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La scalinata dipinta di Esterzili dedicata a Fra’ Antonio Maria

di | 2024-08-07T19:32:10+02:00 11-8-2024 5:20|Sezione 5, Viaggi|0 Commenti

NUORO – Esterzili è un comune italiano di 560 abitanti. Si trova ai piedi di un alto monte quasi isolato detto “Monte di Santa Vittoria” nella subregione storica della Barbagia di Seùlo. Fa parte della XIII Comunità Montana Sarcidano-Barbagia di Seulo ed è un pittoresco paesino il cui centro storico conserva il fascino delle antiche abitazioni della Sardegna.

Il sindaco Renato Melis fra gli artisti Agnes Zimmermann e Luca Cocco

Esterzili è il paese dei murales che abbelliscono gli scorci del borgo e raccontano le tradizioni ataviche, le attività agropastorali e sono inseriti in un autentico belvedere sito sulla parte centro meridionale dell’isola. Grazie alle bellezze naturali, al paesaggio, alla frescura estiva, alla ricchezza del patrimonio archeologico ed alla conservazione di alcuni elementi etnografici, è il luogo ideale per il turista che intende allontanarsi dal caos cittadino e trovare ristoro nella natura.

Qualche giorno fa, presso la scalinata cittadina sita in via Verdi, il giovane sindaco Renato Melis ha presentato ai compaesani il murale, eseguito dagli artisti Luca Cocco e Agnes Zimmermann, dedicato a Fra’ Antonio Maria da Esterzili, sacerdote cappuccino e primo scrittore campidanese di un certa fama, nato nel 1644 e morto nel 1727 all’età di 83 anni. La figura del frate è molto controversa, di lui si conoscono pochissime notizie, infatti non era molto amato dalla Chiesa a causa di uno scandalo in cui pare fosse stato coinvolto. Addirittura il suo cognome è ignoto. Le notizie riguardanti la sua vita furono quasi tutte cancellate.

Secondo Sergio Bullegas, uno dei suoi massimi studiosi, forse di proposito è stata fatta sparire ogni traccia del suo cognome secolare e della sua biografia, a causa di alcuni fatti imprecisati e incresciosi in cui sarebbe stato coinvolto. Si inizierà a parlare di lui grazie a Giovanni Siotto Pintor, storico e letterato sardo, che ne scriverà nella sua Storia letteraria di Sardegna (vol.IV) solo nel XIX secolo. Si sa che prese i voti all’età di 25 anni, che fu frate per 57 anni almeno, e che visse a Sanluri, Iglesias e Cagliari.

Il murale su scalinata, dipinto sia sulle alzate che sulle pedate, è un omaggio voluto fortemente dalla cittadinanza, per rimarcare il valore e di un uomo e della sua opera culturale. Fondatore della sacra rappresentazione in Sardegna, nel 1688 venne pubblicata la sua prima opera letteraria in lingua campidanese dal titolo “Libro de Comedias”, una trascrizione di opere risalenti a diversi periodi, e composta da 5 opere che presentano differenze linguistiche e grafiche rispetto ai testi medievali e campidanesi dell’epoca. Il manoscritto che conserviamo contiene: “La Natività”, “La Passione”, “La Deposizione”, più di 550 versi, prevalentemente ottonari ed endecasillabi, strutturati in quartine e ottave. Vi è inoltre un frammento, costituito dal “Prologo” e dall’incipit del primo atto di un’altra rappresentazione intitolata “Comedia grande sobre la Assumption de la virgen Maria señora nuestra als çielos”, ossia la “Grande commedia sull’Assunzione di Maria vergine nostra Signora nei cieli”.

Dalla prima opera del “Libro de Comedias”, “La natività di Cristo”, sono state tratte alcune frasi riportate da Zimmermann e Cocco nella scalinata di via Verdi. Salire e scendere la scalinata ci permette di conoscere un uomo di grande cultura e immergerci nel clima medievale di Dante Alighieri e Jacopone da Todi. Quando si scendono le scale le decorazioni di colore viola del tipico fazzoletto del costume di Esterzili, “su mucadori”, incorniciano i versi de “Il canto dei pastori”, quando si sale, invece, ci si immerge nella figura di Fra’ Antonio Maria. Alla fine delle scale si ammira un tripudio di colori mozzafiato. Esplodono in tutta la loro bellezza il verde e l’azzurro del panorama che incanta e che può essere ammirato dal punto più alto del monte Santa Vittoria.

L’opera, per il sindaco Melis, è un mezzo per riabilitare il frate e per far conoscere a tutti una figura che per troppo tempo è stata quasi bandita ma che merita la giusta considerazione. Essa, infatti, nella vita ha sbagliato, ha commesso errori come chiunque nel suo percorso può fare, con la sua opera però ha cercato di redimersi lasciando ai posteri, con i suoi scritti, un’opera nuova, meritevole, cristallina, degna di un uomo colto e dedito agli studi e che può essere letta come un vero e proprio patrimonio da preservare e vista come un monito per chiunque cerchi con il suo pregevole lavoro un riscatto dopo essere caduto in fallo. L’opera è pertanto inserita in una scalinata perché essa rappresenta l’ascesa che parte da via Eleonora d’Arborea e conduce alla via Fra’ Antonio Maria dove era ubicata la casa del frate.

Per il sindaco “ogni opera ha una storia… in quest’opera ci siamo tutti, ciascuno di noi potrebbe pensarsi seduto a scrivere, riflettere, guardare dentro sé stesso nel silenzio e nella solitudine di una stanza. In questo caso ci viene rappresentato il frate all’interno del rifugio in pietra posto sul monte Santa Vittoria, nel punto più panoramico e rappresentativo di Esterzili, come si vede dal panorama che si scorge alzando lo sguardo e affacciandosi alla finestra che gli dà luce”. Quando non si conosce un luogo, una storia e il suo contesto, non è facile comprendere appieno il senso e il valore delle cose, per questo Agnes Zimmermann e Luca Cocco si sono fatti fagocitare dal clima di Esterzili, sono divenuti un tutt’uno con la comunità e il paese e per questo sono riusciti ad immedesimarsi con Fra Antonio Maria e la sua opera, riuscendo ad eseguire un lavoro pregevole e molto personale all’altezza delle aspettative dell’intera comunità locale.

Agnes Zimmerman, artista cinquantaduenne di Budapest, e Luca Cocco, quarantanovenne di Selargius, ma entrambi residenti a Sestu, hanno perciò creato una storia sulla figura del frate cappuccino su una scalinata di 47 gradini. Come hanno affermato gli artisti, quando il sindaco Renato Melis ha chiesto di dipingere la figura di Fra’ Antonio Maria da Esterzili onestamente non sapevano chi fosse, quindi hanno raccolto notizie attraverso i racconti locali e internet e con grande emozione hanno dato alla luce un’opera su una figura misteriosa vissuta più di 400 anni fa e la cui memoria si è preservata fino ai giorni nostri. Non avendo però rinvenuto alcuna immagine del frate, lo hanno immaginato ancora giovane e “intento a scrivere una delle sue opere dentro il nuraghe in cima al monte Santa Vittoria con alle spalle il meraviglioso panorama che si gode da lassù”, come ha dichiarato la Zimmerman.

Il sindaco con gli autori del murale

Dopo la benedizione impartita dal parroco don Alfredo Diaz, originario del Venezuela, l’intervento del vicesindaco Matteo Boi e dell’assessora Valentina Olianas, i 12 allievi della scuola media del paese hanno letto la frase impressa in lingua sarda campidanese sulla scalinata e la sua traduzione in lingua italiana. Dopo un duetto tra Bernardino Boi e il poeta di Donori Luigi Olla, la manifestazione si è conclusa con una breve esibizione della corale “Fra Antonio Maria da Esterzili” diretta dal maestro Massimo Atzori. La scalinata dipinta di Esterzili evidenzia fortemente l’identità del luogo e sicuramente diverrà un ulteriore richiamo di turismo culturale.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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