TARANTO – Il cimitero di Père-Lachaise è uno dei luoghi parigini più visitati: vi sono inumati compositori come Bellini, Bizet, Chopin, Rossini; scrittori come La Fontaine, Molière, Proust, Wilde; pittori come Delacroix, David, Modigliani, Pisarro; personaggi dello spettacolo come Bécaud, Callas, Montand, Piaf; e poi scienziati, stilisti, sportivi di fama mondiale. Tra i tanti monumenti funebri ce n’è uno piuttosto strano: un tronco di piramide sovrastato da un busto, sotto il quale è incisa l’immagine stilizzata di un insetto. Più in basso molte iscrizioni in francese e una, piuttosto oscura, in latino: Necrobia ruficollis Latreillii salvator (Necrobia ruficollis che ha salvato Latreille).
Necrobia ruficollis, conosciuto come coleottero del prosciutto, è uno scarabeo carnivoro che si nutre di animali morti e, per questo, è notissimo presso gli entomologi forensi: come ha potuto salvare quel tal Latreille? Pierre André Latreille, famoso naturalista francese del XVIII secolo, era un prete cattolico ma non aveva mai esercitato il ministero: a lui interessavano solo gli insetti. Nonostante ciò, inspiegabilmente, rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà allo Stato previsto dalla legge del 1790 sulla Costituzione Civile del Clero e così nel novembre del 1793 venne rinchiuso del carcere di Bordeaux.
Un giorno, la cella ove si trovava custodito con altri prigionieri si aprì e vi fecero capolino alcuni uomini: un medico, che era stato incaricato di controllare lo stato di salute dei reclusi, e un paio di carcerieri. I detenuti erano tutti in pessime condizioni: sembravano luridi cenci abbandonati sull’ancor più sudicio pavimento. Tutti tranne uno, Latreille, che, stando carponi, fissava sorridendo un punto preciso della cella. Il sanitario pensò si trattasse di un folle: “Che stai facendo lì a quattro zampe?” gli domandò. Per tutta risposta il naturalista raccolse con delicatezza un insetto e, mostrandoglielo, sussurrò: “È un Necrobia ruficollis: un coleottero piuttosto raro!”. Il medico, pur convinto di avere a che fare con un uomo che la detenzione aveva reso pazzo, raccolse l’insetto e, più per curiosità che per zelo, lo fece speciare da un giovane naturalista del luogo: Jean Baptiste Bory de Saint-Vincent.
Bory non solo confermò che di Necrobia ruficollis si trattava, ma, ben conoscendo i lavori e gli scritti di Latreille, si prodigò efficacemente per la sua immediata scarcerazione. Entro un mese tutti i compagni di prigionia di Latreille morirono: Necrobia ruficollis può dunque a buon titolo essere definito salvator dello scienziato francese, come ricorda l’iscrizione del monumento funerario fatto realizzare dalla Società Entomologica Francese.
Pierre André Latreille e Jean Baptiste Bory de Saint-Vincent divennero ottimi amici e si avviarono verso importanti successi professionali: il primo verrà nominato direttore del Dictionnaire classique d’histoire naturelle, il secondo, succedendo a Lamarck, otterrà la cattedra di Zoologia degli Invertebrati presso il Muséum national d’histoire naturelle. Il vincolo d’amicizia più stretto, tuttavia, legò per sempre Latreille al Necrobia ruficollis: anche uno scarabeo può essere il miglior amico dell’uomo.
Riccardo Della Ricca
Nell’immagine di copertina, il naturalista francese Pierre André Latreille
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