo “Adelaide Ristori” . Il laboratorio teatrale, legato a questo progetto e organizzato in tre tappe, si è concluso a marzo 2014. Oggi, a distanza di dieci anni e molti laboratori e progetti portati a termine, Marina Rippa continua a proporre spettacoli in tutta Italia. Le donne impegnate nel laboratorio sono 21 che vanno dai 30 ai 65 anni: la maggior parte proviene dallo storico quartiere Forcella.
La bellezza di certe realtà conforta l’animo, sostiene uno sguardo, un respiro, in un contesto, come quello di Forcella, non sempre facile. L’entusiasmo di donne alle prese con il proprio cuore educa solo i propri familiari più di quanto si possa credere e suggerisce come davvero solo una passione salva. Cioè, rende lieti.
Innocenzo Calzone
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