Il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato sulla Terra. Ricercatori e scienziati non hanno dubbi, il pianeta si sta scaldando anche a causa dell’enorme quantità di anidride carbonica immessa ogni anno nell’atmosfera in conseguenza delle attività umane. Gli ultimi 5 anni sono stati i più caldi mai registrati nella storia. Le conseguenze sono state e saranno sempre di più siccità, alluvioni, frane, tornado e tante altre calamità naturali. Il futuro appare sempre più drammatico.
Ma non è questa la notizia, la situazione ambientale della Terra è ormai sotto gli occhi di tutti, anche quelli che fino a qualche anno fa si mostravano scettici, oggi non possono chiudere occhi e orecchi di fronte alla pesante crisi climatica che sta devastando ogni angolo del mondo. Quello che invece ci sorprende e ci fa ancora sperare è che a muoversi sono finalmente i giovani, i giovanissimi, gli studenti. Non solo gli universitari ma anche quelli delle scuole elementari.
E non per merito di un’educazione voluta dai cosiddetti “più grandi”, non per una cultura ambientale diffusa da governanti impegnati casomai in altri affari che l’ambiente mettono in pericolo. E’ merito di una sedicenne studentessa svedese se da un paio d’anni l’argomento è diventato motivo d’unione e d’attenzione per ragazzi e ragazzini sparsi in ogni parte del mondo. Il 15 marzo centinaia di migliaia di migliaia di studenti di Paesi diversi, razze diverse, religioni diverse hanno preso parte al “Venerdì per il futuro” (o “sciopero scolastico per il clima”), manifestazione organizzata per chiedere ai Governi politiche e azioni più incisive per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.
L’idea del “Venerdì per il futuro” è nata dalla protesta iniziata da Greta Thunberg, studentessa di 16 anni, diventata il simbolo e la rappresentante più conosciuta del nuovo movimento ambientalista studentesco. Il 20 agosto del 2018 decise di non presentarsi più a scuola fino al 9 settembre seguente, giorno delle elezioni politiche, chiedendo al governo di occuparsi più seriamente del cambiamento climatico, adottando politiche più incisive per ridurre le emissioni di anidride carbonica (tra i principali gas serra).
Ma la piccola e testarda Greta non si è fermata lì portando la sua protesta in giro per il mondo e guadagnandosi il ruolo di eroina ambientalista che combatte l’arroganza e l’indifferenza dei più grandi, politici e non, che per i loro meschini interessi personali e nazionali hanno messo a rischio la stessa esistenza della Terra e dei suoi abitanti.
Il 15 marzo i giovani di tutto il mondo hanno alzato la voce, hanno urlato la loro voglia di vivere in un mondo sano, pulito, onesto. Non sappiamo se il tempo sia già scaduto, se abbiamo imboccato ormai una strada senza ritorno. Quello che ci fa guardare avanti con qualche speranza in più sono i tanti scienziati, studiosi e ricercatori che lavorano per fermare il disastro. Ma soprattutto, e lo dico con emozione, è aver visto centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze di lingue diverse scendere in strada per gridare la loro voglia di vivere. Questo sì che può cambiare la tendenza negativa. Siatene consapevoli voi giovani, andate avanti. Anche a muso duro. Solo voi potete salvare il nostro meraviglioso pianeta.
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