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L’addio senza fine dei medici di famiglia

di | 2023-05-26T21:43:08+02:00 28-5-2023 5:45|Attualità, Sezione10|0 Commenti

In Italia scarseggiano i medici di medicina generale. E le previsioni per il futuro non sono rosee. Emerge da uno studio compiuto dalla Fondazione Gimbe sulle criticità nelle norme che regolano l’inserimento di questo tipo di medici nel Servizio sanitario nazionale. Accanto all’analisi la fondazione ha anche compiuto una stima dell’entità della carenza attuale e futura nelle regioni italiane.

Secondo l’analisi fornita da Gimbe, “ritenendo accettabile un rapporto di 1 ogni 1.250 assistiti”, al primo gennaio 2022 si stima una carenza di 2.876 medici di medicina generale ed entro il 2025 se ne perderanno oltre 3.400. Un altro dato fornito dalla Fondazione riguarda i medici di famiglia, dei quali il 42,1% supera il tetto massimo dei 1.500 pazienti, riducendo così la qualità dell’assistenza. Analizzando i numeri, Gimbe individua come più critiche le situazioni di alcune regioni: in Lombardia, meno 1.003 medici di medicina generale, in Veneto meno 482, in Campania meno 349, in Emilia Romagna meno 320 e in Piemonte meno 229.

La carenza di medici di famiglia si riflette anche nel numero di pazienti associato al dottore. Secondo i dati Agenas, su 40.250 medici di medicina generale il 42,1% ha più di 1.500 assistiti, massimale previsto dall’Accordo collettivo nazionale. In alcuni casi però il tetto è stato alzato fino a 1.800 pazienti o addirittura a 2.000 in base a deroghe, come successo per esempio nella Provincia Autonoma di Bolzano. Il limite dei 1.500 pazienti viene superato da più di un medico di medicina generale su due in Campania (52,7%), Valle d’Aosta (58,2%), Veneto (59,8%) e da quasi due su tre nella Provincia Autonoma di Bolzano (63,7%), in Lombardia (65,4%) e nella Provincia Autonoma di Trento (65,5%).

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe

Dopo una sostanziale stabilità di circa 1.000 unità nel periodo tra il 2014 e il 2017, il numero delle borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale è però aumentato. Nel 2021 e nel 2022 infatti si è infatti passati rispettivamente a 3.406 unità e 3.675 unità grazie alle risorse dedicate del Pnrr. Numeri che però potrebbero non bastare. I nuovi medici di medicina generale “non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale”, sostiene Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, perché “l’Enpam stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbe solo il 50% dei posti lasciati scoperti dai pensionamenti”.

Per Cartabellotta “l’allarme sulla carenza dei medici di famiglia oggi riguarda tutte le Regioni per ragioni diverse”. Tra i motivi il presidente indica la “mancata programmazione, i pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e la desertificazione nelle aree disagiate”. Tutti problemi che “finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un medico di medicina generale nelle vicinanze del domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute”, ha spiegato Cartabellotta.

“Unitus”

l’albero

 

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