MILANO – L’idea di un giovane designer, appena venticinquenne, Matteo Brasili ha un nome quasi poetico: “Una nuvola di mare”. Si tratta di uno speciale parabordo da imbarcazione per raccogliere la spazzatura che danneggia l’ecosistema. Grazie a questo progetto Matteo Brasili si è aggiudicato il prestigioso premio James Dyson Award 2020. Il premio, promosso dalla James Dyson Foundation, ha avuto un’edizione particolare quest’anno dovuta alla pandemia globale. I futuri ingegneri e designer dei principali atenei italiani hanno dovuto lavorare a distanza, con tutte le difficoltà di creare dei prototipi durante l’isolamento. Questa però si è rivelata una sfida che ha stimolato ancora di più l’inventiva degli studenti e ne ha condizionato le scelte.
“Se non fossi venuto a studiare a Milano non avrei realizzato il mio sogno — rivela il vincitore —. Qui si respira vera creatività. Attraverso i miei docenti, tra cui l’architetto Paolo Rizzatto che si è occupato del restyling della Darsena, ne ho capito il grande valore e la storicità”. I giurati del concorso hanno definito il suo dispositivo “una sintesi tra design e semplicità dall’utilizzo intuitivo e utile, che dà alla singola persona la possibilità di dare un contributo concreto per diminuire l’inquinamento delle acque”.
Matteo Brasili, di professione designer, è nato e vissuto fino a 19 anni a Porto Sant’Epidio nelle Marche, poi si è trasferito a Milano per gli studi. Così si racconta: “Ero diventato perito elettronico, lavoravo con mio padre come elettricista, ma ho presto realizzato che la mia parte artistica non poteva essere colmata se fossi rimasto lì. Così, ho deciso di trasferirmi e ho frequentato la Naba (Nuova accademia di Belle arti). Ho completato la laurea triennale in Design e a maggio, durante il lockdown, la specializzazione in Product design con seduta online”. Dall’amore per il mare e dalle lunghe passeggiate lungo la Darsena e il Naviglio Pavese nasce la sua idea rivoluzionaria. Così, dopo un anno di progettazione, prototipi, errori e miglioramenti ha preso vita “Cloud of the Sea”, il parabordo che ricorda nella struttura una conchiglia. All’interno un filtro rotante con numerosi fori rastremati è in grado di catturare anche le particelle di plastica più piccole e invisibili.
Per di più tutta la struttura è ecosostenibile. Infatti, è realizzata in una plastica ricavata dal mais riprodotta con la stampante 3d. L’idea vincente, che poi è anche l’obiettivo ambizioso di Matteo, consiste nell’innescare un circolo virtuoso partendo dal basso e permettere a ogni navigante di fare la propria parte per salvare il mare e tutti i corsi d’acqua. Matteo ha verificato di persona la funzionalità della sua invenzione e ha raccolto una montagna di rifiuti. “Vorrei crearlo con la plastica catturata in acqua e riciclata – aggiunge il giovane designer -. Necessita ancora di ulteriori miglioramenti dal punto di vista meccanico e tecnico al fine di renderlo commercialmente sostenibile, ma ora l’obiettivo è mettermi in contatto con gli enti che si occupano di sostenibilità e impatto ambientale”. Un grande riconoscimento arriva anche dal sindaco di Milano, Beppe Sala. E per finire una ciliegina sulla torta: la “Nuvola di Mare” è esposta al museo Leonardo Da Vinci da alcuni giorni e ci rimarrà fino al 4 ottobre. Vale davvero la pena di vederla da vicino.
Margherita Bonfilio
Interessante. Non conoscevo adesso so.