NAPOLI – La storia dell’arte ha offerto, nel corso dei tempi, opere che hanno trattato tematiche legate ad ogni cosa: dalla più seria a quella più divertente. Andando a cercare opere che avessero a tema il periodo che stiamo vivendo, rinchiusi in ambiti favorevoli o angusti che siano, si è scoperto come grandi artisti abbiano saputo cogliere il desiderio di libertà, il desiderio di evadere dei personaggi raffigurati che ha caratterizzato un po’ quello che stavamo desiderando anche noi. La grandezza di questi artisti è stata proprio quella di cogliere i personaggi mentre guardano la realtà esterna con la grande tentazione di possederla o alcuni semplicemente, forse rassegnati, guardandola nella sua bellezza effimera.
La clausura forzata dei nostri giorni è facilmente rintracciabile in quadri di artisti che hanno, per altre questioni, captato, colto certe situazioni analoghe. E’ il caso di artisti del calibro di Vermeer, Hopper, il contemporaneo Massagrande, alcune opere di Van Gogh dove lo stato di solitudine ben si adegua alla realtà nostra catapultata in una chiusura a tratti provvidenziale, Picasso Magritte, Matisse e altri. La condizione voluta o forzata porta inesorabilmente ad una introspezione del personaggio attore dell’opera. Che possa essere una condizione personale (come quella di Van Gogh, Dalì, Magritte) o una rappresentazione dell’altrui condizione (Vermeer, Hopper, Picasso, Matisse, Murillo e altri). Ecco alcuni esempi.
Muchacha en la ventana Dipinto dal celebre pittore surrealista Salvador Dalì nel 1925, il quadro è conservato nel Museo Reina Sofía di Madrid e ritrae Aña Maria, la sorella diciassettenne del pittore catalano. La ragazza guarda dalla finestra il paesaggio marino di Cadaqués, borgo spagnolo amato da Dalì: assieme alla figura della giovane donna anche noi spettatori osserviamo i colori del mare e del cielo che riprendono la tonalità dell’abito della donna e delle tende, e percepiamo il calore della giornata e il profumo di salsedine che arrivano direttamente dalla finestra aperta.
Femme assise près d’une fenétre E’ inconfondibile il tratto cubista dell’autore, Pablo Picasso, che ha realizzato quest’olio su tela nel 1932: ritrae Marie Thérèse Walter, una giovane donna che fu a lungo sua musa. Era una modella francese di cui si innamorò subito, influenzando molto la sua vena creativa. La modella, infatti, è presente in moltissime opere, come in questo ritratto dove è seduta davanti a una finestra mostrando di sé un aspetto luminoso e solare, pieno di passione e sensualità.
Femme assise, le dos tourné vers la fenêtre ouverte E’ una pittura a olio dipinta nel 1922 da Henri Matisse, rubata nel 1940 dai nazisti e attualmente conservata nel museo delle Belle Arti di Montreal. La donna ritratta è la moglie dell’artista, Amélie Matisse, di spalle alla finestra da cui si vede il paesaggio marino della Costa Azzurra, pieno di luce e di colori. E’ un omaggio del pittore alla riviera francese, che lo sedusse profondamente, e alla fine della guerra. “La ricerca del colore – ammise l’artista – non è venuta dallo studio di altri dipinti, ma dall’esterno, vale a dire la rivelazione della luce in natura”.
Room in Brooklyn E’ pieno di malinconia il quadro dipinto nel 1932 da Edward Hopper ed esposto nel Museum of Fine Arts di Boston: come tutte le sue opere è pervaso da un senso di solitudine e di attesa. Hopper rappresenta spesso i suoi personaggi all’interno di abitazioni o di locali, spiati attraverso le finestre o illuminati dalla luce che proviene dall’esterno. In questo quadro dalla finestra si scorge un paesaggio urbano desolato e triste.
Condizione umana La tela fu dipinta nel 1933 da René Magritte ed è esposta alla National Gallery di Washington. L’opera surrealista rappresenta la condizione umana: è una tela senza cornice appoggiata su un cavalletto posto davanti a una finestra, sulla quale è dipinto lo stesso paesaggio che si apre all’esterno. Tela e paesaggio, dunque, si fondono insieme e creano un’illusione ottica spezzata solo dalle sottili gambe e dalla parte superiore del cavalletto: la realtà che noi vediamo dalla finestra è mediata dall’arte e il panorama e il dipinto esistono solo nel quadro e nella mente di chi osserva.
Tali artisti hanno dipinto tele che ritraggono persone intente a guardare dalla finestra, a rappresentare ambienti solitari in una condizione a cui siamo costretti tutti noi in questo momento di quarantena. Ne scaturisce la rappresentazione di sentimenti come la solitudine, il sogno, la malinconia, la curiosità e la voglia di evadere ma anche sensazioni olfattive e visive come il vociare, i colori e i profumi che arrivano dall’esterno.
Innocenzo Calzone
Nell’immagine di copertina, Femme assise, le dos tourné vers la fenêtre ouverte di Henri Matisse
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