ROMA – Vedere “La Sonnambula” del grande siciliano Vincenzo Bellini al Teatro dell’Opera – dove sarà in scena dal 9 al 17 aprile – vuol dire apprezzarla con una marcia in più. L’opera che, accanto a “I puritani” e a “Norma” rientra fra le principali creazioni del catanese, ispirata a scrittori francesi per il libretto di Felice Romani, fu da Bellini scritta in due mesi, andando poi in scena a Milano nel marzo 1831, con pieno successo. Era ambientata genericamente in Svizzera, ma nella presente edizione non lo è più.
In quella Svizzera, i semplici contadini Amina ed Elvino stanno per sposarsi. Amina però soffre di sonnambulismo e la notte precedente le nozze viene trovata addormentata nella stanza del Conte Rodolfo, nel suo castello. Elvino, credendo in un brutale tradimento, rompe il fidanzamento e annulla le nozze. Lo scandalo esplode nel paese, ingenerando un imprevedibile intrico di nuovi rapporti e nuovi contratti nuziali: ma ecco che la mite e inconscia fanciulla, una sera viene vista da tutti camminare in stato di sonnambulismo sui tetti della casa. Cambia la convinzione degli abitanti, Amina viene riabilitata, i fidanzati della prima ora si riappacificano e il matrimonio tornerà a sorridere loro.
Ma la regìa del duo francese Jean-Philippe Clarac e Olivier-Deloeuil (detti “le lab”) ha inteso eliminare da quest’opera belliniana semi-seria la componente comica e il clima idilliaco che la connotava: ciò a vantaggio di un’atmosfera noir, grazie alla collaborazione di L. Bourrousse per la drammaturgia,e di Boudet-Bouisson per i video. Perciò la regia ha deciso di dar inizio al corso dell’opera con il cadere nel sonno della protagonista (non col suo risvegliarsi), quasi Amina facesse un viaggio nel tempo e noi la seguissimo, in tutte le sue alterazioni psichiche.
In questo, il Teatro dell’Opera di Roma è da tempo avviato, grazie alla pubblicazione periodica della rivista “Il Calibano”, non magazine promozionale dell’attività musicale, ma rivista di ampia cultura, che per ora è preferibilmente e scientificamente noir. La cantante belcantisa di gran nome per il ruolo di Amina sarà l’americana Lisette Oropesa, mentre in quello di Elvino ci sarà il tenore John Osborn, star pur nella giovane età: e nella parte del Conte, il ben noto baritono-basso Roberto Tagliavini. Merita poi una presentazione il giovane direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta, con vasto impegno direttoriale alle spalle, a Varna, Dresda, Berlino, e che si dedicherà alle bellissime melodie de “La sonnambula”.
Paola Pariset
Nell’immagine di copertina, Francesco Lanzillotta dirige sul podio dell’Opera di Roma (foto Fabrizio Sansoni)
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