RIETI – Harriet Ross (chiamata anche Araminta o Minty) prese in seguito il cognome del marito John e divenne Harriet Tubman. Morì nel 1913 ad Auburn, ma la sua data di nascita non è certa, perché non venne mai registrata ufficialmente, forse nacque tra il 1815 e il 1825 nella contea di Dorchester, nella costa orientale del Maryland. Era nata in schiavitù, figlia di Harriet Green (detta Old Rit) e Benjamin Ros (detto Old Ben), alla piantagione Brodess. Nel 2019 la sua vita divenne un film: Harriet, diretto da Kasi Lemmons. Iniziò a lavorare a 5 anni in casa, caricò il legname, poi andò nelle piantagioni. Si ammalò giovanissima e non solo non venne curata bene, ma prese tante frustate per aver tentato la fuga. Era il 1827.
Nel 1835 ricevette un colpo alla testa da uno schiavista che stava bloccando la fuga di uno schiavo e per tutta la vita soffrì di narcolessia, vertigini, convulsioni e blackout. Ma questo non la fermò. Nel 1844 sposa John Tubman, nato libero da genitori schiavi liberati, eppure lui rifiuta i suoi desideri di ribellione: il matrimonio durò 5 anni fino a quando John venne ucciso nel 1867 da uno schiavista. Nel 1869 si risposò con Nelson H. Davis, un ex soldato volontario della Guerra civile molto più giovane, morto per tubercolosi nel 1888. Il primo matrimonio non cambia il suo status di schiavitù e lei si rivolge a un avvocato, scoprendo che era nata teoricamente libera, poiché alla madre avevano promesso la libertà, negandogliela poi illegalmente.
Ma la giustizia non aveva tempo e tantomeno voglia di occuparsi del suo caso. E’ ancora schiava nella famiglia Brodess e quando nel 1849 morì il capofamiglia, si rese conto che sarebbe stata venduta a schiavisti del profondo Sud, ma quando sadell’esistenza dell’Underground Railroad si fa insegnare dal padre come orientarsi verso il Nord con la stella polare. Tenta invano la seconda fuga con i suoi fratelli, che però tornano indietro. La Underground Railroad è una rete di ex schiave abolizioniste e bianche simpatizzanti, che costruiscono un sistema di fuga con case, trasporti sicuri, tunnel sotterranei per scappare dal Sud al Nord America, in Canada o in Messico. Fuggì senza avvisare la famiglia, diretta a Philadelphia, tra nascondigli, traversate, rischiando di essere catturata dalle pattuglie a cavallo e con i cani. Lavora in un hotel, sperando di risparmiare e tornare al Sud per salvare la sua famiglia rimasta nelle piantagioni.
Nel decennio seguente conduce la Underground Railroad con 19 spedizioni di salvataggio nel Sud e aiuta a scappare circa 300 persone, grazie a travestimenti ingannevoli, messaggi segreti celati da canti spirituals e una pistola pronta all’uso. Era analfabeta, ma con tenacia, coraggio, astuzia, conoscenza di nascondigli e percorsi affidabili, nel 1850 torna per la prima volta al Sud, cercando di convincere invano il primo marito a fuggire con lei e altri schiavi. Per tutti diventa la “Mosè degli afroamericani”. Dopo il primo viaggio verso il Canada, libera i suoi tre fratelli Benjamin, John e William Henry Ross: in Canada non vige il Fugitive Slave Act, che impone l’obbligo di restituire alle famiglie schiaviste gli schiavi catturati. Partecipa come oratrice agli eventi suffragisti di Boston, Washington D.C. e in seguito New York, seguendo Frederick Douglass, John Brown e Susan B. Anthony, abolizionisti e suffragisti.
Nel 1857 Frances e William Seward (governatore dal 1839 al 1842, senatore di New York dal 1849 al 1861 e segretario di Stato dal 1861 al 1869) le donano una casa ad Auburn (New York), che diventa uno dei principali punti di passaggio della Underground Railroad. Il padre aveva liberato la madre acquistandola, ma viene arrestato per aver aiutato un suo amico a fuggire. Harriet riesce finalmente a portarli in Canada. Allo scoppio della Guerra civile nel 1861 torna al Sud come volontaria infermiera, cuoca, reclutatrice di soldati e spia, per rubare informazioni alle truppe confederate, viene soprannominata Generale Tubman ed è la prima donna a guidare un’operazione militare nel 1863, a Combahee Ferry nella Carolina del Sud, per liberare 700 persone in schiavitù.
Con un solo anno di congedo per malattia vissuto ad Auburn con i suoi genitori e un ultimo periodo da volontaria infermiera in Virginia, al termine del conflitto fa i conti dei servizi militari resi al governo americano, chiedendo inutilmente la cifra di 1800 dollari come pensione militare, appoggiata persino da una petizione al Congresso. Dopo tutti i suoi sforzi otterrà soltanto pochi dollari, non come combattente della Guerra civile, ma come vedova del secondo marito veterano. Nel 1869, durante un viaggio in treno, subisce un episodio di razzismo da parte del conducente che la vuole relegare al vano bagagli, anche se la legge era cambiata. Al suo rifiuto, nell’indifferenza di uomini e donne presenti, viene scaraventata fuori slogandosi un braccio. Di profonda fede religiosa, offre cibo e posto letto a chi ne ha bisogno e nel 1908 costruisce con la Chiesa Metodista Episcopale Africana di Sion una casa per persone malate, povere e anziane in cui nel 1911 va ad abitare anche lei, morendo di polmonite due anni più tardi.
Una storia speciale, di una persona speciale, da ricordare e prendere a esempio, nelle ingiustizie che ancora oggi affliggono l’umanità. “I have a dream“ disse Martin Luther King: e il sogno purtroppo continua, nonostante la volontà, il sacrificio e l’eroismo di tante persone.
Francesca Sammarco
Nell’immagine di copertina, lo locandina del film “Harriet“, diretto da Kasi Lemmons
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